Scappare via

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Ignazio dorme, io invece no, non riesco a dormire, non riesco a lasciarmi alle spalle i pensieri.

Domani dovremmo tornare a Bologna e questi due giorni qui mi sembrano siano stati vani, con Ignazio sono sempre abbastanza distaccato e a fatica lo bacio, mi sento quasi sporco ogni volta che cerca quel contatto perché mi torna alla mente lo sguardo di mia madre mentre mi guardava baciarlo con un trasposto che da quel momento non ho più.

Ho bisogno probabilmente di stare da solo, di vivere qualche giorno per metanolizzre senza aver paura di piangere e lascirmi andare.
Fisso Ignazio e vedo che si è addormentato stranamente con il cellulare vicino, lo prendo, sblocco lo schermo e mi trovo davanti dei messaggi, li leggo e capisco ancor più che devo farmi da parte.
Gli hanno proposto un tour in America, senza di me e Ignazio ha rifiutato...lo ha fatto dicendo che senza di me non accetta, che ormai sul palco sale solo con me.

Lo sto solo ostacolando, gli sto solo facendo del male. È vero che è bravissimo, ha delle capacità vocali impressionanti, è bravo a scrivere e comporre. È bravo più di ogni altro e io probabilmente sono fatto per cantare in qualche teatro di poco conto o per avere solo parti marginali. Per quanto Ignazio ha cercato di dimostrarmi il contrario ho capito che l'unica cosa che potrò fare lavorando con lui è distruggere la sua carriera, ho rovinato già la sua famiglia facendo soffrire una bambina che l'ultima cosa che meritava era di piangere a causa mia.

So di amare Ignazio, più di ogni altra cosa al mondo, ma non posso rovinargli la vita, non riesco più a stargli vicino come merita,  non riesco più a dirgli sicurezza, sono troppo fragile emotivamente e non voglio che mi veda star male, non voglio che si prenda cura di me perché so che prima o poi deluderò anche lui,  come ho fatto come i miei genitori e con tutti coloro che mi volevano bene.
Ho deluso me stesso ancor prima di deludere gli altri e ora voglio che almeno lui sia felice, lontano da me, poiché io non posso dargli la felicità che merita e non me la sento di rovinare il suo lavoro.

Devo allontanarmi da Ignazio, so che mi farà male questo distacco ma non posso fare altrimenti.
Devo prendermi del tempo per rasserenarmi e ritrovare un lavoro anche mediocre in qualche teatro.

Lo guardo, sento il cuore ormai a pezzi, mi mancherà da morire ma cerco di farmi forza. Mi alzo, sistemo in silenzio gli abiti in valigia e guardo Ignazio ancora una volta, non oso neanche toccarlo o baciarlo per timore di non riuscire più a fare ciò che ho pianificato.

Vado in cucina, prendo un tovagliolo e scrivo "Segui i tuoi obiettivi, non cercarmi e vola sempre alto. Tuo Piero"
Trattengo una lacrima e deglutisco a vuoto prima di uscire di casa.

Mi trascino la valigia fino alla stazione, prendo un treno per Roma e provvedo a far perdere ogni mia traccia.
Tolgo la sim dal cellulare, ne comprerò una nuova appena sono a Roma, prenderò un hotel, qualcosa non troppo elegante e mi darò qualche giorno per riorganizzare le idee.
Poi ricomincerò a vivere o meglio a sopravvivere nonostante il grande vuoto che avverto nell'anima. Ricomincerò a lavorare solo quando avrò la certezza che Ignazio si è dimenticato di me e non mi cercherà più, so che io lo amo molto più di quanto lui faccia con me, ultimamente ho anche dubitato dei suoi sentimenti e questa è l'occasione giusta per liberarlo dalla mia presenza. So che ce la farà anche senza di me.

Questo viaggio mi sta costantemente ricordando che nella mia vita non ho costruito nulla di duraturo, per capirlo basta guardare quella coppia poco più avanti di me con due figli, quei quattro ragazzi che giocano a carte e che sicuramente avranno tanti sogni nel cassetto, quella signora più anziana che sta facendo un viaggio con sua nipote e io...io non ho più nulla, mi sento privato anche della capacità di respirare. Alla fine non ho una famiglia, non ho neanche delle amicizie su cui contare, non ho più quei sogni che caratterizzavano la mia adolescenza e non ho neanche più il mio Ignazio.

L'unica cosa che voglio è non esser un peso per gli altri e questo è l'unico modo per farlo.

Resto immobile a guardarmi attorno fin quando non arrivo a Roma, prendo un taxi che mi porti in un albergo e cerco di esser il più razionale possibile ora, cerco di portare avanti questa mia scelta.

Prendo una camera abbastanza ampia per stare comodo, so che resterò spesso chiuso qui, ho bisogno di questo distacco da tutto.
Sistemo gli abiti nell'armadio e tra quei capi trovo anche una maglietta di Ignazio, una di quelle che spesso indossavo per stare più comodo.
La stringo tra le mani e la avvicino lentamente al mio volto, lo sento il suo profumo, mi manca già...è stupido ma questo oggetto è l'unica cosa concreta che ho di lui.

Ripongo quel tessuto in valigia, cerco di non pensare a lui e mi dedico a me stesso.
Faccio un bagno caldo, mi vesto, esco a mangiare in una trattoria poco distante e compro una nuova sim.
Il tempo passa lentamente ma passa, camminare per le vie di Roma non mi fa pensare al resto,  in parte mi rilassa e mi consente di tornare in camera stremato pronto solo a dormire.

Dormo male, anzi non dormo proprio...sono giorni che fatico a dormire ma almeno la presenza di Ignazio mi rassicurava, mi faceva sentire a casa.
È quasi l'alba, fa abbastanza freddo e i pensieri non mi danno tregua, non ce la faccio più a girarmi invano tra le lenzuola.

Apro le finestre ed esco fuori al balcone, appoggio le mani alla ringhiera e mi lascio invadere dall'aria fresca del mattino.

Mi ricordo di me e Ignazio, delle albe e dei tramonti visti insieme, del suo volto illuminato dalla luce del sole mattutino nella sua casa al mare, di noi...noi che pensavo fossimo pronti a tutto.

Avverto gli occhi inumidirsi ma non piango, il peso che mi porto nel cuore è così grande da non consentirmi di lasciarmi andare alle emozioni.
Quando la luce si fa più forte chiudo gli occhi e sento un estremo bisogno di cantare, nella musica riesco a lasciarmi i problemi alle spalle, canto quella melodia che io e Ignazio abbiamo composto, la nostra prima canzone scritta insieme, un poco per gioco ma anche seriamente, la prima e ultima canzone che abbiamo composto.

Non so neanche perché ma quella musica mi rasserena,  è una dolce carezza, una piacevole sensazione inizia a invadermi facendomi quasi ricominciare a respirare, è come se in quei minuti il mio cuore ricominciasse a battere...è come se lui fosse qui, al mio fianco, mi sembra di sentirla la sua voce fondersi con la mia, mi sembra di sentire anche la sua risata mentre canto da solo e vedere il suo sorriso, quel bel sorriso che negli ultimi giorni ha perso per colpa mia.

E mi ripiomba addosso il peso del presente. Torno affranto in camera e mi rimetto a letto rimanendo a letto fin a quando non è ora di colazione.

Il resto della giornata lo passo in giro per Roma guardando vetrine e mangiando in una taverna.
Cerco poi una erboristeria, non posso continuare a non dormire ogni notte e della valeriana potrebbe aiutarmi.
In realtà ci vorrebbe un rimedio per smettere di pensare ma so di chiedere troppo. Il punto è proprio che penso troppo, do ascolto alla testa praticamente sempre.

Credo di aver paura di seguire i sentimenti, mi portano continuamente verso una persona che merita solo serenità.

Cerco di fare cose che non facevo da un poco e mi godo un bel film al cinema davanti a una buona porzione di popcorn, mi è mancata questa parte di me, mi mancava stare solo con me stesso e alla fin fine penso di poter dire che questa giornata si sta rivelando migliore di quanto potessi pensare.
Mi sento più leggero, libero da responsabilità, da paure e ossessioni. Tutto ciò potrebbe farmi stare abbastanza bene...devo solo farci l'abitudine.

Ciao ragazze!

Piero compie una scelta forse estrema e cerca di allontanarsi da tutto ma questo davvero basterà a farlo star meglio? Davvero sta bene lontano da Ignazio e dalla sua vita o si sta solo autoconvincendo di potercela fare da solo?

Un abbraccio!

Potremmo ritornare-PBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora