12.

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Andiamo di là in sala da pranzo e trovo tutta la tavola imbandita. C'è di tutto, la tavola apparecchiata, tutto il ben di dio e non vedo l'ora di sedermi e mangiare.
"Ma ma mia la roba" dico sedendomi vicino a Camilla.
"Mica siamo poveracci come te" risponde Federico.
"È basta su" mette pace Camilla.
"Non lo difendere, oggi che si fa?" chiede sempre lui mentre iniziamo a fare colazione.
"Io e Ginevra abbiamo da fare, non ci siamo" se ne esce Mattia.
"È buona la colazione?" mi chiede Ginevra.
"Si.." rispondo.
"Fa tutto lei" mi spiega Camilla.
"Davvero?"
"Si non mi piacciono le cose comprate" mi risponde la mora.
"Pure i cornetti?"
"Tutto si, pure la marmellata" mi dice.
"Wow, brava" mangio e lei mi ringrazia con un sorriso.

«Madonna Kostas, pensa che bello.. Tutti i giorni la tavola imbandita cosi» mi dice di nuovo la voce nella mia testa.
Beh non sarebbe male, guarda la roba che c'è.
«Poi lei ha due bocce niente male, manco il reggiseno porta guarda, si vedono i capezzoli»
Ma perché guardi le bocce? Ma come i capezzoli!
«E guarda» mi dice e alzo un attimo lo sguardo. È vero porca miseria.
«La smutanderesti di la verità. Poi per fargli un dispetto a quei due.. Pensa che bello..» mi dice.
Eddai. Se non ci fosse stata Camilla, sicuramente lo avrei fatto.
«Ma fallo uguale»
Non mi mettere in testa ste cose! No. Devo mettere la testa a posto, basta.
«Fattelo succhiare mentre cucina»
Oddio. Mi prende un po' di svampa. Una salsiccia per cena. No, piantala.
«Pensa, cibo abbondante tutti i giorni, lei che va in giro mezza nuda, te lo succhia mentre cucina..»
Smettila ti prego.
«C'è l'ha la bocca da pompinara, guarda» mi dice.
Smettila non voglio guardare.
«No guardala un attimo, dai»
No basta te ne vai? Non mi far pensare a ste cose ci devo vivere qua cazzo! Ma lei si abbassa un po' per controllare i cornetti ancora nel forno. Guardo un attimo. Cazzo. No basta.
«Dai fallo, sono con te»
No dai, non si può. Mi ammazzano davvero sta volta. Basta.
Mi alzo e vado al bagno.
«Dai corteggiala» mi dice «Poi starete soli no? Zac te la bombi e sparisci.
Mi metto le mani in testa. La scuoto.
"No, no. No! Ho detto di no, basta!" urlo. Non più nella mia testa ma a voce alta. Tanto che Mattia apre la porta del bagno. Lo guardo col fiatone, sto combattendo una guerra tutta mia.
"Oh, ti senti male?" mi chiede.
"No, niente tranquillo" rispondo.
"Sicuro?"
"Si" mi alzo dal bidet ed esco in giardino a fumare. Camilla mi raggiunge, preoccupata.
"Cosa ti prende?" mi chiede.
"Niente.."
"Dimmi dai" fuma anche lei.
"Non capiresti"
"Spiegami" mi guarda.
"Ecco io, non sono mai solo.." le dico nella speranza che non mi prenda per pazzo.
"Cioè?"
"In testa ho sempre delle voci, le sento da quando ero piccolo" mi apro, non lo ho mai detto a nessuno.
"Anche io.."
"Cosa? Davvero?"
"Si, mi dicono cosa devo fare.." mi dice.
"Si ma mi dicono anche cose che non dovrei fare, soprattutto. Spesso le ascolto e mi trovo nei guai. Tipo che mi umiliano se non faccio come dice lui, oppure cose brutte insomma, solo che mi convincono che sono buone idee, non pensando alle conseguenze così dopo averle fatte mi trovo nella merda" le spiego. "vorrei liberarmi di loro ma non riesco. Quando ero dentro non le sentivo più, poi è tornato. Mi hanno sempre tenuto compagnia fin da bambino ma ora basta, vorrei prendere da solo le mie decisioni, cazzo"
"E non li ascoltare" mi dice.
"Ci sto provando, ho paura di non riuscirci però"
"Lo devi fare, io le zittisco"
"E come fai? Io ci provo ma non sempre se ne vanno"
"Le mie si, le zittisco io, le ignoro, non rispondo" mi dice.
"I miei sono ossi duri non mollano" sbuffo "però ci provo Mh, ogni giorno una lotta"
"Provaci" lancia la cicca "che facciamo oggi?" mi chiede.
"Usciamo, non mi va di stare a casa" le dico, anche perché con quella in giro poi le voci si sbizzarriscono "tu hai da fare qualcosa?" chiedo.
"No, nulla"
"Meglio, allora andiamo un attimo a casa mia, devo prendere delle cose sennò non ho niente da mettere e poi andiamo via da qui"
"Si, mi vado a vestire" mi dice ed annuisco, mentre lei rientra. Rimango fuori perché è molto meglio, almeno non la vedo, ma casa è piccola, indovinate chi si affaccia? Si, lei. La mia tentazione.
"Non vieni a finire di fare colazione?" mi chiede.
«Sii gentile, guardala». Smettila.
"No grazie, basta così, ora andiamo via" dico.
"Ma tornate a pranzo si?" mi chiede.
"No, non torniamo, andiamo a pranzo fuori, forse a cena, boh. Vediamo come si mette la giornata" dico.
«Dille che la fai pranzare tu con il tuo salsicciotto». Falla finita.
"Ah ecco, dove andate?" mi chiede.
"A Napoli. Cosa sono tutte queste domande mh" chiedo.
"Bella.. Così per fare conversazione" mi dice.
"Non ho voglia di conversare con te" dico.
"Perché?" mi guarda e il mio sguardo va a finire sulle sue tette, con sti capezzoli che si vedono dalla maglietta, dio mio.
«Vai Kostas, ora che non c'è nessuno, vai e succhiali» mi dice. Mi avvicino ma lei non si sposta. La mia voce fa il tifo per me.
"Perché sono di poche parole" dico, la sposto ed entro. Basta.
«Ma sei diventato gay? Vedi, male che va la eviti, dai fallo per me. Rendimi orgoglioso di te» mi dice.
No, non voglio. La sto evitando, lasciami stare.
"Scusa, ma perché fai così? Ti sto sul cazzo?" mi chiede.
«Magari! Diglielo!» si intromette. «Dai un po' di adrenalina, i fratelli di la, tu che prendi la poppata in cucina. Vada, non cincischi, rimanga attaccato, se lo fa prende una marea di punti!»
No.
"No perché?"
"Così sembra.."
"Senti perché stai facendo la carina con me?" chiedo.
"Beh perché ti trattano male, mi dispiace, neanche ti conosco cerco di farti entrare.." mi dice.
No aspetta, ha detto farmi entrare, dove??
«Vedi! Dai entra!»
"Entrare dove?"
"Tu dove vuoi entrare..." mi dice e mi guarda.
No vabbè, ci sta provando, ma che cazzo ho fatto di male!
«Ma che cazzo te ne frega, la scopi è ciao, dai» mi dice.
"Che c'è mh?" dico e lei si lecca le labbra. Mi avvicino a lei, dando ascolto alla voce, ma poi la ragione si impossessa di me, faccio il giro del tavolo e vado da Camilla.
"Ti aspetto in macchina" le dico mentre si sta facendo la piastra.
"Mh.."
Esco e me ne vado in macchina.
«Sei un coglione, basta» mi dice la voce.
Smettila cazzo, non posso, oh non posso. Non posso perdere Camilla, lo sai come cazzo stavo. Non posso, con lei sto bene, mi fa bene, lasciami stare.
«Eh ma quella è sorca e ci sta!»
L'ho vista, la vedo, me ne sono accorto. Ma non si può fare cazzo. Io.. Glielo ho promesso, zitto. Mi giro una canna per calmarmi, mi ci vorrebbe una bella dose di droga pesante per calmarmi, altro che canna.

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