Fiamme D'Amore

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«Non ancora» disse una voce flebile «Non ancora».
«Ma dorme da ore» si lamentò un'altra dal tono più sottile.
«Devono averla addormentata per bene» disse la voce che sembrava quella di un ragazzino.
«È davvero bellissima, non trovi?» chiese una voce di bambina.
Aprii lentamente gli occhi, e mi ritrovai in una stanza completamente sconosciuta.
«Uhm?» mormorai, focalizzando qualcosa che stava penzolando davanti alla mia faccia.
Urlai, quando capii che si trattava di un verme.
«Aaj!» urlai in preda al terrore, scendendo dal letto di fretta e furia.
Inciampai su me stessa senza una ragione, per lo meno, finché non mi resi conto cosa mi aveva impedito realmente la fuga.
Sulle mie braccia avevo dei guanti bianchi, lunghi fino a sopra il gomito.
Controllai il mio corpo e ciò che vidi mi sconvolse.
Un vestito da sposa...stavo indossando un vestito da sposa.
«Ma cosa...?».
«Sei proprio strana, ragazza» commentò il bambino, guardandomi con aria superficiale «Avere così tanta paura per un verme».
Accanto a lui una bambina vestita elegante tanto quando il moccio detto, mi osservava confusa e curiosa.
Indossavano entrambi abiti da cerimonia...
«Chi siete? D-dove sono finita?» chiesi cercando di mettermi seduta, nonostante quel vestito fosse un intralcio.
Sentivo una leggera nausea, e percepivo un po' di dolore alla testa.
«Sei nella residenza dei Draghi Celesti» rispose la bambina «Noi due siamo i tuoi nuovi fratelli».
«EH?» chiesi sconvolta.
«Tecnicamente non lo siamo ancora. Lo diventeremo solo quando sposerai nostro fratello maggiore» puntualizzò il bambino.
In quel momento realizzai ciò che era successo.
Erano stati i Draghi Celesti a rapirmi, ma...come avevano fatto a rintracciarci?
Io ed Ace eravamo stati attenti nel mantenere segreta la nostra identità.
La locandiera non poteva sapere chi eravamo, né tanto meno che uno dei Nobili Mondiali mi stava cercando.
«Non sei felice?» mi chiese la piccola, confusa dalla mia reazione.
«Io non posso sposarmi» dissi alzandomi con fatica da terra «Non qui, e sopratutto, non con vostro fratello».
L'immagine che mi venne in mente di quel ciccione bavoso che si avvicinava a me per baciarmi accentuò la mia nausea.
I due bambini mi guardarono come se avessi appena parlato una lingua diversa dalla loro.
«E allora, perché sei qui?» mi chiese il bambino.
«Perché sono stata rapita!» risposi alterandoli per un secondo, per poi sospirare.
Dovevo cercare di stare calma!
«Sentite...» sospirai per poi abbassarmi al loro livello cercando di parlare più piano possibile, per non essere sentita da nessun altro, nel caso ci fossero state guardie alla porta «Dovete aiutarmi a scappare».
«Scappare?» ripeterono in coro, per poi guardarsi confusi.
«Non posso restare qui, vi prego! In cambio vi comprerò dei dolci, che ne dite?».
«Noi possiamo già avere tutti i dolci che vogliamo» disse la piccola con aria altezzosa «Credi di poterci comprare con dei semplici dolciumi?».
Sospirai. «Va bene, cosa volete in cambio?».
«Propio niente!» rispose il bambino, anche lui con fare altezzoso «Noi possiamo avere tutto ciò che vogliamo. Non c'è nulla che potresti offrirci».
«Già. E poi, io voglio che tu sia mia sorella» aggiunse la bambina.
«E perché?» chiesi confusa.
«Perché la sorella che ho è brutta» ammise lei «Io voglio una sorella bella che possa portare in giro con me per vantarmi!».
Sospirai ancora, abbassando il capo.
Quei due mocciosi erano davvero viziati!
«Sentite, so che siete piccoli, ma...non posso sposarmi perché...» mi morsi il labbro inferiore, incerta se fare un discorso del genere a due bambini, ma non potevano essere così senza cuore.
Se avessi spiegato loro la verità, ero certa che avrebbero capito.
«...c'è già, una persona a cui ho donato il mio cuore. Se sposassi vostro fratello...» un brivido di disgusto mi corse lungo la spina dorsale «...non lo amerei, e...che matrimonio sarebbe senza amore? Capite cosa voglio dire?» chiesi speranzosa.
I due bambini mi guardarono per un tempo lunghissimo in silenzio, sbattendo gli occhi diverse volte prima di parlare.
«Non ci importa!» dissero insieme per poi dirigersi verso la porta «Papà ha detto che sposerai nostro fratello, perciò non c'è niente che puoi fare per impedirlo».
Cominciai ad innervosirmi.
Quei bambini erano delle vere canaglie.
«EHI!» esclamai cercando di rimettermi in piedi per seguirli, ma quando arrivai alla porta, un uomo in smoking entrò.
Lo riconobbi subito, sebbene non portasse più gli occhiali da sole.
Era il padre del ciccione.
Entrò nella stanza, avanzando verso di me con le mani conserte dietro la schiena, mentre io indietreggiai istintivamente.
«Sei un vero sogno» disse lui con un tono che mi fece venire i brividi, squadrandomi dalla testa ai piedi «Non c'è che dire! Mio figlio ha gusto in fatto di donne! Sei uno spettacolo per gli occhi».
«Che cosa vuole?» chiesi con aria minacciosa.
«Sono venuto a prenderti per accompagnarti all'altare. Immagino che tu non abbia parenti nei dintorni, quindi mi sono preso la libertà di decidere che sarò io a farlo».
«Intendo, che cosa vuole da me!» dissi irritata «Perché mi sta facendo questo?».
«Mio figlio vuole sposarti. Cosa c'è di male?».
«C'è che io non voglio sposarmi con suo figlio. Ho già un ragazzo!».
«Quella montagna di muscoli di stamattina?»chiese lui divertito «Se fossi la sua ragazza, sarebbe già venuto a salvarti non credi? Invece sei già qui da un giorno».
«Un giorno?» chiesi confusa.
Non avevo idea che fosse passato così tanto tempo.
«Hai dormito molto. Probabilmente i miei uomini hanno esagerato con il cloroformio» disse avanzando verso di me.
Alzai le mani verso di lui, cercando di fargli capire che non scherzavo.
«Stia indietro!» ringhiai «È a conoscenza dei miei poteri. Se non vuole che li usi contro di lei, mi lasci andare!».
L'uomo si fermò sul posto, per poi mettersi a ridere di gusto.
«Pensi che sia così sciocco da non aver preso delle precauzioni?» disse indicando il mio collo con un dito «La vedi quella collana che hai al collo?».
Abbassai lo sguardo, notando solo in quel momento che indossavo una collana di perle bianche.
«È stata realizzata con l'algamatolite. Penso che tu la conosca molto bene. Non è sufficiente per toglierti le forze, per lo meno, non finché non la indosserai per un tempo prolungato, ma è abbastanza per annullare i tuoi poteri».
Alzai le mani per toglierla, ma l'uomo estrasse una pistola che mi puntò contro.
«Se non vuoi che ti riempia il petto di piombo, ti conviene obbedire senza fare storie, ragazzina!» disse minaccioso, e con un sorriso perverso sul viso «Tu oggi sposerai mio figlio. Dovresti essere felice di sposare un Drago Celeste. Diventerai ricca!».
«Non m'importa nulla dei soldi!» dissi abbassando lentamente le mani.
«Tanto meglio. Sarai una moglie bellissima e senza pretese. La donna perfetta!».
«La prego...» dissi sentendo l'angoscia cominciare ad agitarmi «La supplico. Mi lasci andare».
«Poche storie!» ringhiò lui, mettendo via la pistola «I preparativi sono già stati fatti. Tra qualche ora, farai ufficialmente parte della mia famiglia. Quindi, ti conviene muovere le gambe e seguirmi».
Si avvicinò a me, costringendomi a posare la mano sul suo braccio, per poi trascinarmi fuori dalla stanza.
"Ace, dove sei?", pensai sentendo una fitta al cuore.

𝕆𝕟𝕖 ℙ𝕚𝕖𝕔𝕖 - Due Cuori, Un Solo Fuoco-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora