9.

110 7 6
                                    


Siamo arrivati a tre mesi, oggi abbiamo la visita così che vedremo se va tutto bene. La nostra relazione va molto bene devo dire. Lo vedo che è in ansia. Siamo in sala d'aspetto in attesa della chiamata del ginecologo. Lui ha la gambetta tremante di nervoso.
"Ansia?" gli chiedo.
"Un po'"
"Dai poi me la metti anche a me"
"Eh lo so, sto buono" dice. Ci chiamano ed entriamo dentro. Il medico ci saluta.
"Come va?" mi chiede.
"Eh le solite nausee, ecco le analisi" gli passo il foglio, lui le guarda.
"Beh direi che sono molto aumentati i valori" dice.
"È un male?" chiede Kostas.
"Vediamo come sta" risponde e mi indica il lettino. Mi sdraio e mi tiro su la maglia. Mi mette quel gel freddo e Kostas si avvicina.
"La pancia anche è cresciuta" osservo.
"Si ed è molto strano, sono comunque tre mesi" dice ed inizia a fare la visita.
"Allora?" chiede Kostas.
"Beh, c'è una novità" dice e sbianchiamo entrambi. "ci sono due cuori che battono" dice il medico.
"Due??" chiedo.
"Due"
"Quindi sono gemelli" guardo Kostas a cui sta venendo un infarto. "te lo avevo detto io" rido.
"Stai buona"
"Stanno bene?" chiedo al medico perché lui non è in grado di parlare.
"Si eccoli, ora si spiega l'aumento di valori e la pancia" dice e Kostas guarda senza parlare.

~

Due cazzo, due. Deglutisco. Io non so già come si fa il papà, non c'è l'ho mai avuto, figuriamoci crescere due!
«Doppietta per il bomber, auguroni!»
Sta zitto, cazzo. Grazie amico.
«Dai sarai un papà fantastico» cerca di caricarmi ma non ci riesce.
Lei si riveste, ci dà l'appuntamento per il mese prossimo e usciamo. Rimango in silenzio.
"Io sono contenta che sono due" mi dice.
"Si?"
"Certo, tu no?"
"Io sono un po' preoccupato" dico.
"Di cosa?"
"Beh non so come si fa il papà, non l'ho mai avuto. Con uno sarebbe stato più semplice, penso" dico.
"Ma va, cosa cambia, uno o due è uguale" mi dice.
"Eh insomma. Immagina che piangono insieme, hanno fiamme insieme, cacano insieme"
"Ancora? Beh in teoria siamo due, le soluzioni si trovano eh. Se li allatto compriamo il tiralatte e preparo i biberon. Li ninniamo uno per uno e basta. Cosa c'è di strano?" mi chiede. "basta solo sapersi organizzare"
"Si quello si, ovvio"
"E allora, ormai ci stanno. Non penso che tu voglia darne uno in affido o scappare" mi dice.
"Che cosa? No certo che no, neanche scappare" dico.
"È allora basta"
"Vediamo su, devo solo riprendermi dallo shock iniziale, andiamo a fare due passi. Vuoi mangiare?" chiedo.
"Un po' di pizza bianca, con tanto olio e sale" mi dice come se fosse una bambina.
"Uh sempre pizza eh, ti porta ai ricordi" dico.
"Ma la smetti, stupido" ride. "pensa se mi viene la voglia di pizza di Napoli alle due di notte"
"Se come no, scortadelo mh"
"Guarda che se non soddisfi le voglie ti vengono i figli a macchie, due dalmata escono" mi dice.
"Se vabbè, mi sarei comprato un cane"
"Peggy e Pongo"
"No due normali" ribatto.
"Con te come padre, normali è impossibile" cammina.
"Ma ei" rimango come uno scemo.
Le vado vicino e lei mi abbraccia.
"Dopo chiamiamo i miei fratelli" mi dice.
"Okay, sono pronto agli insulti"
"Fede lo sapeva"
"Ah si?" chiedo.
"Si beh nell'ultima videochiamata glielo avevo detto che avremmo fatto dei figli e un matrimonio, si è incazzato però non mi importa" dice.
"Beh ti credo mi odiano. Non mi va però che ci litighi" dico.
"È la mia vita non la loro"
"Lo so, ma sono la tua famiglia" dico.
"Oh senti ma che cazzo hai oggi? Perché sono due non va bene, ora i miei fratelli, ci hai ripensato??" si stacca e mi guarda.
"Ma che dici, no"
"Così pare"
"No, voglio le stesse cose di prima"
"No or niente e lo vedo, l'ho capito"
"Ma non hai capito niente, sono solo preoccupato e basta" dico.
"No ci hai ripensato e non me lo vuoi dire"
"Ancora? Ti ho detto di no. Li voglio dei figli con te e voglio il matrimonio. Andiamo a prendere la pizza e falla finita. Non farmi incazzare che lo sai benissimo che se ci avessi ripensato te lo avrei detto senza problemi"
"Non sei contento come prima lo vedo non sono stupida" dice.
"Ci devo fare l'idea. Ero convinto fosse uno, ora sono due, mi dai tempo un attimo? Cazzo oh" entriamo al forno. La commessa mi guarda mi fa gli occhi dolci e si rivolge a me, quando mi giro Camilla non c'è più. Esco.
"Oh che ti prende?"
"Non la voglio più." si accende una sigaretta e va alla macchina.
"Perché?"
"Non mi va"
"Mo no, prima si ora no. Perché si può sapere?"
"Quella aveva la faccia da cazzo, sta troia"
"Andiamo da un'altra parte" le dico. La mia pazienza però ha sempre un limite.
"No andiamo a casa e basta"
"Come ti pare" apro la macchina e saliamo. Riparto. "che ne sai che è troia poi?"
"Si vede"
"Vabbè allora vuoi andare a casa?"
"Si" dice e guido.
"Quando li chiamiamo i tuoi fratelli?"
"Ora, appena torniamo" dice e guido.
"Dovremmo cambiare macchina, perché questa è bassina mo che ti cresce la pancia" dico e lei annuisce. Bel discorso wow. Parcheggio a casa ed entriamo. Mi siedo sul divano e lei prende il pc. Lo accende e fa la videochiamata su Skype a tutti e due i maledetti.
"Amore" dice Fede.
"Oi" saluta Mattia "perché sta la quello? Ancora lui??" ringhia.
"Ah lui non lo sa" dice Fede. Camilla annuisce.
"Stiamo insieme, viviamo insieme" dico.
"Dopo tutto quello che ha fatto? Insieme?? Ma sei impazzita cazzo" da un cazzotto alla scrivania.
"Senti" dico.
"Sta zitto perché ti ammazzo come un cane, hai capito?"
"Io la amo, è inutile" dico.
"Non voglio sentire niente. Si certo come no e ti sei scopato la mia ragazza"
"È stato tre anni fa, volevo dirti anche che mi dispiace, amo tua sorella. Ho sbagliato e le sto dimostrando che ci tengo, stiamo insieme da tre mesi, quindi Mattia piantala" dico sbuffando.
"No io concordo con Mattia" dice l'altro.
"Piantala te, schifo"
"Dai mh, vi devo dire una cosa.." dice Camilla.
"Che è successo, ti ha fatto male?" chiede Federico preoccupato.
"No macché, non siamo più io e lui.." dice. Le passo la cartellina.
"Che cazzo vuol dire??" Mattia si agita. Lei gli fa vedere l'ecografia.
"Diventate zii" dice sorridendo.
"Ma vaffanculo" dice Mattia e stacca la chiamata.
"No vabbè, questa non lo dovevi fare" anche Federico stacca. Lei ci è rimasta male.
"Eh vabbè.." dice delusa.
"Che stronzi, vabbè che mi odiano ma te cosa centri?"
"Io glielo ho detto, amen"
"Si lo so ma mi fanno incazzare. Perché potevano pure farti parlare, una domanda, quando tu gli sei sempre stata vicino, eddai" dico e lei fa spallucce.
Vado in finestra e mi accendo una sigaretta quello mi fa innervosire e non poco. Lei va a farsi la doccia poi torna sul divano, neanche mi guarda. Sbuffo dentro, cercando di mantenere calma e controllo. Che palle cazzo non ne va bene una!

Mad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora