14.

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Il giorno dopo come pensavo, non viene a trovarmi. Vengono i miei amici però. Stanno un po' e poi vanno via. Arriva verso mezzogiorno. Neanche lo guardo. Appoggia il pranzo sul comodino e apre la pasta. Continuo a giocare con il telefono mentre mi avvicina il pranzo.
"Oh, mangia l'ha fatta la madre di Dalila" mi dice.
"Non mi va"
"Mecojoni c'avemo Pannella che fa lo sciopero della fame" dice.
"Non mi va di mangiare ora"
"Fa come vuoi"
"Sempre" dico.
"Ma va va, con sti comportamenti da ragazzina, viziata poi"
"Oh ma che sei venuto per litigare?" sbotto.
"No ma manco a vedere te che giochi, ennamo"
"E che devo fa?"
"Ah niente, sto qui e te stai al telefono"
"Non ti parlo dopo ieri" dico.
"Ma se non ho fatto un cazzo!" dice.
"Abbiamo litigato e non ti parlo" dico.
"Ma invece di stare al telefono prendi il Tablet e cerca le cose per i bambini" dice.
"Dopo" dico. Lui si alza e da una sistemata in camera. Prendo il tablet e inizio a cercare mettendo nel carrello tutto ciò che mi serve. Poi glielo passo senza dire nulla. Lui paga, poi me lo ripassa. Lo poso e inizio a mangiare. A uando ho finito l'infermiera passa e gli dice che l'orario delle visite è finito. Si alza e se ne va senza neanche salutare, ma vaffanculo, spero che non viene stasera perché guarda esce il peggio di me.
Mi sbagliavo, la sera torna e mi porta la cena. Si siede sempre in silenzio. Mangio con la speranza che vada via subito, invece no rimane lì. Mi metto di nuovo a giocare col telefono e a fumare la sigaretta elettronica che mi ha portato Dalila.
"Mi parli cazzo?" mi dice.
"Non ho nulla da dire"
"Perfetto sta con Mario allora, buonanotte" dice.
"Mhmh"
"Ma vaffanculo" se ne va sbattendo la porta. Ma vacci te, coglione. Lo maledico.

La mattina dopo non viene neanche a mezzogiorno. Con me ha chiuso. Lo vedo entrare di pomeriggio ma lo anticipo.
"Non la voglio, vai via" gli dico.
"Oh che cazzo ti prende? Perché mi stai cacciando mo? Non fare la deficiente" mi dice.
"Oh vai, vai dove stavi stamattina" gli indico la porta.
"No. A letto stavo"
"Eh tornaci" dico.
"Ma vaffanculo va, te e sta matta che sei. Davvero oh mi fai cascare le palle di fare ogni cosa"
"Non mi serve niente" dico.
"Apposto" dice e se ne va.
L'ho cacciato da vero stavolta. Non torna, per fortuna o no. L'ansia che possa fare qualcosa mi divora, lo so come reagisce quando sta così. Guardo l'orologio e di lui neanche l'ombra. Lo odio, perché ho fatto questo? Sono proprio una stupida. La mia voce interiore mi dice di smetterla, che lo amo così tanto da averlo cacciato e sperare però che entri da quella porta.
La mattina è saltata, ma la sera sento bussare.
"Avanti" dico e con mia grande sorpresa entrano i miei fratelli.
"Tesoro ciao" mi dice Fede.
"Ciao.." Mattia entra.
"Come stai?"
"Mi sono stancata di stare qua" sbuffo.
"Lo so, abbiamo parlato col medico dice che non puoi alzarti" Fede mi dà un bacio sulla guancia "il coglione?"
"È venuto prima" mento.
"Meglio" borbotta Mattia. "quando ti fanno partorire?" mi accarezza la pancia.
"Tra qualche settimana"
"Speriamo vada tutto bene, noi stiamo qua, così ti siamo vicini" dice Fede.
"Va bene. Come è andato il viaggio?"
"Scombussolato, il fuso è pesante" sbuffa Federico.
"Tu che dici?" mi chiede Mattia.
"È che dico, sto qua. Il bimbo?" chiedo.
"Sta bene. Potevi anche invitarci al matrimonio così facevo di tutto per non farvi sposare" dice Mattia.
"Ah quello anche io, non ti avrei mai fatto fare sta cazzata" gli da ragione Fede.
"Ma va, ma quale cazzata. Poi è stata una cosa improvvisata, non abbiamo fatto niente di che, noi e i quattro testimoni" spiego.
"Pensa che stronzo, si è sbrigati. Ha pensato a tutto, fallo fessi" dice Mattia.
"Tanto lo avrei fatto comunque così, non sono per le cose eclatanti" dico.
"Ho capito ma dal giorno alla notte, neanche la proposta dai, che fio de na mignotta" dice Federico.
"Eddai sta buono" dico.
"Buono? Io lo ammazzerei" dice Mattia.
"È perché non sta qui?" chiede Fede.
"Te l'ho detto detto è venuto prima. Doveva finire di sistemare le cose dei bambini. Sta sempre qua" dico.
"Il senso di colpa lo logora. Madonna lo odio. E dobbiamo pure conviverci. Non so se Mattia li renderà orfani questi bambini" dice.
"Dai, per favore. Già sto in ansia di mio non vi ci mettete anche voi" dico.
"Eh ma non lo ho perdonato, affatto. Quel bastardo, figlio di puttana" dice Mattia e si carica.
"Neanche io, ci ha divisi, ha preso per il culo tutti. Si è scopato nostra cognata e gliela hai perdonata, addirittura te lo sposi e ci fai figli Cami? Ma che cazzo ti ha fatto quello?" mi chiede Federico.
"Mi ha incantato, mi sono innamorata già da molto prima" dico.
"Incastrato vorrai dire" mi corregge Mattia.
"Smettetela" dico. Forse non è stata proprio una buona idea inventare qui i miei fratelli, me ne rendo conto solo ora. L'infermiera dice che è ora di andare via. Propongo di chiamare Kostas e farli venire a prendere ma Mattia si oppone.
"Non mi serve un cazzo da quello, prendiamo il taxi" dice. Annuisco e gli do l'indirizzo.
"Mi raccomando, niente storie, fatemi stare tranquilla" dico. Loro annuiscono e se ne vanno lasciandomi in completa ansia, di sicuro litigheranno, già lo so. Che pazienza, cazzo!

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