14.

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Trovo Camilla a letto coperta. Mi siedo vicino a lei.
"Oi, dai ne parliamo?" le chiedo.
"No, non mi va di parlare" mi risponde.
"Vabbè" mi sdraio vicino a lei. Non mi guarda nemmeno. Non parla, restiamo così mentre si sente dalla cucina un buono odore. Allungo una mano e le tocco i capelli ma lei me la toglie.
"Fermo" mi dice.
"E dai che sto facendo di male"
"Non devi toccarmi"
"Che palle cazzo" mi giro dall'altra parte. Lei rimani impassibile, come se io non ci fossi. Sbuffo.
"Non si può risolvere come peroni normali, no? Dobbiamo stare così?" chiedo.
"Mhmh"
"Fino a quando non ci dobbiamo parlare? L'avessi toccata pure pure, ma non l'ho fatto" dico.
"Per sempre"
"Ma che cazzo vuol dire per sempre? Smettila, non la ho toccata, nulla, te lo giuro.." le dico.
"Non mi interessa, basta" risponde a monosillabi.
"Ancora? Ma se non ho fatto un cazzo. Allora volevi le bugie?"
"non voglio niente, punto"
"Me ne devo andare?" le chiedo. Lei non risponde "ti ho fatto una domanda"
"Si" risponde.
"Non mi vuoi quindi, hai mentito fino a stamattina"
"Ma non rompere il cazzo" mi dice finendo il discorso, si alza e va in cucina. Ma vaffanculo.
Dopo un bel po', mi alzo e raggiungo gli altri di là. La cognata ha fatto i brownies per merenda. Li taglia e fa i piatti. Mi passa il piatto e con la scusa mi sfiora la mano ma che io tolgo subito. Non. Devo. Cedere.
"Io non lo voglio" dice Camilla e va di là a vedere la tv sul divano. Mangio.
"Buono amo" dice Mattia. Lei ringrazia. Io lo finisco e le porto il piatto.
"Ne vuoi ancora?" mi chiede.
"No, sto ancora mangiando poco" dico e lei mi sorride. Vado a farmi una canna per rilassarmi un po' quando sento muovere di là.
"Vai via?" chiede Federico.
"Si, non vengo neanche a cena" risponde Camilla.
"Perché dove vai scusa? Ma. Che davvero stai a fa? Non ho fatto un cazzo" la prendo per un braccio.
"Oh lasciami eh"
"No, mi dici che cazzo ti prende? Avessi fatto qualcosa. Ma non ho fatto nulla" lei si libera dalla mia presa "vabbè apposto vai a cagare"
Lei esce e sbatte la porta. Me ne vado in giardino. Non torna neanche a cena e non torno neanche io dentro con quelle facce da cazzo. Rientro solo per andare in bagno, poi esco di nuovo, sono abituato a stare solo. Camilla si degna di tornare alle cinque di mattina ed io sono stato sveglio in giro per casa ad aspettarla come un coglione.
Se ne va dritta in camera. Vado di là.
"Dove cazzo sei stata fino ad adesso?"
"Cazzi miei"
"Sono anche i miei, guardami" le dico. "mi dici dove sei stata? Eh"
"No" si mette a letto. "adesso vattene che devo dormire"
"Ma va va, vai a fare del bene poi vieni trattato così" dico.
"Eh infatti, vuoi scomparti mia cognata, proprio del bene fai, benissimo."
"Non la ho toccata, nonostante me la sta sbattendo in faccia hai capito" dico ma lei chiude la porta della camera.
Me ne vado a dormire sul divano quando la mattina sento un bacio sulla guancia apro gli occhi di botto.
"Oh.."
"Buongiorno.." è Ginevra.
"Mh.." mi strofino la faccia.
"Vieni a fare colazione?"
"Non ho dormito un cazzo, ho sonno"
"Io saprei svegliarti.." mi dice all'orecchio con ste tette in bocca quasi.
Deglutisco e respiro sul suo seno perché sono sempre uomo come si fa. Mi da un morso sul collo.
"Ferma.." mi tiro su "sta buona"
"Dai ti faccio così schifo?" mi chiede.
"Non mi fai schifo però non si può" dico lei si tira su la maglietta facendomi vedere le tette nude. Si avvicina e me le struscia addosso. Le metto una mano sul fianco e lei lo prende con un lasciapassare. Si mette a cavalcioni su di me. Mi limona il collo.
"No ferma.." dico.
"Dai.."
"No" la sposto e mi alzo.
"Una volta, dai ma perché"
"No, mi dispiace ma no. Me ne devo andare da sta casa. Non si può fare lo capisci?"
"Ma non lo saprà nessuno, dai"
"Ma va, non è per te tu sei bella e ti scoperei per dare una lezione a quei due stronzi, ma lo sapranno perché sono un coglione, ci tengo a Camilla" dico.
"Lei non ti vuole, se lo vuoi sapere esce con uno dei tuoi" mi dice.
"Che cosa?"
"Si" risponde.
"Come fai a saperlo?" la guardo.
"Lo so e basta. Il moretto, escono poi quello che fanno non lo so" mi dice "Manuel" sento dentro di me il fuoco ora si scatena il peggio di me, vado in camera come una furia, sono cazzi di tutti in questa casa adesso. La riduco al niente.

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