Andiamo in discarica, sono così verde di rabbia che se solo mi sfiorano la pelle si bruciano. Resto tutto il tempo del viaggio zitto, con le braccia incrociate, la maledico in testa perché non è possibile una cosa del genere. Andiamo anche da Brico una volta fatto e poi torniamo a casa, lei non c'è. Mi tirerei fuori le budella per strozzarla una volta che torna. Non la chiamo, poi sono io che me ne vado sempre.
Torna verso ora di cena ed io intanto ho sfogato nelle camerette tirando su il muro. Mi sono già fatto la doccia. Quando torna non dice nemmeno un ciao, si lava le mani e va in cucina ad apparecchiare.
Mi appoggio sul divano distrutto.
"È pronto" dice. Così mi alzo e vado a sedermi. Non la guardo e come ieri cerco anche di respirare il minimo per non dargliela vinta. Mi poso il piatto.
"Vai tu a dormire a letto" dico.
"Si"
Metto le cose nel lavandino e poi me ne torno sul divano. Mi tolgo le scarpe e prende un po' il telefono sennò davvero crollo tra poco.~
È finita mi pare ovvio, ho sbagliato a farci tutte queste cose. Non mi si fila di striscio. Vado a fumare di fuori, poi torno dentro. Sbadiglia e mi guarda un attimo. Me ne vado in camera, mi metto il pigiama e accendo la tv così mi fa un po' compagnia e mi fa prendere sonno.
~
Questa è proprio una stronza non mi ha detto neanche di dormire insieme. Ma cosa stracazzo vuole da me? E faccio lo stronzo e sono stronzo, non lo faccio e sono stronzo uguale. Mi odia, quella non mi ha mai perdonato, è palese.
Mi vedo un film, non ci vado di là. Lei se lo guarda in camera, alla fine abbiamo scelto lo stesso film.
Quando è finito vado a fumare una sigaretta, poi torno sul divano non se lo merita di dormire con me. Penso e ripenso. Ma che cosa le ho fatto?. Passo la notte in bianco finché non spengo e me ne vado a letto. Io sul divano non ci dormo, che cazzo. Mi giro di schiena a lei. Non faccio il carino però devo stare comodo. Non le dico niente anche se sento che è sveglia. Mi addormento. Lei non lo so.
La mattina mi alzo presto ed inizio ad imbiancare le stanze perché se mi fermo bestemmio. Quando sono incazzato penso in greco, così i miei amici in testa non capiscono e non possono mettere bocca sui miei pensieri. Borbotto in continuazione.
La sento alzarsi e fare colazione. Io passo, parlando a bassa voce in greco, così neanche lei sa quello che dico. Dopo un po' torno in camera, non si è nemmeno affacciata.
"Che c'è stai male?" chiedo.
"Mi fa male la schiena" mi dice di nuovo a letto.
"Perché?"
"Ho dormito scomoda"
"Metti il cuscino dietro"
"Ci ho messo la coperta" mi dice.
"Ma il cuscino sarà meglio no?" lo prendo e la faccio tirare su con la schiena, le metto il cuscino dietro e mi dice che in effetti è meglio. "Se ti serve qualcosa sto di là, deve arrivare la porta"
"La porta?"
"Eh si per la camera dei pupi, l'ho presa uguale all'altra, così non sono comunicanti ed ognuno ha la sua"
"Si va bene" mi dice e suonano.
Vado ad aprire ed è Mirko, mi è venuto ad aiutare di nuovo. Ha portato anche la colazione che mando da Camilla. Ne fa un'altra. Mi prendo il mio caffè e poi andiamo nelle camerette.
"Ammazza stai a buon punto, un'altra mano di bianco la devi dare però" mi dice.
"Si lo so, poi guarda ho fatto stampare i nomi sullo stancil che li facciamo più scuri. Uno fucsia e l'altro blu" gli faccio vedere.
"Bello" mi dice.
"Lei ancora non ha visto niente. Tra un po' mi arriva la porta e me la scaricano con le mensole così inizio a riempire"
"Come mai non ha visto?"
"Boh" dico. Apro la vernice rosa, ho avuto un lampo di genio e ci ho messo dentro la porporina fuxia, così anche per il maschio, solo che blu. Mirko prende un altro rullo e mi aiuta. Col fatto che stiamo così ci sto mettendo molto impegno almeno mi tengo la mente occupata e non ci penso. Do tutto me stesso per queste camerette. Facciamo un buon lavoro. Passiamo all'altra stanza e stampiamo i nomi più scuro sulla parete.
"È pronto il pranzo. Wow che bella" dice Camilla che si è appena affacciata.
"Ti piace?"
"Molto"
"Quella della femmina è quasi finita c'è anche stampato il nome" le dico. Lei va a vedere e mi dice che le piace sul serio.
"C'è solo da dare il lucido ma domani così si asciuga. Vieni Mirko lascia stare, vieni a mangiare" dico.
"Certo, no bella mi piace" mi dice. Mi lavo le mani e andiamo a pranzo. Mangiamo.
"Tu la schiena?" chiedo.
"Insomma"
"Ti vuoi mettere fastum gel?" chiedo.
"Non posso mettermi nulla"
"Vieni qua fammi vedere dove" le dico.
"Qui ai reni" mi fa vedere. La faccio sedere sulle mie gambe e la massaggio mentre con l'altra mano mangio. Sono bipolare si. La manderei al diavolo un attimo e l'altro momento le farei le carezze. Mirko ci guarda un po' così, siamo strani che vuoi fare. La massaggia è lei ci sta.
"Vuoi che chiamo il dottore?"
"Ma no, vediamo se passa"
"Mh okay. Andiamo a finire va, tu va a letto" le dico e lei annuisce. Si alza e sparecchiare mentre Mirko ha già preso il rullo in mano.
"Lascia perdere ti fa male vai a letto" le dico togliendole i piatti dalle mani.
"Vabbè ma stai lavorando"
"Lascia stare, faccio io dopo, forza fila a letto" dico mentre carico la lavastoviglie. Annuisce e se ne torna in camera. Noi torniamo a lavorare, rimango sempre in silenzio. Mirko verso le cinque se ne va, mi lasciano porta e mensole che carico e la monto. Mi vado a fare una doccia, sono distrutto. Per oggi ho finito. Mi affaccio da lei.
"Ti va la pizza?" chiedo.
"Si"
"Come la vuoi che ordino? Io bufala e pachino" chiedo asciugandomi i capelli con l'asciugamano.
"Metà salmone e fiori e l'altra metà capricciosa bianca. Prendi anche i fritti" mi dice. Chiamo e ordino. Alle otto ce la portano, ho una fame. Mi metto una tuta e mi sdraio a letto sospira do qualcosa in greco che lei nota.
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Mad Love
Fanfic«Tu moriresti per me?» chiese il Joker. «Si» rispose Harley Quinn. «Mh.. Così è troppo facile. Tu, vivresti per me?» «Si» disse decisa Harley Quinn.