Amore Assoluto

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Ace Pov.

Era una vita che non vedevo Luffy.
Ritrovarlo ad Alabasta, fu un vero colpo di fortuna...anche se lo trovai nel bel mezzo di una fuga da un marine.
Ciò comportò a dover usare il mio potere per aiutarlo, ma nonostante ciò ero davvero felice di vedere che il mocciosetto era riuscito a prendere il mare e a crearsi una sua ciurma.
Erano tutti un po' strani, ma me lo dovevo aspettare da un tipo come mio fratello.
Come me, aveva scelto i suoi compagni in base alle abilità e non al carattere: Zoro, Sanji, Nami, Usopp e Chopper.
Cinque soggetti tutti diversi tra loro, ma che li accumunava una sola cosa: l'amore per Luffy.
Ero molto grato di questo.
Vederli così uniti, nonostante non si conoscessero da molto tempo, mi faceva credere che il piccolino fosse anche più bravo di me a fare il capitano.
Di certo...nessuno di loro aveva tentato di ucciderlo, prima di aggregarsi alla ciurma, come avevo fatto io con mio padre.
Se ci ripensavo, mi mettevo a ridere.
Mi mancavano tutti, nonostante avessi deciso io di andarmene.
La morte di Satch doveva essere vendicata, così la sua anima avrebbe potuto riposare in pace...anche se, dovevo ammettere di essere un po' preoccupato di affrontare Teach.
Non avevo paura di lui, ben che meno del potere che ora possedeva.
Qualunque fosse, non me ne importava.
Sentivo di essere abbastanza forte per batterlo.
Però, non potevo averne la certezza, nonostante avessi il pieno controllo del mio potere.
«Immagino che tu sia un po' sorpreso» mi disse improvvisamente una voce dolce, che distolse i miei pensieri e il mio sguardo da ciò che stava combinando mio fratello in quel momento.
Alzai lo sguardo, e notai Bibi sorridermi.
Era una ragazza molto dolce e alla mano, non che bellissima principessa di Alabasta, l'isola su cui avevo sentito dire che era stato avvistato Barbanera...anche se dopo giorni, ancora non l'avevo trovato.
Cominciavo a dubitare che si trovasse davvero lì.
«Luffy ti ha stupito, vero?» continuò lei «Anche a me ha fatto lo stesso effetto, quando l'ho conosciuto. Insomma, quello che voglio dire è che non è uno sgangherato come gli altri» disse per poi rivolgere lo sguardo verso mio fratello che stava facendo a botte con Zoro e Usopp per accalappiarsi Chopper.
Da quello che avevo capito, l'animale aveva il manto caldo e, visto che nel deserto le notti erano gelide, cercavano in tutti i modi di usarlo come coperta termica.
«Generalmente, il capitano di una nave pirata viene rispettato e persino temuto dal suo equipaggio. Oggi pomeriggio, ha fatto tutto quel chiasso per la questione dell'acqua come un bambino» aggiunse ridendo nel pronunciare l'ultima frase «Malgrado tutto, sai una cosa? Man mano che sto con lui, lo capisco e lo apprezzo sempre di più».
Quelle parole mi diedero un senso di orgoglio.
Luffy era cresciuto bene, nonostante fosse ancora un bambino sotto tanti punti di vista.
«Sì, certo! Luffy è proprio un tipo speciale» ammisi, ricordandomi i vecchi tempi.
«Eh?» mormorò lei, confusa.
Tornai ad osservare Luffy e i suoi amici, che ormai si erano addormentai l'uno accanto all'altro, formando quasi una palla.
«Non è cambiato per niente, da quando era bambino» ammisi «Lui è scontroso è un po' egocentrico, ma riesce sempre a farsi volere bene. Evidentemente, è in grado di trasmettere il suo lato migliore».
«Oh, dimenticavo che sei suo fratello» disse con tono imbarazzato.
«Per me è facile» ammisi ancora «Sai, io lo conosco da quando è nato. Comunque sei molto gentile. Sono contento che lo apprezzi. Temevo lo reputassi uno sciocco».
«No, ma figurati. Lo trovò così sensibile» disse facendomi sorridere.
Trattieni una risata, nel veder Luffy dormire con la bocca aperta, e la zampa della piccola renna dentro di essa.
Avrei dato qualunque cosa, per avere Emy lì con me in quel momento a godersi la scena.
Nel pensarla, sentii una fitta al cuore.
Chissà come stava.
Mi domandavo ogni giorno se mi aveva perdonato per essermene andato così in fretta, dopo aver passato tanto tempo lontani.
Sopratutto, c'era un pensiero che mi martellava in testa da un po' di tempo.
Mi chiedevo...se ciò che era successo nell'arcipelago Sabaody aveva portato davvero ciò che aspettavamo da tanto tempo.
Anche se lo desideravo, speravo che non fosse successo nulla.
Non volevo perdermi niente di ciò che sarebbe accaduto, una volta concepito il nostro bambino.
Volevo esserci per lei. Per loro. Sempre.
Volevo essere il padre che non avevo mai avuto.
«Ti dispiace, se siedo accanto a te? Fa un po' freddo» mi chiese Bibi usando un tono strano, ma non ci badai.
«Prego» le dissi vedendola sedersi proprio ad un centimetro da me.
«Sbaglio, o emani calore?» chiese lei curiosa.
«È per il frutto che ho mangiato» risposi «Ha aumentato la mia temperatura di qualche grado. Va benissimo per il freddo, ma con il caldo...be', ho cominciato a soffrirlo un po' di più» aggiunsi ridendo senza una ragione.
Quella sua vicinanza mi faceva sentire a disagio.
Sorrise con me, per poi cingersi le spalle.
Senza pensarci, mi tolsi la tunica nera che avevo addosso e gliela porsi.
«Tieni. Usa questa. Ti scalderà».
«Ne sei certo? Non vorrei privarti dei tuoi vestiti».
«Nessun problema. Sto benissimo anche senza, e poi ne hai più bisogno tu»
Sorrise, felice.
«Allora, lo accetto».
Con un gesto delicato, prese la tunica dalla mia mano, sfiorandomi le dita.
La vidi arrossire a quel leggero contatto, cosa che mi fece provare una sensazione di disagio.
Mi schiarii la voce, e mi sistemai meglio accanto alla tenda che mi faceva da appoggio, quando sentii la ragazza avvicinarsi un po' di più.
«È davvero molto caldo» ammise, rannicchiandosi sotto la tunica.
Le sorrisi, senza dire una parola.
Qualcosa mi diceva che Bibi stava cercando di dirmi qualcosa, ma aveva troppa paura per farlo.
«Quindi tu, viaggi da solo?» mi chiese dopo qualche secondo di silenzio.
«Non esattamente. Di solito ho con me i miei uomini».
«E come mai questa volta sei solo?».
«Ecco...come ho detto a Luffy sto cercando un uomo. Un ex membro della mia divisione» dissi sentendo il nervoso scaldarmi le vene, al ricordo della sua faccia e il motivo per cui era scappato.
«Da come ne parli, devi odiarlo parecchio».
«I sentimenti cambiano, nel corso della vita. Ma questa volta, per me sono cambiati per un gesto che ha compiuto. Devo trovarlo ad ogni costo!».
«E una volta che lo avrai trovato, che farai?» chiese curiosa, tappandosi subito la bocca «Scusami, non sono affari miei».
«Non c'è problema» le dissi per tranquillizzarla «Una volta che lo avrò trovato, mi assicurerò che abbia ciò che merita. Una volta fatto questo, tornerò alla mia nave».
«Quindi, non vuoi restare?».
La sua domanda mi confuse.
La guardai perplesso, mentre lei osservava la sabbia sotto di noi.
«Scusami, è che...pensavo che Alabasta ti piacesse»
«Mi piace» ammisi non capendo le sue parole.
«Allora, perché non resti?» mi chiese ancora, con espressione più dolce.
Non seppi cosa dire.
Non ero abituato a conversare con ragazze per più di qualche minuto.
Nei due anni che erano trascorsi lontano dalla Moby Dick, avevo avuto occasione di conoscerne parecchie, e molte avevano cercato di sedurmi, ma nessuna era mai riuscita ad interessarmi.
Nemmeno per una veloce discussione.
Nessuna di loro era la mia Emy.
«Potresti...» aggiunse abbassando lo sguardo, e arrossendo ancora sulle guance «Venire al castello. Anche se sei un pirata, ti tratterebbero tutti molto bene. In più...ci sarei io, ad aiutarti ad ambientarti».
I quel momento, capii ciò che Bibi stava cercando di dirmi.
Effettivamente, ora che ci pensavo, erano diversi giorni che mi osservava in modo strano.
Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, lei distoglieva il suo, per poi arrossire.
In più, avevo notato che cercava sempre un certo contatto fisico più con me che con gli altri.
E poi, ogni volta che mi rivolgeva la parola, diventava stranamente nervosa...
Sorrisi, ghignando divertito.
Non era la prima donna che mi faceva delle avance, però questa ragazza era talmente dolce e sensibile, che avevo fatto fatica ad accorgermene.
«Sei molto gentile, Bibi. Ma non sono il tipo da vivere in un palazzo».
«Potremmo avere una casa più piccola» disse lei d'un fiato, facendomi sentire quasi in colpa, per aver rifiutato la sua offerta.
Si era avvicinata bruscamente a me, facendomi indietreggiare di qualche centimetro.
«Potremmo?» chiesi, fingendomi confuso.
«Potresti...tu. Volevo dire...ecco...».
Sospirò, abbassando di nuovo il capo.
Mi sentii davvero in imbarazzo nel doverla rifiutare, però era anche un po' colpa mia.
Non avevo nominato Emy neanche una volta, se non quando Luffy mi chiese come stava il giorno che ci incontrammo in città.
Bibi non era presente in quel momento, perciò non poteva sapere che nel mio cuore, c'era già un'altra donna, divenuta mia moglie solo da pochi mesi.
Al pensiero, il mio cuore accelerò per l'emozione.
«Bibi...».
«Perdonami» disse lei, allontanandosi un po' da me per sistemarsi meglio sulla sabbia «Non dovevo parlare così. In fondo, ci conosciamo da così poco. Dovrò sembrarti una stupida».
Sorrisi.
Quella ragazza mi faceva davvero tenerezza.
«Non sei una stupida» ammisi con tono tranquillo.
Lei mi guardò, confusa.
«Sei solo una ragazza che ha tanto amore dentro di sé, e che non vede l'ora di donarlo a qualcuno di speciale. Però, per quanto ne sia onorato, non posso essere io quel qualcuno».
«Perché no?».
Sospirai, alzando lo sguardo per osservare il cielo.
I miei pensieri andarono immediatamente ad Emy.
«Perché io ho già donato il cuore a qualcun'altra» ammisi «A mia moglie».
«Moglie?» ripeté lei, incredula «Sei...sposato? Davvero?».
«Non da molto. In verità, è stata una cerimonia abbastanza frettolosa. Quando tornerò, dovrò rimediare» dissi sorridendo all'idea di Emy che mi prendeva a pugni in testa, per averla "costretta" a sposarsi su quel ponte sotto la pioggia.
«Ti manca molto?» mi chiese con tono più cupo, dopo qualche secondo di silenzio.
Sapevo e sentivo di averla ferita, ma era stato meglio mettere subito in chiaro le cose.
Non volevo farla soffrire più di quanto non stessi già facendo.
«Non sai quanto. Quando siamo lontani, le notti per me sono sempre un problema».
«Che vuoi dire?».
«Solitarie. Diventano cupe e decisamente troppo silenziose. Durante il giorno me la cavo, con la scusa che sono impegnato in altro, ma la notte...è difficile addormentarsi, senza poterla stringere tra le braccia e sentire il suo profumo».
«Devi amarla molto» disse lei, rassegnata.
«Con tutto me stesso» dissi ripetendo la frase che avevo detto ad Emy il giorno in cui avevo deciso di sposarla.
«È una ragazza fortunata».
«Lo sei anche tu» le dissi, cercando di confortarla «Sono certo, che lì fuori c'è il ragazzo giusto per te. Che ti farà sentire come una vera principessa».
«Tu dici?».
«Certo. Dolce e bella come sei, nessuno sarebbe in grado di resisterti».
«Nessuno, tranne te».
«Solo perché il mio cuore è già impegnato» ammisi divertito.
Mi ero messo in una situazione da cui non riuscivo più ad uscirne.
"Stupida boccaccia" pensai.
«Sono arrivata tardi» disse lei facendo spallucce e sorridendo.
Quel gesto mi fece capire che, nonostante fosse molto giovane, aveva la testa sulle spalle e decisamente una maturità che andava ben oltre la sua età.
«Parlami un po' di lei».
«Una notte non basterebbe» ammisi «Emy è come una ruota che gira. Cambia umore e idee in continuazione. Starle dietro è sempre un'impresa per me, ma è anche questo che la rende speciale».
«È dolce e bella?» mi chiese curiosa.
«È la ragazza più bella che abbia mai visto in tutta la vita» ammisi ancora, ricordando la forma del suo viso, il colore dei suoi occhi e quei capelli lunghi e ondulati che le cadevano sempre come una cascata sulla schiena, che amavo alla follia «E anche molto dolce, ma...la maggior parte delle volte, il suo carattere forte e scontroso, nasconde un po' questo suo lato. Nami me la ricorda molto».
«Nami è bella tosta» ammise lei divertita.
«Già. Anche Emy. Quelle due farebbero i fuochi d'artificio insieme».
Ridemmo divertiti, nel pensare ad una scena divertente delle due che ne facevano di tutti i colori.
«Allora, sono felice per te. Anche se, un po' ci sto male».
«Non devi. Credimi. Il ragazzo che sceglierai, sarà anche migliore di me».
«Chi può dirlo?» disse lei divertita.
Restammo in silenzio per un po', prima che Bibi riprendesse la parola.
«Credo, che sia arrivato il momento di andare a dormire» disse lei alzandosi da terra, per poi porgermi la tunica nera «Grazie, sono stata davvero bene».
«Mi fa piacere» dissi riprendendola.
«E mi ha fatto piacere parlare con te. Ho potuto conoscerti meglio» mi disse sorridente.
Sorrisi a mia volta. «Lo è stato anche per me».
«Buonanotte...Ace» mormorò con un tono più dolce del normale.
«Buonanotte» le dissi, cercando di risultare naturale, nascondendo il mio disagio per quella conversazione appena avvenuta.
Si voltò per poi dirigersi verso la sua tenda, in silenzio.
Bibi meritava un bravo ragazzo, ed ero certo che lo avrebbe trovato prima o poi.
Tornai ad osservare le stelle, continuando a pensare ad Emy.
Solo il cielo, sapeva quanto sentivo la sua mancanza e quanto la lontananza mi facesse impazzire.
Avevo una voglia matta di vederla, di stringerla a me...di amarla.
Dovevo assolutamente resistere.
Dovevo darmi una mossa e chiudere quella faccenda con Teach una volta per tutte.
Guardai il bracciale bianco e rosso, che avevo sfilato dal suo braccio prima di partire, come pegno della mia promessa.
Ebbi una strana sensazione nel pensarla.
Come, se qualcosa di imminente stesse per accadere, ma non capivo se dovessi esserne preoccupato o no.
Dovevo tornare.
Dovevo sopravvivere per lei.
"Aspettami, amore mio" pensai, chiudendo gli occhi e sospirando piano, sentendo il sonno impossessarsi lentamente di me.

                         𝕆ℕ𝔼 ℙ𝕀𝔼ℂ𝔼

Il giorno dopo, io e la ciurma di Luffy incontrammo un tizio di nome "Scorpion", che dopo aver tentato di uccidermi per accalappiarsi la mia taglia, mi riferì che era stato lui a mettere in giro la voce che Barbanera era stato avvistato in quel luogo.
Aveva sentito che lo stavo cercando, perciò aveva deciso di prepararmi un'imboscata, finita ovviamente male per lui.
Non era facile prendermi alla sprovvista.
Era dall'inizio della giornata, che avevo notato qualcuno seguirci.
Aspettavo da un momento all'altro, che qualcosa succedesse.
Ma comunque, non volli ucciderlo per due motivi.
Primo, perché mi fece davvero molta pena.
Secondo, avevo capito che aveva agito così per sfamare i suoi due figli, perciò non potevo biasimarlo.
Probabilmente, nelle sue condizioni avrei agito anch'io in quel modo.
La scena di lui che abbracciava i suoi figli, con le lacrime agli occhi, mi fece immaginare a come avrei potuto starci io nei suoi panni.
Qualcosa dentro di me scattò, nel vederli così uniti.
Non l'aver avuto un padre, non mi aveva dato modo di capire cosa realmente significasse quella figura e ciò che poteva essere agli occhi di un figlio, ma ciò nonostante ero pronto.
Barbabianca mi aveva aiutato molto a crescere e a maturare.
Gli sarei stato debitore per sempre.
Sentivo che potevo essere un buon padre.
«Devi proprio andare?» mi chiese Luffy con tono da bambino, mentre sistemavo la sacca sulla spalla e il cappello in testa.
Il tramonto ormai era quasi calato, ormai non avevo più motivo per restare su quell'isola.
«Sì, fratellino».
«Sicuro di voler proseguire da solo? Non cambi idea?» mi chiese Chopper.
«No» risposi convinto «Adesso che ho scoperto che Barbanera non è ad Alabasta, non ho nessun motivo per restare ancora qui».
«Hai ragione» ammise Luffy.
«In più, ho una promessa da mantenere. Sono stato già via troppo a lungo».
«Quale promessa?» mi chiese Nami curiosa.
«Devo tornare da mia moglie» ammisi con fierezza di poter chiamare Emy in quel modo.
«M-MOGLIE?» dissero tutti in coro, increduli compreso Luffy.
«Aspetta un momento. Vuoi dire che tu ed Emy, vi siete sposati?» mi chiese Luffy sconvolto.
«Esatto, fratellino. È successo tre mesi fa».
«Chi è questa Emy?» chiese Chopper.
«Nostra sorella» rispose tranquillo Luffy.
Ci fu un momento di silenzio.
«SORELLA?» urlarono nuovamente tutti gli altri, sconvolti.
Risi alle loro espressioni.
«Calmi, non è come pensate» ridacchiai imbarazzato «So che può sembrare strano, sentita così, ma posso assicurarvi che non c'è nessun legame di sangue tra me e mia moglie» continuai divertito «Siamo solo cresciuti insieme».
«AAAAAH!» esclamarono loro, tirando un sospiro di sollievo.
«Questa poi» disse Luffy incrociando le braccia al petto, e alzando lo sguardo al cielo, confuso «Fate davvero sul serio».
«Che credevi? Che stessimo scherzando?» chiesi divertito.
«Certo che no. Solo, non mi aspettavo che vi sposaste così in fretta».
«È stata una decisione improvvisata. Appena tornerò a casa, le darò la cerimonia che merita. Ovviamente, siete tutti invitati».
I ragazzi mi sorrisero, contenti.
«Senti, hai già deciso dove andrai?» mi chiese il cuoco biondo, cambiando discorso.
Lo ringraziai per quello.
Non avevo mai amato conversare dei fatti miei con altri.
«Scorpion mi ha riferito che Barbanera è stato visto a Ovest. È là che sono diretto» dissi estraendo un pezzo della mia Vivre Card, che poi consegnai a Luffy.
«Prendi questo» dissi lanciandoglielo «È per te».
Lo prese al volo, con sguardo confuso.
«Uhm?».
«Conservalo con cura. Non te ne devi mai separare».
Luffy fece una faccia da pesce lesso.
«Ma cosa dici? È solo un pezzo di carta».
«Sì, è vero. Ma ci permetterà di incontrarci di nuovo»
«Vediamo...» mormorò.
Curioso, lo aprì per vedere se ci fosse scritto qualcosa, ma lo trovò bianco, il che lo confuse ancora di più.
«Non lo vuoi?» chiesi divertito.
«Come, no! Lo tengo!».
«Il mio fratellino combina un sacco di guai, e questo mi fa stare molto in pensiero. Ma saperlo insieme a voi, mi rincuora. Grazie, per quello che fate per lui» dissi inchinandomi per ringraziare i suoi compagni di viaggio.
Makino mi aveva istruito bene.
Era giusto il momento di mettere in pratica i suoi insegnamenti.
«Ciao, Luffy» gli dissi infine, un po' a malincuore «È stato bello rivederti. Mi mancherai, fratellino»
Una parte di me, avrebbe voluto restare con lui, ma ormai avevamo preso strade separate ed era giusto che continuassimo a vivere così.
Forse un giorno, ci saremo trovati sulla stessa nave a navigare in acque sconosciute, ma sentivo che quel momento era ancora molto lontano.
«Anche tu» disse sorridendomi.
Quel sorriso mi tranquillizzò.
Era rimasto un bambino, ma stava dimostrando anche qualche segno di maturità.
Qualche anno prima, mi avrebbe implorato in lacrime di restare insieme a lui, ora invece, riusciva ad accettare meglio le mie decisioni.
«Mi raccomando...non fare pazzie» gli dissi, voltandomi per proseguire la mia camminata nel deserto, alla ricerca della mia preda.
«Preparati, Teach! Sto arrivando!».

𝕆𝕟𝕖 ℙ𝕚𝕖𝕔𝕖 - Due Cuori, Un Solo Fuoco-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora