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Sono rimasto allibito, ma che cazzo le ho fatto? Mi sono pure girato mezza Roma per i maritozzi, la tratto come una regina e ancora mi devo sentire i suoi rinfacci. Addirittura che la tratto male.
È sparita non mi faccio sentire perché mi rode il culo. Ma quando sono le sette di sera è lei non torna, la chiamo.
"Cosa vuoi?" mi risponde.
"Dove cazzo stai? Ma non ci torni a casa?"
"No ceno fuori" mi dice.
"Addirittura, apposto poi sono io eh"
"Ciao" mi dice e attacca.
Benissimo, mi vesto ed esco vado ai giardini così evito di tirare casa per l'aria. La maledico ma che davvero, sta ragazzina. Io non le ho fatto un cazzo. Io non torno a casa presto, ma che sto a casa aspettando che lei si fa i cazzi suoi? Non credo proprio, rimango al parchetto.
Torno verso l'una e un quarto. Entro e chiudo, le luci sono accese per cui lei è tornata. È lì sul divano a vedere la tv, vado dritto in bagno e mi faccio la doccia perché puzzo di erba. Mi asciugo e non le chiedo nulla, mi metto a letto col telefono, ammazza quanto le interessa di me. Non torna neanche a letto, bene, benissimo. Ma io non mi alzo da qui, mi prendesse un colpo all'istante se lo faccio. Sono così incazzato che tra un po' si sente puzza di bruciato perché le fiammi iniziano a bruciare il letto.
Lei non so che fa, dormirà sul divano, cazzi suoi. Io sto a letto. La mattina non mi alzo nemmeno per fare colazione.
Vado di là più tardi.
"Tu già hai fatto?" chiedo.
"Se"
"Mecojoni"
"Che sto aspettando i cazzi tuoi? Non credo proprio" dice.
"Ah certo, i cazzi miei. E io devo aspettare i tuoi vero? Che sparisci dall'una, neanche a casa ceni, non ci sto proprio"
"Mi dici che devo andare a fare in culo, ci vado"
"Ma ovvio, mi tratti di merda" dico.
"È tu no? Sparisci, torni all'una passata, dormo sul divano nemmeno ti frega un cazzo" dice.
"Faccio come fai tu, brutto vero?"
"Con la differenza che io sono incinta e non ti sei nemmeno preoccupato dove fossi, ma ovvio te avevi da fare i cazzi tuoi" mi dice.
"Come i tuoi uguale che sei sparita invece di stare con me. Sei incinta okay ma nessuno ti autorizza a trattarmi così  perché io cerco sempre di fareil carino, comprensivo, ma quando mi rinfacci no, non ci sto." sbotto.
"Ma infatti mi mandi a fare in culo, sei ignorante"
"Ma tu ti rendi conto di quello che mi hai detto o no? Io sono ignorante? Allora pensa te che stronza che sei dopo avermi sposato dopo tutto" dico.
"Chissà che cazzo hai fatto stanotte che sei corso a lavarti" mi dice.
"Tu invece che hai fatto? Che sei sparita tutto il giorno, almeno io ti ho chiamata, te manco quello. Stai insinuando che ti ho tradito??" sbotto.
"Beh può darsi, io sono stata da Dalila tutto il tempo"
"Questa è la fiducia che hai. Non può darsi, dimmi: tu credi che stanotte io ti abbia tradita?" le chiedo.
"Mhmh"
"Apposto mi sei proprio calata. Ma te pensi che io sposo la prima che mi capita? Ti vai a fare i cazzi tuoi, poi esco io e ovviamente ti tradisco come no. Che cazzo stai a fare con me che non ti fidi eh? Non è la prima volta che mi tratti di merda e mi rinfacci le cose"
"Perché tu pensi che io ti abbia tradito?" mi chiede.
"No io no"
"Ovvio perché io non l'ho mai fatto e mai lo farei" risponde.
"È quindi? Io mo perché l'ho fatto in passato non posso essere accusato ogni volta hai capito?"
"Eh ma l'hai fatto, potevi evitare. Ma poi che dici tanto che adesso stai facendo cose, che hai fatto di tanto speciale in questi quattro mesi?"
"Sopporto le tue crisi, cerco di stare buono, cerco di soddisfare ogni tua cazzo di voglia. Sto sempre con te per non lasciarti mai sola e dico mai! Quando tu alla prima litigata prendi e te ne vai. Ti sti dimostrando in tutti i modi che ti amo e tu cosa fai? Mi butti giù in una maniera incredibile, mi rinfacci cose come se niente adesso avesse importanza. Tu non ti fidi di me! Ancora, dopo mesi! E mi tratti anche di merda. Dici che ti sei abituata a fare cose da sola come se io non ci stessi mai!" urlo.
"Non urlare. Senti se decidi di fare una famiglia é tuo dovere non un favore a me, sembra chissà che fai, ogni volta sempre a sottolineare, pare che ti devono dare una medaglia. Io, io, io. Hai ragione fai tutto tuo, questa casa va avanti grazie a te" dice.
"No no va avanti grazie ai tuoi rinfacci di merda. Tu non mi hai perdonato e adesso voglio sapere perché hai deciso di fare una famiglia con me, se me odi"
"Lo stai dicendo tu non io" mi dice.
"No tu hai detto già abbastanza, guarda. Mi togli proprio la voglia di fare le cose"
"Non mi serve un cazzo" dice.
"Si mo fai la vittima che ti riesce bene. Quello, rinfacciare e scappare sono proprio cosa sua. Ma pensa a quello che dici va, invece di venire a rompermi il cazzo, che non ti ho fatto un cazzo"
"Ma se ti dico che mi rode il culo lasciami perdere no? Devi insistere, lo fai apposta così vai a farti i cazzi tuoi"
"Io? Ma se hai cambiato umore, non mi hai più rivolto parola anzi"
"Ti ho detto di evitarmi, tu devi parlare per forza e litighiamo"
"Un conto è litigare un altro è rinfacciare. Sei tu che te ne sei andata non io" dico. "non metterti in testa le cose perché poi sfoghi su di me e non va bene manco per niente, oh basta mi sono stufato chiaro?" mi siedo sul divano, ferito dai rinfacci. Lei si alza e va a vestirsi.
"Vedi chi se ne va sei tu non io"
"Allora vai tu a fare la spesa"
"Perché non ci possiamo andare insieme?"
"Non mi va nemmeno di vederti" mi dice.
"Apposto" mi alzo e prendo le chiavi solo perché è incinta dei miei figli e le buste pesano sennò ce la mandavo a calci. Me ne vado sbattendo così tanto il portone che forse ho crepato il vetro. Vado a fare la spesa tirato come una corda di violino. Non do confidenza a nessuno, non so neanche che devo prendere, così metto nel carrello un po' di tutto, non la chiamo no no, neanche se diventa blu. Eh no se facciamo la gara a chi è più stronzo, io lo sono di più. Tutto, compro tutto e vaffanculo. Esco col carrello strapieno, mica lo so che ho comprato però vabbè è uguale. Carico la macchina e torno a casa, salgo con tutte le buste, perché non riscenderò, col cazzo che mi faccio cinque viaggi. Vado in cucina senza guardarla e sistemo la spesa che ho appena fatto. Vado a fumare una sigaretta in finestra mentre lei condisce la pasta, fa i piatti e porta a tavola. Lancio la cicca e vado a mangiare. Non mi vuole nemmeno guardare eh, allora io sto zitto, ti faccio vedere io, niente nemmeno voglio respirare guarda un po'. Mangio in apnea. Non mi lamento nemmeno un respiro né il rumore della forchetta nel piatto. Finito di mangiare mi alzo e poso il piatto nella lavastoviglia, poi me ne vado sul divano, accendo la tv e guardo un film.

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