Un Grazie Tanto Atteso

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Erano passati quattro mesi, da quando avevamo lasciato l'isola di Brema.
Ace aveva chiesto a Mihar e Skull di unirsi a noi, e loro avevano accettato con gioia.
Avevamo scoperto che Mihar era un insegnante con il sogno di aiutare i bambini che non possono avere un'istruzione.
Nonostante l'aspetto formale e il forte desiderio di rimanere al chiuso, era un valido combattente. Skull, l'uomo teschio, non aveva per niente il sogno della pirateria, anche se la sua esperienza in questo campo era decisamente più alta della nostra.
Ace lo aveva voluto con noi proprio per quello e Skull non seppe dirgli di "no".
Nel tempo che trascorremmo insieme ne passammo di tutti i colori.
Le nostre taglie aumentavano a vista d'occhio. Ace divenne molto famoso sia per il suo potere derivato dal frutto, sia per la sua forza fisica che era decisamente superiore alla norma e, sembra incredibile, ma divenne famoso anche per la sua gentilezza.
Quest'ultima cosa gli aveva portato parecchi problemi, sopratutto con i cacciatori di taglie che cercavano di approfittarsi di lui per catturarlo.
Tuttavia, eravamo sempre stati in grado di respingerli, il che aveva aiutato Ace a prendere maggior confidenza con i suoi poteri e a capire che diffidare un po' dalle persone non era poi una cosa così grave.
Lungo la strada, molto spesso avevamo avuto a che fare con la Marina.
Con una donna in particolare, Isuka, chiamata "l'inchiodatrice": una spadaccina con l'usanza di lasciare i proprio nemici pieni di buchi.
Si era messa alla nostra ricerca per catturarci, specialmente per acchiappare il mio ragazzo, ma era stato in grado di sconfiggerla facilmente. Dopo la sconfitta, la donna gli propose di far parte della Marina, ma Ace rifiutò.
Viaggiammo per molto tempo nell'arcipelago Sabaody e arrivammo fino all'isola degli uomini pesce. Un'isola straordinaria e bellissima, ma purtroppo restammo poco, visto che anche lì Ace incontrò guai, nonostante un uomo gli propose di diventare uno della flotta dei sette, cosa che Ace aveva cordialmente rifiutato, per poi essere attaccato dallo stesso uomo con l'intento di ucciderlo e di consegnarlo alla Marina, e questo solo perché aveva rifiutato la proposta: un pazzo.
Nel frattempo, anche io ebbi modo di prendere più confidenza con il mio potere.
Ero diventata decisamente più forte e avevo protetto i ragazzi in diverse occasioni.
Avevo rafforzato il mio fisico e la mia mente, svenire per lo sforzo ora mi risultava più difficile, anche se comunque restavo un po' frastornata a volte.
Avevo capito che ciò derivava dalla quantità di forza che assorbivo.
Il che poteva sembrare strano, ma attrarre la forza prosciugava la mia.
Dovevo solo starci attenta.
Come Ace cercava di stare attento nei miei confronti.
Dopo svariate suppliche da parte mia, e le continue reclute maschili che prendeva con sé, si era convinto a ritornare a dormire insieme a me, ma non c'era verso di fargli cambiare idea sulla lontananza che mi aveva imposto.
Non mi permetteva di toccarlo, il che mi mandava fuori di testa.
«Ne sei sicuro, capitano?», Chiese uno dei nostri compagni a Ace mentre camminavamo senza sosta sulla neve, nel bel mezzo di una bufera di neve.
Nonostante le parole spese per tranquillizzarlo, l'equipaggio era titubante alla decisione del loro capitano di voler incontrare l'imperatore Shanks "Il rosso".
Si era messo in testa di volerlo ringraziare per aver salvato Luffy tempo fa, quando era solo un bambino.
Si sentiva il dovere di farlo, essendo il fratello maggiore.
«Certo che dico sul serio. Voglio conoscere Shanks ''Il rosso''», ammise Ace convinto.
A dire la verità, ero un po' preoccupata anch'io.
Un uomo con una fama e un titolo come il suo mi faceva paura, e di certo non l'avevo nascosto a Ace che mi aveva assicurato che non c'era di che preoccuparsi.
Luffy gli aveva sempre parlato bene di lui, e la voglia di conoscerlo era davvero troppo forte, ma...
«Avresti potuto aspettare ancora un po'», gli dissi mentre camminavo dietro di lui «Ci hai portati in mezzo a una tormenta».
«Ci siamo quasi», mi rispose lui «Teniamo duro. Sono certo che è qui nei paraggi».
Dopo qualche minuto, arrivammo finalmente nei pressi di una grotta da cui percepimmo dei rumori al suo interno: i pirati erano vicini.
Dopo pochi metri, finalmente li trovammo.
La leggera luce che entrava nella grotta, illuminava quel che bastava per farci distinguere le diverse sagome dei pirati, ma non i loro volti.
Erano immobili, tutti stretti nei loro vestiti pesanti per scaldarsi.
«Chi va là?», Chiese una voce matura ed elegante che mi mise ugualmente in allerta per la fermezza che aveva usato.
«Portgas D. Ace», rispose Ace senza timore «E questo è il mio equipaggio. Siamo i Pirati di Picche. Sono venuto fin qui per incontrarti».
«I pirati di picche», ripeté l'uomo con un tono ironico e sguardo intimidatorio «Il ragazzetto famoso per le sue scorrerie è qui...per incontrarmi?», Chiese allungando con fare disinvolto la spada verso di noi.
«Tranquillo, non ho cattive intenzioni», ammise Ace intuendo il gesto dell'uomo «Mio fratello minore dice che gli hai salvato la vita e parla spesso di te. Io volevo conoscerti per ringraziarti».
L'uomo si illuminò. «Parli di Luffy? Maddai! Non sapevo che avesse un fratello».
Non appena l'uomo si sporse verso la luce del fuoco, riuscii a vederlo meglio in volto.
Aveva i capelli rossi, pelle olivastra, viso angelico, ma dai lineamenti definiti e mascolini con un leggero accenno di barba.
Ciò che notai più di tutto però, fu la cicatrice che aveva sull'occhio sinistro.
Sembravano tre graffi di artigli.
Chissà cosa aveva passato per procurarsi uno sfregio così, ma nonostante fosse ben visibile e profonda non occultava la sua bellezza.
Era davvero il più bell'uomo che avessi mai visto...
L'unico che poteva davvero competere con Ace.
«Sei il benvenuto, resta con noi», continuò Shanks facendoci notare che possedevano cibo in abbondanza «Avremo modo di festeggiare».
Le sue parole ci tranquillizzarono, e piano piano cominciarono tutti a lasciare andare la tensione nervosa che avevamo tenuto dentro fino a quel momento.
Per fortuna era un tipo amichevole.

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