Il Frutto Del Mare

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Un leggero prurito al naso mi svegliò.
Mi stiracchiai per bene, prima di aprire gli occhi. Potevo già udire gli uccellini cantare e le onde del mare sbattere tra gli scogli. Percepii un'essenza di sale e sole accanto a me; essenza che sapevo benissimo a chi appartenesse e che adoravo alla follia.
Aprii gli occhi e vidi Ace con un filo d'erba tra le dita, mentre mi sorrideva soddisfatto di avermi svegliata.
«Smettila», brontolai ancora assonnata.
«Perché? Mi piacciono le facce buffe che fai», ammise lui in sua difesa.
«Sei un rompiscatole. Da quando ti svegli prima di me?».
«E tu da quando sei così pigrona? C'è del lavoro da fare», ribatté divertito.
«Sono stanca», mugugnai avvicinandomi a lui, posando la fronte sul suo petto e rannicchiandomi come fossi un cucciolo in cerca d'affetto.
A giudicare dal forte odore di sale che percepivo sulla sua pelle, dedussi che aveva avuto il tempo di farsi anche un tuffo in mare, prima di venirmi ad infastidire.
«Sei una pigrona», brontolò con tono dolce, mentre mi stringeva a lui.
«Oggi sì», ammisi sentendo la stanchezza rimpossessarsi lentamente di me.
«Ci credi?».
«A cosa?», Chiesi curiosa
«È la prima volta che ci svegliamo l'uno accanto all'altra, dopo aver fatto l'amore. A casa dovevo sempre scappare prima dell'alba».
Sorrisi a quei ricordi. «Hai ragione. È bello sentire il tuo odore la mattina».
«Stanotte è stato fantastico... anche se è durato poco», aggiunse divertito.
«Poco o no... non mi sento più la mia parte genitale».
Rise alle mie parole.
«Scusa se ho usato troppa forza», mormorò ancora divertito, ma visibilmente dispiaciuto.
«Non fa niente. Non mi è dispiaciuto», ammisi, ricordando ogni secondo di quella serata fantastica.
«Ah no?».
«No. È stato... diverso, inaspettato. Mi è piaciuto molto».
«Se è così, che ne dici di un altro round?», Chiese malizioso, cercando di baciarmi.
Prontamente gli misi una mano davanti alla faccia, spingendolo via.
«Sta' lontano da me! Ne hai avuto abbastanza ieri sera».
«Lo sai che di te non ne avrei mai abbastanza», disse con la voce ovattata dalla mia mano.
«Be', fattela bastare per un po'. Non credo che reggerei un altro round, ora come ora. Sono sfinita. E poi, fa troppo caldo».
«Ma...», Si lamentò lui, togliendosi la mia mano dalla bocca, trattenendomi poi per il polso «Se sono io quello che fa il lavoro più grande».
«Lavoro più grande?», Ripetei quasi offesa.
«Pensaci. Tu stai solo con le gambe divaricate, tutto il resto lo faccio io».
«Ace, vuoi davvero affrontare questo argomento?», Sbuffai girandomi da un lato. Era incredibile.
«Scusami», disse divertito «Ti va di fare colazione?».
«È già pronta?», Chiesi stranita.
«Certo. L'ho preparata mentre dormivi», ammise alzandosi di fretta, per andare a prendere il mio pasto.
Mi porse un piatto pieno di frutta.
«Ace?».
«Sì?».
«Questo... è un piatto di frutta».
Fece spallucce. «Sì».
«Che colazione avresti preparato, esattamente? Pensavo avessi cucinato».
«Sei matta? Non ricordi l'ultima volta che mi sono messo ai fornelli? Per poco non davo fuoco all'intera casa di Dadan, con lei dentro».
Risi ricordando la scena di Dadan che urlava mentre Ace usciva di casa tutto bruciacchiato.
«Sì, forse è meglio se stai lontano dal fuoco».
«E poi, guarda. L'ho sbucciata e tagliata perfettamente», si pavoneggiò, facendomi ammirare il suo capolavoro.
«Oh, che bravo. Sei stato proprio un bravo ragazzo», dissi accarezzandogli la guancia con fare materno.
Ace non apprezzò il mio gesto ridicolo. Mise il broncio per qualche secondo, ma poi tornò sorridente.
Odiava quando lo trattavo come un poppante.
«Mangia, io vado a raccogliere un altro po' di legna per la zattera».
Si alzò e uscì dalla tenda.
«Non mi fai compagnia?», Chiesi mentre addentavo un po' d'ananas.
«Ho già perso troppo tempo, anche se mi piacerebbe. Voglio andarmene al più presto da qui».
«Come mai questo cambio di idea improvviso?».
«Ho una missione, ricordi?».
«Oh, giusto... il re dei pirati... Uhm, uhm», mugugnai pensierosa, tornando a osservare il mio pasto.
«Che c'è?», Sospirò lui, intuendo che c'era qualcosa che non mi convinceva.
«Niente», mentii con sguardo indifferente.
«Conosco i tuoi "Uhm, uhm". Lo fai quando non sei convinta di qualcosa».
Sorrisi soddisfatta. «Perspicace».
Ace si sedette davanti a me.
«Non riesco proprio a capirti», ammisi sotto il suo sguardo insistente.
«A capirmi?».
«Hai passato tutta la vita a parlar male del re dei Pirati e adesso, tu stesso vuoi diventarlo?».
Fece spallucce. «È così assurdo?»
«Sì!», Risposi incredula alla sua indifferenza «Certo che lo è! Voglio dire... seguiresti le orme di tuo padre. E tu odi tuo padre».
«Io sarò migliore di lui», tagliò corto, senza lasciar trapelare nessuna emozione.
Sospirai cercando di calmarmi. Quella conversazione mi stava facendo innervosire più di quanto volessi.
«Ace, sono solo preoccupata per te. Non voglio che tu faccia qualcosa di cui poi potresti pentirti».
«Non lo farò. Te lo prometto».
Mi sembrò convinto delle sue parole e così lo assecondai, anche se in cuor mio tremavo di paura.
«Ora fa' la brava e finisci di fare colazione. Io vado a recuperare altra legna», disse infine, accarezzandomi una guancia, per poi rubarmi il pezzo d'ananas che avevo appena afferrato tra le labbra «Pensavo di usare quella della nostra barca».
«Dici che è ancora buona?».
«Credo di sì. Vado a dare un'occhiata».
Si sporse verso di me per darmi un bacio sulla guancia, prima di dileguarsi in mezzo alla natura.
Lo guardai allontanarsi con una domanda che mi martellava in testa.
A cosa lo avrebbe portato tutto questo?

𝕆𝕟𝕖 ℙ𝕚𝕖𝕔𝕖 - Due Cuori, Un Solo Fuoco-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora