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Stiamo dormendo insieme, sento bussare alla porta della camera. Kostas dorme ancora. Oh cazzo, c'è il mio fidanzato di là? Merda..
"Chi è?" chiedo per prendere tempo.
"Ma come chi è? Camilla sono io, ma che stai facendo qua?" mi dice e vedo la maniglia che si tira giù.
"Dormo, tu?" dico ma lui apre la porta. Guarda e vede che vicino a me c'è un altro.
"Ma chi cazzo c'è nel letto? Chi cazzo e questo?" urla.
"Ma che cazzo urla questo" biascica Kostas.
"È il mio ex.."
"Come io tuo ex? Che ci fa qua! Ma sei impazzita eh?" urla contro di me.
"Si. Io ecco, non posso stare con te, perché io amo lui.." dico.
"Che cosa? Dopo due anni con me? Te sei solo una troia in cerca di guai" mi dice. Kostas si tira su come Regan dell'esorcista. Temo potrebbe ammazzarlo di botte. Lo fermo con una mano.
"Smettila non è vero" dico.
"No eh, mi hai usato, per tornare e scomparti questo! Io ti amo" urla.
"Non è vero, ti dico. Con te sono stata bene ma lui è un'altra cosa.." dico.
"Non ci posso credere! Ma quale altra cosa, mi hai raccontato quello che ti ha fatto e ancora con questo! Ma vaffanculo Camilla. Sei proprio una troia" mi dice. Kostas gli lancia la lampada sul comodino.
"Dillo di nuovo no. Già mi ha svegliato male." si alza incazzato.
"Basta, ora c'è ne andiamo e non mi vedi più" dico e mi alzo anche io.
"Ecco brava fuori di qui, immediatamente" mi dice.
"Non ti preoccupare" Kostas passa e gli da una spallata. Lo seguo e vado a fare le valigie, la donna con le valigie in mano. Mi prendo tutto mentre l'altro sbraita di là ad alta voce. Kostas mi aiuta a prendere le borse e scendiamo, io non dico una parola neanche saluto perché insomma sto in torto. Ma come si fa ad accantonare un qualcosa che si sente?
Carichiamo la roba in macchina, saliamo e prima di partire Kostas lancia un petardo sulla sua macchina così che non si scordi più di noi, poi sfreccia via.
"Tranquillo e senza rancore" rido.
"Se lo è meritato. Troia non ti ci chiama" dice.
"Quindi ora che facciamo?"
"Prima andiamo a fare colazione, che quel coglione mi ha svegliato male" si mette gli occhiali da sole "poi andiamo a mangiare la pizza a Napoli, me la sento in gola da quel giorno, cazzo"
"Ancora?" rido.
"Si, oh non ti inventare nulla eh, voglio la pizza napoletana"
"Guarda che è andata così per colpa tua eh, se ti ricordi"
"Si mi ricordo. Appunto andiamo adesso che stiamo tranquilli. E poi niente torni a casa con me, no?" mi chiede.
"Mhhhh" faccio finta di pensarci.
"Ma che cazzo pensi eh? Ho deciso, vieni a casa con me"
"Si eh, ha deciso" rido "speriamo sta volta per sempre, mi sono stufata di fare avanti e indietro"
"Si basta, pure se litigheremo, basta valigie, te l'ho detto cosa voglio da te no" mi dice.
"Ti ci vedi tu papà?" chiedo.
"Mh, vorrei esserlo si" risponde.
"Uh ma dai, che cucciolino. Beh hai 32 anni, direi che è ora. Io 21 però dettagli" sorrido. "È che vuoi maschio o femmina?" chiedo.
"Maschio ovvio, poi un altro maschio e poi femmina per ultima" mi dice, ha le idee ben chiare, ammazza.
"E se viene femmina?"
"Eh me la tengo, mica la posso cambiare"
"Non è che ci abbandoni?" chiedo.
"Si certo, sull'autostrada" risponde.
"Bene! Io ti sparo sul cazzo" dice.
"Ma come sei delicata, che dolce che sei" mi dice.
"Ho ripreso da te" dico.
"Uh ti ho insegnato questo? Che buon maestro che sono" dice "comunque no scherzavo, non vi abbandono"
"Mi sembra il minimo" dico mentre parcheggia. Scendiamo ed entriamo a fare colazione. Io prendo un cappuccino e il cornetto bicolore, lui un cappuccino e il saccottino al cioccolato. Paga e ci sediamo al tavolo mentre ci portano il nostro ordine. Mangiamo.
"Stavo pensando" dice.
"Eccallà mo pensa pure"
"Avoja, sta buona va, che si sono zittite anche le voci per ora" mi dice.
"Ah si? Meno male, sono io che ti curo" dico.
"Si con te le sentivo di meno, devo essere sincero" zuccherato il cappuccino.
"Sei te che hai fatto i danni non io.. Era inevitabile che ti lasciassi" dico.
"Beh si, ci ho ragionato e pensato un sacco, ho sbagliato. Ma l'importante è che ho capito e non lo farò mai più.." mi dice, sembra sincero e cerco di credergli. "basta stronzate, è ora di farla finita"
Beviamo e lui mi chiede se ne voglio un altro.
"No basta, mi ingrasso, sono a dieta" dico.
"Uh si giusto, anche io dovevo stare a dieta, mi sono dimenticato" sbuffa.
"A te dell'amore ti sono rimaste solo le maniglie" dico e scoppio a ridere.
"Smettila, che stronza"
"Obesotto"
"Ma come non ti piaccio così?" mi chiede.
"Mh, insomma, sembri una palletta" dico e rido.
"Ma che cazzo dici? Ma neanche per niente, me devo rimettere un po' in forma, quello si, però ceh meglio di quando ero pelle ed ossa cazzo" dice.
"Sembri Homer, quello dei Simpson, hai la ciambella"
"Che cosa?? Ma va va" incrocia le braccia e si accende una sigaretta mentre io rido a prenderlo in giro. Allungo una mano e gli tocco la pancia.
"Amore già siamo in attesa, non lo sapevo, auguri" dico.
"Ah ah ah, non fa ridere per niente. Senti questo" mi sposta la mano sul suo pacco.
"Questo si è dimagrito" rispondo toccando.
"Se come no, ti ci faccio una sciarpa a triplo giro" dice serio e scoppio a ridere.
"Ma c'è la fai ancora a scopare o sei affaticato?" chiedo.
"Se ti prendo ti sciacquo come una damigiana" mi dice sempre serio.
"La damigiana sei tu?"
"Mo te ne do una guarda eh" mi dice e rido, troppo come non facevo da tempo. "sei veramente una brutta persona. Invece di pensare, poverino ha sfogato la mancanza col cibo, mi prendi per il culo! Non si fa" dice.
"Si fa sì, guarda che culone, se ti pieghi fai l'eclissi" dico.
"No vabbè, dopo questa ciao proprio ciao, al tuo fidanzato, padre dei tuoi figli quasi marito" io rido con le lacrime non ce la posso fare. "vabbè mi metto a dieta ho capito" sbuffa "andiamo va" dico.
Mi asciugo le lacrime e mi alzo. Saliamo in macchina.
"Neanche un bacio oggi, niente" dico.
"E mi ha svegliato male quello" mi tira a se dalla maglietta "non è che te lo meriti molto, visto che mi prendi per il culo.." mi dice sulle labbra.
"Con tutto quello che hai fatto, troppo devi scontare.." sorrido.
"Vabbè ci potrei anche stare, ma dopo la pizza mi metto a dieta.." mi da i baci sulle labbra.
"Eh si amore, ti ci manca la pizza"
"Dai mi è rimasta qua, una pizzetta piccola. Aspetta, come mi hai chiamato?" chiede.
"Obesotto"
"Non ci provare mi hai detto un'altra cosa"
"E baciami e zitto" rido, lo tiro a me e lo bacio. Ricambia, adesso si che è un vero buon giorno. Mi stacco piano e si lecca le labbra.
"Ora possiamo andare" dico sistemandomi al mio posto. Lui annuisce e parte.
"Quindi ti senti pronta ad avere un figlio con me?" mi chiede.
"Si.."
"Bene.." cambia marcia e mi mette una mano sulla coscia. Intreccio la mia mano con la sua. Mi guarda un attimo, penso che la sta per togliere ma non lo fa, anzi mi sfiora il dorso con il pollice. Sono super rilassata e mi appoggio al sedile. Vedo anche lui estremamente calmo, e non è mai calmo questo.
"Mi piaci anche grasso, mhmh" dico dal nulla.
"Ah si?"
"Si, anzi meglio così ho più da toccare" dico.
"Allora non dimagrisco?"
"No, non dimagrire, stai bene così, palpo la ciccia" sorrido.
"Okay allora, evviva la pizza, me ne mangio due" mi dice.
"Si vabbè non è che devi scoppiare però" rido.
"No, mi mantengo" mi dice.
Sorrido è prende l'autostrada per Napoli, adesso sono felice, spero vada sempre così da adesso in poi.

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