La mattina mi sveglio e la cerco per casa, come se ieri fosse stato un brutto sogno, ma lei non c'è. È andata via.
«Se solo» mi dice la voce in testa che quando lei non c'è, riappare.
Lo so, non me lo devi ricordare, lo vedo da solo. Ora sei contento si?
«No, affatto, hai esagerato»
Io? È lei che fa la stronza.
«Le fai scappare tutte» sbuffa.
Tanto sarebbe scappata comunque, lo sapevamo tutti e due.
«Beh l'hai cacciata, cosa doveva fare?»
Mi aveva detto che non se ne sarebbe andata mai, solo parole le sue. Mi viene a dire che si è rotta il cazzo, che le devo dire? Di andare.
«L'hai cacciata dieci volte che doveva fare Kostas dai»
La odio. Ho già i cazzi miei. Gli incubi la notte, mio cugino, le mie crisi e ci si mette pure lei con i capricci del cazzo?!
«Beh se n'è andata, un pensiero in meno»
Si, sparisci. Non voglio sentire nessuno.
Mi lascia solo, solo veramente ed io vado da mio cugino che finalmente mi dice chi è stato ma in cambio vuole che gli stacchi la spina. È difficile ma come vivrebbe? Non voglio che diventi un parassita, uno senza la voglia di vivere, depresso. Incrocio le dita e gli do la mia parola. Ne viene fuori che in un atto di gelosia cronaca, la sua ex aveva scoperto un tradimento e gli ha cosparso negozio e membro di benzina, per poi dargli fuoco. Sono allibito. Sono incazzato come non mai. Mi guarda con gli occhi lucidi, come a dire staccamela, come a pregarmi. Lo faccio, con discrezione e gli do l'addio. Gli ho dato il colpo di grazia. Gli chiudo gli occhi mentre morente mi dice grazie. Ma ti vendicherò Cristian, lo farò subito. Esco dall'ospedale, non ho mai toccato una donna ma non vedo l'ora di farlo, la cerco, la trovo e le sparo in petto, in testa, dove capita. Mi ha tolto l'unica famiglia che avevo, l'unico in cui mi potevo appoggiare. Lui il mio braccio destro. La getto nel Tevere e me ne torno a casa. Di Camilla neanche l'ombra.
Dopo due giorni mi danno il corpo e gli organizzo il funerale che merita.~
"Camilla" mi chiama mio fratello.
"Mh?"
"Ma non sai chi è morto" mi dice.
"Oddio chi? Non dirmi sto cazzo eh, non sono in vena"
"Manolas" mi dice e nel petto si fa strada un buco.
"Come Manolas?" lo guardo allibita.
"Eh quello che aveva il negozio" mi spiega e un po' mi rilasso.
"Ah, il cugino.." respiro.
"Si lui, oggi ci sono i funerali"
"Ah si? Beh andiamo allora" dico e mi vado a preparare.
"Ma va sti cazzi, così sembra che ci abbassiamo a loro"
"Sta zitto, andiamo e basta" dico mentre avviso tutti, li voglio vedere fuori la chiesa.
"Che palle ma che andiamo a fare? Non dovevo dirtelo" sbuffa.
"È una forma di rispetto mh, forza" dico e ci prepariamo, forse mio fratello dopo il pezzo da matta che feci, ha paura della mia pistola perché anche controvoglia si prepara. Lui mi ripete che non condivide ma raggiungiamo la chiesa. Kostas è lì, vestito di nero, con gli occhiali da sole scuri. Mi avvicino.
"Condoglianze.." gli dico. Lui si gira un attimo a guardarmi.
"Grazie.." risponde. Torno dagli altri mio fratello rompe che adesso potremmo andare. No, non andiamo, aspettiamo.
Durante la funzione Kostas non si muove da vicino la cassa contenente suo cugino. Solo, ma non versa neanche una lacrima, non parla, guarda solo la cassa e basta. Dopo un po' esce, lo seguo con lo sguardo ma non mi muovo finché non è finita.
Quando esco lui sta vicino alla porta della chiesa e ci guarda passare, ma mentre passo io, mi prende per un braccio.
"Mh?" mi giro. Mi tira a se è mi abbraccia senza dire nulla, appoggiando la testa sul mio collo. Lo abbraccio anche io, sono e sarò sempre dipendente da questo uomo.
"Cami ti aspettiamo alle macchine" mi dice Fede e va via con gli altri. Gli accarezzo la schiena.
"Mi dispiace per come ti ho trattata" mi dice piano sul collo.
"Eh vabbè ormai.."
"Non dovevo lasciarti andare" mi stringe.
"Però l'hai fatto.."
"Lo so, stai bene tu?"
"Si" rispondo.
"Ti lascio andare ti aspettano" allarga la presa "aspetta senti, ti va un caffè dopo?" mi chiede.
"Ho da fare" gli dico e cammino verso i miei. Mi giro un attimo e se ne va col carro funebre penso al cimitero. Io vado al parco il pomeriggio. Mi ha chiesto così perché sono andata io sennò col cazzo che veniva a cercarmi, sto stronzo.
La sera mi arriva un suo messaggio vocale in cui biascica di vedersi, forse è ubriaco ma non mi smuovo dalla mia posizione, anche se mi costa parecchio, lo amo ormai non è più un segreto. Gli rispondo di no.
"E questo è tutto il tuo interesse vero?" mi risponde.
"Come il tuo, uguale"
"Ma smettila a fare la stupida"
"Come te, uguale.."
Dopo questi piccoli scambi di messaggi non si fa più sentire, neanche io, anche se mi manca, molto.Un giorno mio fratello torna a casa sanguinante dal bracco.
"Che cazzo hai fatto Fede?" mi avvicino.
"Mi hanno sparato non vedi cazzo? Vaffanculo, pezzo di merda"
"Eh chi?"
"Il tuo ex, chi? Sto maledetto, bastardo, che dio lo fulmini" impreca.
"Perche? Che hai fatto mh?" intanto lo medico.
"Perché sono andato nelle terre sue, senza permessi e senza niente, aia"
"Lo sai come funziona, sai com'è lui, quindi te la sei cercata" dico.
"Che cosa? Non vai a dirgli niente??? Mi poteva ammazzare oh"
"Ma se te le cerchi cosa gli devo dire" dico.
"Ma va va, faccio da solo, non preoccuparti" va di là.
"Non mi metti contro di lui, sappilo" gli dico calma.
"Se lo avessi fatto io, il panico. Mi ha puntato una pistola, mi ha sparato" mi dice.
"Anche tu lo hai fatto"
"Eh ma lo fa lui, sei calma. Non lo ho mai preso io, vedrai la prossima volta come gliela pianto in petto"
"Io poi lo faccio con te, quindi"
"Eh certo. Mi ha ferito, non gli dici un cazzo di niente. Cos'è sta novità che non ci si può neanche camminare adesso eh?" mi chiede.
"Stai nel tuo, come loro stanno per i fatti suoi" dico.
Lui sbatte la porta. Ah si, così non ci si può neanche camminare? Ed io allora vado in zona sua a piedi.

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Mad Love
Fanfiction«Tu moriresti per me?» chiese il Joker. «Si» rispose Harley Quinn. «Mh.. Così è troppo facile. Tu, vivresti per me?» «Si» disse decisa Harley Quinn.