Un Cuore Diviso A Metà

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Mi sentii come se stessi sprofondano nell'oblio. Un oblio da cui non c'era via di fuga.
Un oblio scuro, freddo e privo di ogni emozione.
Non avevo idea di come sentirmi in quel momento.
Garp... era mio nonno.
Stentavo a crederci, eppure gli occhi di mio padre non mentivano.
Restavano immobili a fissarmi, aspettando una mia reazione che non tardò ad arrivare.
Crollai a terra, facendo leva sulle braccia per non cadere di faccia.
«G-Garp. Lui è... mio nonno?» Balbettai, ancora scioccata «Com'è possibile?».
«Tua madre era sua figlia», rispose mio padre, serio «La sua secondo genita».
Scossi la testa più volte, ricordando quei momenti con lui.
Come era riuscito a controllare così i suoi sentimenti?
Come era riuscito a nascondere la verità?
Come aveva potuto mentirmi per così tanto tempo?
Sospirai cercando di calmarmi.
Quindi, se Garp era mio nonno... Luffy era mio cugino.
Avevo vissuto per anni con lui, reputandolo una di famiglia, quando in realtà avevamo davvero un legame di sangue che ci univa più degli altri.
Ma ero certa che nemmeno lui lo sapesse.
Figuriamoci. Se lo avesse saputo, sarebbe bastato un cosciotto per fargli sputare la verità.
«Ti senti bene?» Mi chiese mio padre, preoccupato.
«Non lo so», ammisi «Sono troppe emozioni tutte insieme. Non ci sono abituata».
«Faccio venire qui Marco. Ti aiuterà lui a...».
«No», lo zittii «Sto bene. Devo solo... metabolizzare tutto ciò che è successo».
A fatica mi rimisi in piedi, barcollando leggermente.
Mi sentivo le gambe molli.
«Vieni qui», aggiunse, allungando una mano verso di me.
Alzai lo sguardo per guardarlo.
«Lascia che ti abbracci, figlia mia».
A quelle parole il mio cuore accelerò istintivamente, facendomi venire una gran voglia di piangere.
Cercai si trattenermi più che potei, ma era difficile... tremendamente difficile.
Allungai una mano verso di lui, esitando per un momento nel toccare la sua.
«Non avere paura di me», mi disse con tono rassicurante «Tutto ciò che voglio è proteggerti».
In quel momento corsi verso di lui, sentendomi ormai al limite della sopportazione.
Lo abbracciai più forte che potei, scoppiando in un pianto liberatorio.
Era lì.
Mio padre era lì, insieme a me.
Finalmente!
Avevo sognato per così tanto tempo quel momento, che ora quasi avevo paura di svenire per la troppa emozione, e non potermelo così godere.
Sentii le sue braccia stringermi a loro volta, con una presa ferrea, ma delicata, sollevandomi da terra senza fatica.
Per lui dovevo pesare come una piuma.
«L'ultima volta che ti presi in braccio, eri appena nata. E guardati ora. Sei una donna. La più bella che abbia mai visto, oltre a tua madre», mormorò commosso.
«Non ti dispiace se sono diventata una piratessa?» Chiesi tra le lacrime.
«Sarò sempre orgoglioso di te, bambina mia. Sempre».
Ci stringemmo ancora fortissimo, per un tempo che sembrò eterno.
Inspirai per la prima volta il suo odore.
Percepii il suo calore mescolato al mio.
Il suo respiro pesante e regolare...
«Papà», dissi ancora tra le lacrime, assaporando più che potei quel momento.
«Non sai che gioia provo, quando mi sento chiamare così da te», disse, cercando di trattenersi dal piangere «Quando seppi della vostra morte, io... mi sentii morire. Volevo morire in quel momento, insieme a voi. Ho passato anni a maledirmi di non essere venuto a prendervi prima».
«Non importa. Sono sicura che mamma sapeva il perché non fossi mai tornato» lo rassicurai «E ora lo so anch'io».
Lo strinsi più forte, sentendo qualcosa di ruvido sotto le mia mani.
Aprii gli occhi e vidi delle bruciature sulle sue spalle, che si propagavano lungo la schiena e il petto.
«È stato Ace?» Gli chiesi.
«Qualcuno dovrebbe dire a quel ragazzo che non si gioca col fuoco», disse lui, ridendo della sua battuta.
«Papà, non scherzare. Sono bruciature serie».
«Va tutto bene, tesoro. Tuo padre è un osso duro».
«Comunque sia, mi sentirà!» Dissi irritata.
Rise. «Hai il carattere di tua madre».
«Davvero?» Chiesi curiosa.
«Oh, sì. Anche lei aveva un carattere forte, proprio come il tuo. È stato questo a farmi innamorare di lei».
«Non vedo l'ora di sapere tutto della vostra storia».
«Sarò felice di raccontartela», ammise lui sorridente.
Gli sorrisi a mia volta, abbracciandolo ancora per un po'.
Non volevo lasciarlo, ma ormai eravamo insieme, e sapevo che lo saremo stati per molto tempo.
«Non prendertela con Ace», continuò «Aveva i suoi motivi. Non voglio che litighiate a causa mia».
Sospirai tra le sue braccia. «Va bene. Se è ciò che desideri, non lo prenderò a calci».
Lo sentii ridere ancora, e mi godei quel suono che tanto mi era mancato.
Tutto era finalmente perfetto nella mia vita... o quasi.
Ora avevo Ace da affrontare.
                                                                                                    𝕆ℕ𝔼 ℙ𝕀𝔼ℂ𝔼

𝕆𝕟𝕖 ℙ𝕚𝕖𝕔𝕖 - Due Cuori, Un Solo Fuoco-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora