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Mi affaccio e vedo il cadavere di Giada di sotto. Questa è stata lei, sicuro. La chiamo.
"È" mi risponde.
"Carino il regalo, ti ringrazio" le dico.
"Come hai potuto?" mi chiede con voce tremante "hai violato ogni tipo di regole, leggi, tutto"
"Cosa? Non so di cosa parli. Non ho regole io, lo sai benissimo"
"Sei andato a letto con una delle mie amiche, come hai potuto farmi questo?"
"Non solo con lei" dico freddo.
"Sai perché io non ti ho mai ucciso? Perché io ti amo e da quando mi hai lasciato vivo una vita di merda" mi urla al telefono.
"Ti ami me? Ma per favore! Ti ho chiesto di passare, di venire, di riparlarne" dico ma lei mi attacca.
Eh no, così non va bene. Odio chi mi attacca in faccia senza farmi parlare. Corro nella sua zona e la attacco al muro.
"Tu non mi attacchi il telefono in faccia chiaro? Perché aspetti che ti rispondo, facile così non credi?" ringhio.
"Mai. Mi fai schifo, ti odio"
"Ora tu mi ascolti. Sai perché mi scopo le altre? Me lo hai chiesto??"
"Sei la persona più schifosa sulla faccia della terra, perché sei un porco, un maiale. Tu per me sei morto e te lo giuro sulla cosa più cara che ho. Sei morto" mi dice.
"Risposta sbagliata. Devi stare zitta e farmi parlare"
"Vattene" mi dice e mi spinge.
"Che cazzo vuoi eh, vuoi fare a botte?"
"Da te niente, sei morto" mi dice e se ne va.
"Vaffanculo mi devi far parlare, ragazzina del cazzo" me ne vado imbestialito, ma che davvero, neanche mi fa parlare e ha pure ragione lei, assurdo.

~

Me ne vado a casa, piango e mi prendo una bottiglietta di gocce per dormire, collasso in poco tempo, dormo più di una settimana. I miei fratelli mi dicono che quello stronzo è anche passato a casa e gli hanno detto che sono morta. È voluto entrare e Mattia mi ha nascosto nell'armadio così non mi trovava. Dopo qualche giorno che mi sono ripresa esco, gli svuoto i negozi a sto stronzo. Gli faccio passare le pene dell'inferno. Ma nessuno viene a fermarmi, meglio così. Faccio quello che voglio.

~

Sono a letto da più di una settimana, è morta. Mi fa male questa cosa perché ho perso anche lei. Sento i commercianti urlare sotto la mia finestra. Non apro, non mi interessa, che se la sbrighino da soli.
"Ci aiuti, ci ha lasciato in mutande" urlano da sotto il mio balcone.
"Siamo stufi di queste rapine!"
"Ci aiutate o no??"
"Si magari fosse vero, la roscia non c'è più, roscia mia, quanto ti ho voluto bene stronza" dico a voce alta tra più a me che a loro.
"Vogliamo protezione!" urlano di sotto.
"Pure io me dovevo proteggere da lei, invece è morta" parlo da solo.

Un giorno i miei uomini sfondano la porta di casa ed entrano dicendomi di fare qualcosa perché la situazione è insostenibile.
"È morta la hanno cremata" dico.
"Ma che morta?" mi dice Stefano.
"Si, neanche al funerale sono andato, non lo sapevo" ribatto.
"Hanno rapinato tutta la zona lei e i suoi!" mi dice.
"Ma che lei è morta!" dico.
"Sta stronza"
"Parla bene, buon anima.." dico con nostalgia.
"Non è morta!"
"Me lo hanno detto i suoi fratelli lo vuoi capire"
"Si si come no" mi dice e mi trascinano fuori casa. Mi portano non so dove, poi riconosco la zona di quella stronzetta che ormai non vedrò più.
Mi fanno scendere e me la ritrovo davanti.
"Chi cazzo è questa? Tua madre?" mi dice Stefano.
"Ho le visioni.." dico.
"Oh ma chi si rivede, arrivi tardi" mi dice con la sua voce di sempre.
D'istinto mi fiondo addosso a lei e la abbraccio. Allora non è morta. Allora è ancora viva, per fortuna.
Ma lei mi sposta e mi guarda male.

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