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Prima parte
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Roma è una città grande, talmente grande che controllarla tutta sarebbe un sogno. Voglio essere il re di questa città, ma per ora lo sono solo di una parte di essa. Questo perché l'altra metà da un po' di mesi è passata ad una ragazza, una puttanella di diciotto anni che non sa minimamente come fare. Per questo voglio cercare di sottometterla e di rubargli la sua metà. La conosco, abbiamo avuto degli scontri in passato ma non mi ha mai buttato giù. È un po' un osso duro, ma d'altronde a me le cose semplici non piacciono, finirebbe tutto il divertimento. Ma le toglierò tutto, poco ma sicuro.
Sono un tipo particolare, non ho amici, ma solo uomini che eseguono il mio volere. Non ho parenti, né genitori ma non me ne frega nulla. Ho solo un cugino, l'unico della mia famiglia che ha aperto da poco un negozio di alimentari in zona. Non sento la mancanza di nessuno. Ho una ragazza che fa tutto quello che le dico e non prova mai a mettere bocca sulle mie cose. Sono freddo, a volte glaciale ma anche se può sembrare che io sia solo, non lo sono mai. Dentro di me, ho delle voci, molto presenti nella mia vita, si può dire che siano i miei migliori amici. Non sempre si fanno sentire, ma quando lo fanno mi suggeriscono cosa fare.

Stamattina sono sconfinato nel suo territorio con i miei uomini rapinando un supermercato per fare provviste per noi, visto che lei fa un sacco la stronza. Non lasciamo tracce, ma non ci mette molto a capire che siamo stati noi. È una ragazza vendicativa perché appena se ne accorge viene in zona mia a rapinare un tabaccaio, mamma mia quanto cazzo la odio. Giuro, si crede di essere furba ma invece se non lascia stare farà la fine del sorcio. E fare la fine del sorcio vuol dire morire. Decido, o meglio i miei amici in testa decidono, di andarla a cercare. La trovo e la fermo con la mano dietro al collo.
"Ferma" ordino.
"Che vuoi mh" mi chiede.
"Che cazzo ha fatto?" ringhio.
"Che fai mi prendi da dietro come gli infami?" sogghigna.
"Mi piace più da dietro. Come cazzo te sei permessa? Quella è zona mia"
"Tu hai fatto lo stesso"
"Chi te lo dice che sia stato io? Rifallo e ti ammazzo. Tieni queste belle chiappette fuori dalla mia zona" le dico all'orecchio.
"Non mi fai paura, affatto.."
"Stai al posto tuo. Ho già guai per conto mio"
"E voi state al vostro" mi dice.
"Nessuno si è mosso" mi mordo il labbro.
"E chi ha rapinato il supermercato?" mi chiede.
"Che ne so io, se tu non sai badare alla tua zona, non è colpa mia" faccio spallucce.
"Vi faccio fuori, uno ad uno..."
"Dai spara siamo soli.." le dico all'orecchio.
"Eh se me lasci, come faccio" gira un po' la testa verso di me.
"Uh la bimba vuole giocare alle pistole" la prendo in giro.
"Bimba?" ride "ma che ti sei mangiato pame e miele oggi? Belle chiappette, bimba" mi sbatte il manico della pistola dritto in mezzo alle gambe prendendo palle e pisello.
"Aia, deficiente" la sbatto contro il muro "tu farai una brutta fine, ti ho avvisata da tanto tempo"
"Miao, tremo giuro" mi dice facendomi i versi con la lingua.
"Te la tolgo questa faccia da cazzo, devi tremare. E chiudi sta bocca da puttanella" gliela chiudo.
"Che coglione, sennò ti ecciti?" ride e mi passa la pistola sul collo guardandomi con quegli occhi celesti che sembrano due fari. Gliela tolgo in malo modo col dorso della mano, non mi intimorisce.
"Non me piaci anzi mi fai schifo. Ti ho avvisata occhio a quello che fai" glielo ricordo.
"Ancora? Non mi fai paura. Ora va però ho da fare"
"Si eh, che devi fare? Scoparti il comandante? Così sei salva pure oggi" dico e lei scoppia a ridere.
"Ora fa anche il geloso, mamma mia è pazzo di me"
"No, in realtà non vedo l'ora che te lo metta al culo e ti rinchiuda in gabbia" le dico.
"Mai, calcola questo, tu pensa per te" mi dice.
"Si si come no, mi prenderò tutta la città a breve" la lascio e mi sposto "buona scopata, spero sia l'ultima"
"La tua ragazza invece dice che non sei neanche capace a scopare, se vuoi ti insegno" mi guarda e ride. Mi giro e la guardo.
"Che cazzo dici, ma se le urla le senti fino a qua. Lei non comunica con te, è impossibile" dico.
"Dice che hai un vermicello proprio lì" mi indica.
"Ho un galeone in mezzo alle gambe. Che fai mi provochi perché speri di vederlo mh" le dico.
"E che duri meno di una scorreggia davanti ad un ventilatore" ride, ride forse troppo per i miei gusti, con uno scatto la prendo per il collo e stringo un po'.
"Non ti permettere, lei è di tutta un'altra categoria, non si abbassa a questi livelli da poraccia. Occhio che se lo senti un attimo non lo molli più poi è dovrò ucciderti prima del previsto, chiaro?" le ringhio in faccia, odio chi ride così.
"Ma te ne vai?" mi ride in faccia "sempre a toccarmi, ogni scusa è buona per toccarmi, basta ceh" mi dice.
"Ma chi cazzo ti tocca, mi fai solo che schifo, vali zero" la lascio e cammino.
"Però stai qua, vermicello" ridacchia.
"Si si se te lo metto su una spalla diventi gobba, mica no"
Lei scoppia a ridere di gusto. Madonna è una cosa che odio troppo. Questa è tutta matta, davvero.
"Porello" mi dice.
Le faccio il dito medio, ribattendo di stare al suo posto e sparisco. Spero che non succeda più perché davvero posso ucciderla in poco tempo. Per i giorni successivi sembra aver capito chi comanda, bene molto bene. Almeno ho un morto in meno sulla coscienza.

Mad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora