13.

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Camilla sale in macchina e parto.
"Ma che ti prende?" mi chiede.
"Nulla, mi sono rotto di stare a casa" accelero come se potessi andare lontano da quella, lontano dalle tentazioni.
"Boh prendi scappi.."
"Niente tranquilla, non torniamo a pranzo"
"Perché?" mi chiede.
"Mangiamo fuori" prendo l'autostrada.
"Dove?"
"La pizza a Napoli"
"Uh fico, buona" mi dice.
"Si? Meno male. Non ci sei mai stata?" chiedo, cercando di sciogliermi ma non ci riesco.
"Una volta si.."
"Vabbè ora sono due"
"Si.. Ti vedo teso, mi dici che hai?" mi guarda.
"Lo sono un po'. Sto facendo una battaglia tra me e i miei amici qua" mi indico la testa.
"E perché? Cosa vogliono adesso?" chiede.
"Perché mi dicono la cosa sbagliata, mi vogliono far fare una cosa bruttissima"
"Eh, cosa?" insiste.
"Tua cognata" dico mentre guido.
"Mia cognata???"
"Si, mi dicono delle cose su di lei, mi tentano" mi apro.
«Zitto, coglione!». No glielo devo dire, devo essere sincero.
"Eh tipo?"
"Di guardarla, cos'è così. Non lo sto facendo, non voglio"
"Andiamo benissimo, ora pure mia cognata" mi dice sbuffando.
"No, sto a casa tua, sto con te, sono più forte di loro.."
"Si come no, immagino"
"Dai non ho fatto nulla" dico.
"Hai la malattia delle donne tu"
"No, sono loro te lo giuro. Io con te sto bene, sto comabattendo" dico ma lei guarda fuori "giuro Camilla, sono calmo".
Lei non mi risponde e tiro un sospiro, ma perché è tutto così difficile? Fumo e poi le passo la canna. Il viaggio è stato in silenzio, un silenzio gelido. Parcheggio e scendiamo ma lei la vedo, è incazzata nera. Cammina.
"Mi aspetti?" chiedo "Dai che sei arrabbiata? Non ho fatto nulla te lo giuro"
"No, sono incazzata nera, non arrabbiata" dice.
"Perché? Parlamene, invece di stare zitta. Io sto facendo il sincero con te, ti ho detto che questa è una grande prova, che voglio solo te" le dico.
"Non mi va di parlare"
Cammino vicino a lei con le mani in tasca, si sono sicuro che voglio solo lei, glielo dimostrerò. Lei rimane zitta, sembra una bomba ad orologeria, ma non so quando si azzererà il timer. Provo a metterle un braccio sulle spalle ma niente, me lo toglie.
"Dai non ci roviniamo la giornata"
"Già fatto tranquillo, anzi che stiamo facendo qua, torniamo a casa" mi dice e torna verso la macchina.
"E dai voglio recuperare, non me ne frega niente di lei, preferivi allora che ti mentissi?"
"Preferivo che non succedesse"
"Guarda che non succede nulla"
"Si certo"
"Te lo giuro, cazzo. Non succede niente e non succederà. Anche perché se fosse così lo sapresti cazzo. La casa è piccola, siamo in quattro ceh dai" le dico.
"Che schifo Madonna, mi viene da vomitare, giuro"
"Dai ma che cazzo mi metto a fare, non sono così coglione come pensi. Non te lo farò mai e basta. Ti dimostrerò anche questo, dov'è il problema? Io non la voglio, stop" dico.
"Io non voglio te"
"Perché? E dai ma che cazzo stai facendo"
"Perché mi fai cadere le braccia ogni volta, basta, sono stufa, lo giuro. Non ti sopporto più" mi dice.
"Eh certo invece di apprezzare che ti dico ste cose, di quello che mi succede mi mandi a far ein culo" dico.
"Si" dice. Apro la macchina, saliamo e partiamo di nuovo. Lei non parla io me la faccio a correre. Ma vaffanculo sta stronza. E io che non la ho neanche toccata. Eh ma non ti liberi di me, no, resto lì, e come se resto.
«Bravo! Così concludi e te ne vai».
No.
Arrivo a casa sua e parcheggio. Lei scende ed entra, io la seguo.
"Già di ritorno?" chiede Mattia.
"Se" rispondo.
"Volete mangiare?" chiede Ginevra.
"No io no" rispondo.
"Neanche io" se ne va in camera, io invece esco.
"Ricominci???" Mattia esce come una furia.
"Non ho fatto niente"
"Io ti ammazzo, quanto è vero dio" anche il fratello lo raggiunge con la pistola.
"Perché è incazzata?" mi chiede Mattia.
"Perché di è infastidita, succede. Deve ancora perdonarmi, sto qua per farle cambiare idea" dico, ma guarda te se devo dare spiegazioni a questi.
"Si ma stamattina era tranquilla, ora no"
"Abbiam discusso cazzo, non sono cose che ti riguardano, non le ho fatto nulla, è stato un malinteso, punto" dico. Annuiscono è rientrano.
Mi siedo in giardino e mi giro una canna mentre Ginevra mi guarda col fuoco, alzo lo sguardo.
"Che c'è?" chiedo.
"Niente.."
"Non sembra, mi stai guardando" fumo.
"Non posso?" mi chiede.
"Beh mica tanto, sto qua per Camilla"
"Quindi?" si lecca le labbra.
"Eh io lo so cosa vuoi tu"
"Cosa?"
"Vuoi che ti scopo, no?"
"Non solo.." mi dice.
"Ah non solo? E che altro?"
"Pure altre cose, altre porcate..."
"Hai il ragazzo, falle con lui"
"Si lo so, ma tu mi ispiri.." mi guarda con le fiamme negli occhi.
"Faresti questo a tua cognata?"
"Non lo saprà mai.." mi dice con voce sexy.
"Non si può"
"Non ti piaccio?" mi chiede.
"Lascia perdere" dico facendo un sorrisetto nervoso. Butto la cicca e mi alzo.
"Dai perché scappi, stiamo parlando"
"Perché non voglio parlare semplice, dai fammi passare" dico visto che si è messa davanti all'entrata.
"E passa.." dice. Le passo vicino e lei mi annusa "buon profumo" dice.
"Lo so.." rispondo e vado da Camilla, vediamo se si può risolvere sta cosa, cazzo.

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