«Scusa, puoi ripetere?» chiesi al ciccione, incredula che avesse davvero detto una cosa tanto assurda.
«Ho detto che sarai mia moglie!» ripeté lui arrogante «Quindi, vedi di allontanarti immediatamente da quel ragazzo che ti sta accanto. Ora appartieni a me!».
«COSA?» ringhiò Ace facendo uscire delle fiamme dai pugni.
«Mi dispiace, ma deve esserci un errore» dissi cercando di calmare le acque «Io non sono qui per...».
«Non hai sentito quello che ha detto mio figlio, mocciosa?» intervenì il padre, sempre con lo stesso tono arrogate «Vedi di collaborare, o sarò costretto ad usare le maniere forti».
«Prova solo a toccarla, e te la vedrai con me» ringhiò ancora Ace parandosi davanti a me per impedire anche ai loro sguardi di raggiungermi.
«Papà, anche lui ha dei poteri!» disse il figlio impaurito, facendo qualche passo indietro «Che facciamo?».
«Non preoccuparti, figliolo. Non oseranno mai col...».
Non ebbe il tempo di finire la frase, che Ace si scagliò contro di lui, dando un pugno alla sfera di vetro sulla testa dell'uomo, frantumandola.
L'uomo cadde a terra frastornato, nonostante il pugno non lo avesse colpito direttamente.
Mi sentii afferrare per un polso e trascinare via, senza che avessi il tempo di capire che cosa stesse succedendo.
«Corri!» disse Ace ad alta voce, correndo a più non posso, conducendomi poi in mezzo alla radura.
«Dove stiamo andando?» chiesi confusa.
«Lontano da qui!».𝕆ℕ𝔼 ℙ𝕀𝔼ℂ𝔼
Corremmo per non so quanto tempo, finché entrambi non avemmo più fiato per continuare.
Ci fermammo in mezzo al bosco, accanto ad una grande quercia che ci fece da riparo.
«Ti avevo detto...di non andare fuori da sola!» ansimò Ace stanco dalla corsa «Come ti è venuto in mente...di esporti così?».
«Scusami» ansimai sedendomi a terra, sfinita «Non pensavo che sarebbe successo davvero ciò che avevi detto».
«Non parlo mai senza una ragione!» brontolò lui, con tono arrabbiato «Se ti ho messa in guardia prima di sbarcare, un motivo c'era».
Restai in silenzio a subirmi la ramanzina.
Anche se sembrava una cosa da nulla, sapevo che avevo messo Ace in una brutta situazione per colpa della mia testardaggine.
Lo sentii sospirare.
«Dannazione! Adesso dovrò inventarmi qualcosa per continuare a cercare questa donna, senza essere scoperto» brontolò tra sé e sé posando una mano sui capelli ribelli che scosse nervoso e l'altra su un fianco «Questa proprio non ci voleva!».
Sentii le lacrime farsi sempre più pesanti nei miei occhi.
Non volevo piangere, ma l'idea di essere sempre quella che combinava guai mi faceva sentire davvero inutile.
«Mi dispiace» mormorai, sentendomi vicina all'esplodere in lacrime «Scusami tanto, Ace».
Avvicinai le ginocchia al mio petto e ci posai la fronte sopra per nascondere le lacrime, che ormai avevano iniziato a scendere prepotenti.
«Non faccio altro che combinare guai, che poi sei sempre costretto a risolvere. Sono una buona a nulla. Non merito il potere che possiedo» ammisi tra i singhiozzi «Non merito nemmeno di essere la figlia di Barbabianca. Non merito nulla. Dovevo restare a Monte Corvo come mi avevi detto tu tempo fa. Ti avrei risparmiato un sacco di problemi» continuai.
«Hai finito?» chiese lui con tono gelido.
Sospirai senza alzare la testa per guardarlo.
Non mi aspettavo che mettermi a piangere lo avrebbe reso più dolce nei miei confronti...anche se un po' lo speravo.
Tempo fa, mi avrebbe abbracciata e rassicurata...ora invece, il ragazzo di cui ero ancora innamorata era tutt'altra persona.
Cosa che mi faceva stare ancora più male.
Tirai su col naso, cercando di calmarmi.
«Non sei tu il problema» ammise serio «Quindi, smettila di dire sciocchezze!» tagliò corto irritato.
Restammo per un po' in silenzio, dopo ciò che aveva detto.
Certo, non erano esattamente le parole confortanti che avrei voluto sentimi dire, ma in qualche modo mi rincuorarono lo stesso.
Un tuono in lontananza spezzò la quiete che si era creata tra noi.
«Restare qui a piangere non servirà a niente» disse improvvisamente «Sta per mettersi a piovere. Dobbiamo trovare un riparo, e dei nuovi vestiti per camuffarci. Forse, con un po' di fortuna non incontreremo più i...».
«Perché ti comporti così?» gli chiesi improvvisamente, zittendolo.
Alzai lo sguardo per guardare il suo confuso.
«So di averti ferito, anni fa. Ma voglio che tu sappia che non è passato giorno in cui non me ne sia pentita. So di averti ferito, ma non è un buon motivo per trattarmi con tanta indifferenza. Se sei ancora arrabbiato con me, dimmelo! Non fingere sorrisi, che mi fanno sentire ancora più una stupida!».
Mi guardò senza dire una parola.
Era arrivato il momento di chiarire la situazione una volta per tutte, e poco mi importava se stava arrivando un temporale.
Rivolevo Ace ad ogni costo, ma il mio Ace.
Quel ragazzo gentile e premuroso che era diventato stando con me, e non quello gelido e senza cuore che aveva sempre cercato di essere, per nascondere i suoi veri sentimenti.
Ace indurì lo sguardo. «Non so di cosa stai parlando».
«Non fingere con me. Ti conosco troppo bene» dissi alzandomi «Mi odi, per quello che ti ho fatto. Non è così? Puoi dirmelo».
«Tsk. Sei masochista fino a questo punto?» mi chiese divertito «Perché dovrei dirti una cosa del genere? Se ti odiassi, non avrei accettato di farti venire con me, non credi?».
«SMETTILA DI FINGERE!» urlai in preda alla disperazione.
Il tono della mia voce spezzata dalla rabbia, sbalordì Ace che restò a fissarmi immobile senza dire una parola.
«Sono stanca...di ciò che sta accadendo tra noi» continuai abbassando il capo, sentendo le lacrime tornare a bagnarmi gli occhi «Ho passato due anni d'inferno...e tutto per colpa mia. Credevo che lasciarti mi avrebbe impedito di soffrire, ma mi sono resa conto...che non è così» serrai i pugni, cercando di trattenere le lacrime «Ho pensato a te, tutti i giorni. Chiedendomi dove fossi, o cosa stessi facendo. Pregando, che in qualche modo tornassi da me, ma non è successo. Sei tornato, è vero...ma non per stare con me. E lo capisco. Probabilmente, anche io mi odierei, dopo ciò che ho fatto. Ma Ace...tu devi saperlo. Io ti a..».
«Basta, sta' zitta!» ringhiò lui con tono autoritario e basso, cominciando a tremare.
Una folata di vento ci spostò i capelli, facendo rabbrividire però solo me.
Ace non si scompose.
Teneva lo sguardo basso, e i pugni serrati.
Il corpo in completa tensione.
«Non voglio più parlare di quella storia. Per me è acqua passata. Mi sembrava di essere stato chiaro».
«Ace...».
«Posso perdonare il modo in cui mi hai lasciato quel giorno, ma non posso dimenticare» tagliò corto lui «Ho sofferto molto e...non voglio più sentirmi, come mi sono sentito in questi due anni. Il giorno che me ne sono andato, ho sperato fino all'ultimo di vederti correre sul ponte per impedirmi di lasciare la nave. Ma non l'hai fatto. In quel momento si è spezzato qualcosa tra di noi. Qualcosa...che ritenevo più importante della mia vita , ma che ora ho dimenticato. Ho passato due interi anni, a cercare di sopprimere ciò che provavo per te...non ti permetterò di rovinare tutto».
Alzò lo sguardo, per osservarmi con occhi freddi.
Ciò che leggevo in loro era rabbia pura, e anche se cercava di nasconderlo, era abbastanza chiaro capire che stesse ancora soffrendo.
Sentii il mio cuore spezzarsi a metà, ma me lo meritavo.
Stavo raccogliendo ciò che avevo seminato...
Sospirai, cercando di rilassarmi come meglio potevo.
«Hai perfettamente ragione» ammisi, sentendo come se un peso stesse volando via dal mio cuore «Sono stata una stupida a pensare che avremmo potuto tornare come una volta. Perdonami».
Restammo a fissarci con sguardi diversi.
Il mio era pieno di lacrime, e dispiaciuto.
Il suo era freddo e duro: era esattamente l'Ace bambino che ricordavo.
Era tornato a disprezzarmi e ciò che era peggio, era sapere che ero stata io a spingerlo a farlo.
Un altro tuono, questa volta più forte e più vicino, mi fece sobbalzare.
«Andiamo. Non passerà molto tempo, prima che se metta a piovere» disse prendendo la direzione del villaggio.
«Come facciamo con i Draghi Celesti?».
«Non ho intenzione di bagnarmi a causa loro. Se li incontreremo, non mi basterà fare altro che abbrustolirli» tagliò corto lui, continuando a camminare senza voltarsi.
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𝕆𝕟𝕖 ℙ𝕚𝕖𝕔𝕖 - Due Cuori, Un Solo Fuoco-
FanfictionCosa sarebbe accaduto, se nella piccola Isola di Dawn, poco dopo l'arrivo di Luffy, fosse arrivata anche una bambina? Come sarebbe stata la vita di Ace, Luffy e Sabo? Avrebbero fatto entrare nella loro ciurma anche la piccola Emy? E cosa sarebbe su...