Abbiamo cenato insieme finalmente, erano giorni che non lo facevamo. Le faccio vedere le camerette completate, ho messo anche le mensole con i peluche, mancano solo loro. Ho sfogato così in questi giorni, sulle camere dei bambini. Mi mancano i suoi surgelati, i suoi piedi freddi a letto. Mi dice che tra poco torneranno.
"Un mese che non mangiavamo insieme" dico.
"Lo so, ti cacciavo sempre" mi dice.
"Me ne sono accorto, non sei stata carina per niente"
"Lo so, io non sono mai carina con nessuno" mi sorride.
"Con me ogni tanto si, ma stavolta guarda. Tutto ma cacciarmi no, come se non me ne fregasse niente di voi, non ci sto" dico e poso le cose.
"Lo so, ma non sto bene. Ho un uragano in testa" mi dice.
"Si però parlamene, ti ascolto. Se non so cosa ti prende non ti posso aiutare" le dico.
"Ho le crisi. Su dite, sui bambini, ho l'ansia, sul dover stare qui.." mi dice e un po' la capisco non è facile.
"Ci sta, ma te lo ho detto oggi come la penso su di noi, devi stare tranquilla" le dico e annuisce mentre le passo il gelato fritto. Stasera i suoi fratelli fanno gli offesi infatti non vengono. Se la sono anche cercata. Mi dice che non ha dubbi su questa cosa. Ci metterebbe le mani sul fuoco e che se fossi rimasto a pranzo come mi avevano invitato non si sarebbe arrabbiata. Lo so, ma avevo da fare a casa, poi non sono tipo da approfittare. Sto da solo, è uguale. Le spiego che comunque Dalila per lei è una vera amica, che le vuole bene davvero e che non mi verrebbe mai pensato di fare come in passato. Con la sua ex cognata era diverso, mi provocava anche lei, non ho fatto di testa mia, lei tante cose non le sa, ho sbagliato ma ho anche capito. Non farò mai più lo stesso errore.
Lei mi abbraccia, stasera siamo in vena di coccole. Mi dice che ha voglia di fare l'amore, anche io, molta. Ma aspetteremo. Lei mi sente che là sotto sto scoppiando e mi tocca, ma io per ora non posso farle niente. Mi tocca come non faceva da tempo ed io sospiro di piacere. La bacio e lei ricambia finché non le vengo sulla mano.
"Meglio?" mi chiede.
"Direi di sì eh, non ti posso fare niente?" chiedo.
"No.." mi risponde.
"Vabbè ti coccolo" le dico dandole baci e carezze. Mi mancava.
La serata passa tranquillamente, con più coccole e chiacchiere di come eravamo prima, sembrerebbe tutto risolto, lo spero perché tanto io non la lascio, né mo, né mai.
"Mi manca dormire con te" mi dice.
"Pure a me, ora dormo sul divano da solo, mi mancano i tuoi piedi freddi"
"Poverino, con i ghiaccioli nel letto, i surgelati a tavola, una vita di ghiaccio" ride. Loro scalciano nella sua pancia, dice che vogliono uscire. Non c'è la fanno più. E Camilla è come loro, vuole uscire da questo ospedale. Mi dice che è triste, la guardo e inizia a piangere, mi stringe, non ce la fa più. La capisco e la coccolo. L'infermiera mi dice che è ora di andare via. Io le do i baci e lei si asciuga gli occhi, sta oltre ogni limite, ci sta. Le prometto un regalone quando esce, oltre il microonde che le avevo detto prima, visto che così i surgelati si cuociono prima.
"Vai a casa?" mi chiede quando mi alzo.
"Eh si dove vado" rispondo e mi bacia. Quando è così la amo tantissimo. Le dico di non piangere più sennò non mi fa stare tranquillo. Lei mi dice di sì, che tanto tra poco dorme e che le devo scrivere quando arrivo a casa. Ci lasciamo con la promessa di vederci domani e me ne vado. Appena entro le scrivo si essere tornato e mi manda un cuore rosso con la buonanotte. Era da tempo che non eravamo così. Sono felice e dormo finalmente, tranquillo.~
Sono passati un po' di giorni ma io stamattina non sto bene per niente. Kostas viene puntuale con la colazione express. Ma quando mi guarda capisce che non c'è da scherzare oggi.
"Non sto bene stamattina, mi hanno fatto le analisi e mi hanno messo il monitoraggio" rispondo dopo che mi ha chiesto cosa avessi. "ho vomitato, ho avuto anche delle perdite"
"Ma non mi potevano chiamare? Che ti hanno detto?" si siede vicino a me.
"Non si sa ancora, capace che mi fanno partorire pure adesso"
"Che ansia"
"Oh calmati che ho già l'ansia di mio non ti ci mettere anche tu" gli dico. Le analisi me le hanno fatto un paio di ore fa, quindi tra un po' sapremo le risposte. Mi chiede se voglio mangiare ma no. Dopo poco entra il dottore. Ci dice che dobbiamo anticipare il parto, praticamente adesso.
"Posso entrare io? Sono il marito" chiede Kostas.
"Meglio di no, tanto la addormentiamo, la vede dopo, può restare" dice e se ne va iniziando a prepararmi per il parto. Si strofina la faccia, lo so che ha l'ansia. Mi dice di chiamare i miei fratelli. Lo faccio e Federico é molto preoccupato. Dicono che arrivano subito. Il dottore torna e fa uscire Kostas. Mi fa una carezza sul viso ed esce mentre mi portano in sala parto e mi addormentano.~
Sono in ansia cazzo. Cammino per la sala mordendomi le unghie, cosa che faccio solo quando sto a mille dal nervoso. Mi finisco anche un pacchetto di sigarette. Sto calmo, cit.
Arrivano anche i suoi adorati fratelli ma io non gli dico nulla. Sono in ansia li vedo, ma io non parlerò. Neanche chiedono quindi. Dopo un paio d'ore esce il dottore. Sono nati, stanno bene entrambi, hanno pianto e per ora li hanno messi in incubatrice. La mamma è in stanza, dorme ha detto, stanno aspettando che si svegli. Ci dice che è scombussolata, stanca ma dovrebbe riprendersi presto, visto che è giovane. Chiedo se posso vederla e il dottore annuisce. Corro in camera sua, seguita da quei due coglioni. Mi siedo vicino a lei e le accarezzo la mano.
"Porella amore, è tutta colpa tua se sta così. Mamma mia quanto ti odio" mi dice Federico.
"Reciproco con entrambi" rispondo.
"Sta zitto, maledetto" dice Mattia. Camilla dorme ancora.
"Tu sei uguale. Non mi zittite mai, sappiatelo"
"Manco tu a noi, tranquillo" risponde il più duro dei due.
"Io non vi penso proprio, siete voi che mi punzecchiare, sennò io non mi filo nessuno"
"Manco noi a te e basta" ribatte Mattia.
"Non mi pare proprio, sempre in bocca me avete"
"Se se come no"
"Certo che invece di stare vicino a tua sorella vuoi litigare, non capisci proprio un cazzo" dico.
"Sta zitto perché ti sbudello" mi guarda male.
"Mamma mia. E fallo no? Dopo mi fai vedere quanto sei uomo. Invece di rompere il cazzo. Adesso la cosa importante è lei e i bambini"
"Come se ti importasse qualcosa" dice.
"Si mi importa" intreccio la mano con la sua.
"Eh infatti dopo tutte le cattiverie che le hai fatto, si vede quanto la ami" dice Mattia.
"Le ho fatte, mi ha perdonato, mi ha sposato e mi ha dato due figli. Tutto questo perché lo ha voluto anche lei, nessuno le ha messo una pistola in testa, chiaro? Tu non sai un cazzo, non c'eri, quindi non ti permetto. Pensa alla tua vita di merda che mi hai rotto il cazzo abbastanza" dico e lo guardo in cagnesco.
"Sapessi tu a me" dice.
"Sti cazzi. Ti voleva lei vicino non io. A me da te non mi serve un cazzo di niente, ti salvi solo perché sei suo fratello" dico, mi sto alterando e non poco, sto per scoppiare.
"Neanche a me da te, zero. Ti disintegrerei"
"Ma fallo no? Dici le cose e poi non fai un cazzo" dico e lui si alza, prendendomi per la maglietta e mi trascina fuori.
Lo sposto.
"Non puoi aspettare eh coglione? Che cazzi di rispetto hai per tua sorella?" gli dico ma fa un gesto che non mi sarei mai aspettato. Mi da una pizza in faccia che brucia. Sento le fiamme addosso, ora lo ammazzo. Lo attacco al muro, sono stato buono per troppo tempo. Adesso basta.
"Non ti permettere mai più. Anzi vattene, nessuno ti ha chiamato, somma bastardo" dico con gli occhi accecati dalla rabbia.
"Mai, non mi cacci. È mia sorella, sangue del mio sangue a te non ti è un cazzo"
"È mia moglie, la madre dei miei figli. E dove sei stato fino ad adesso eh? Te ne sei fregato" lo sbatto contro il muro "vedi di farla finita chiaro?"
"Sennò che fai eh?" mi sfida con quella faccia da cazzo.
"Non devo fare un cazzo, non devi intrometterti. Se devi stare qua per tua sorella stacci, ma non rompere il cazzo a me, perché ho un limite" ringhio, ho anche sopportato troppo per i miei gusti.
Mattia mi spinge e rientra, chiudendo la porta. Rientro anche io, incazzato come non lo ero da tempo. Non ce la faccio più. Nessuno dei tre parla, Camilla si sveglia, piano. La guardo e mi chiede subito dei bambini. Le dico che stanno bene, sono sotto osservazione ma non c'è nessun pericolo. Lei è stanca, dice. Le fa male tutto ed ha ancora sonno. Le do i baci e le consiglio di dormire ancora un po'. Annuisce e richiude gli occhi, così almeno smaltisce l'anestesia in fretta.
"Guarda come cazzo sta per colpa tua, ti odio" dice Federico. Non rispondo e tocco i capelli a Camilla perché se esplodo li mando all'obitorio direttamente, tanto stiamo qua.
"Poi sono io.." dice Mattia.
"Zitti. Non mi rompete il cazzo, andate fuori se non volete vederla" rispondo acido.
"Tanto non ti facciamo vivere sta cosa felice, sappilo" dice Fede.
Non rispondo e coccolo mia moglie così da tenere le mani impegnate.
"Ti ammazzo prima non ti preoccupare" dice Mattia.
"Sto qua, non scappo mica" dico.
"Manco io"
"Eh allora ce ne abbiamo di tempo, tanto mi devi ammazzare per tenermi lontano da loro"
"Lo farò" dice e se ne va, seguito dall'altro coglione, infatti vanno sempre a coppia. Io rimango da lei e mi calmo un po', o almeno lo spero.

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Mad Love
Fanfiction«Tu moriresti per me?» chiese il Joker. «Si» rispose Harley Quinn. «Mh.. Così è troppo facile. Tu, vivresti per me?» «Si» disse decisa Harley Quinn.