16.

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“ grazie per il caffè Emma. Non pensavo fossi così gentile. Durante le riunioni appari molto rigida e dura con tutti noi" mi dice Nicola facendomi sorridere.
“ non lo sono Nico. È solo il mio lavoro quello. Fuori di qui non sono così fredda. ”
“ buoni i cioccolatini?” mi chiede facendomi spostare lo sguardo dal caffè a lui.
“ moltissimo. Non so chi me li manda. E da un paio di giorni che mi mandano fiori oggi i cioccolatini a lavoro”
“ deve essere qualcuno che ti vuole far sentire importante”
“ ci sta riuscendo. Negli ultimi tempi con Simone le cose non vanno così bene.. - dico - solo che quella è la mia vita”
“quindi nessuno potrà provare a portarti via da lui?”
“ non so proprio come risponderti. Amo la mia vita così com'è forse però avrei bisogno di avere qualcuno di più centro della mia vita”
“ quindi se uno ci provasse lasceresti un piccolo spazio”
“ si, anche se io di Simone sono innamorata penso che uscire con qualcuno che ti faccia sentire felice non ci sia niente di male.
Il tizio che mi sta mandando ha tutte le buone possibilità per farlo.
Non conto tutto ciò che mi regala ma il gesto che sta compiendo. In due anni di matrimonio non ho mai ricevuto gesti del genere. ”
“ perché ti sei sposata?” mi domanda.
“ senti ma perché non vai a farti un giro?” Simone interviene sentendo la domanda.
“Simone”
“Emma”
“ smettila subito. Non stava facendo niente di male”
“ è ficcanaso”
“ mi scusi io non volevo essere troppo invasivo nella vostra vita. Emma mi stava solo dicendo che non eravate più uniti come prima” Simone mi guarda è so che dopo scoppierà una grossa litigata. Ringraziasse che non detto che lui non mi ha mai amata. Avrei potuto farlo.
“ Emma si sbaglia. Molto probabilmente è troppo presa dal lavoro e da uno che la sta prendendo in giro, ma io e lei ci amiamo moltissimo” lo spingo via.
“Nicola vai in sala arrivo subito" annuisce e fa come gli ho detto “ che cazzo stai facendo eh? ”
“ non dovevi assolutamente dire quello che hai detto. Tu non ti rendi conto: ci va la mia reputazione!!”
“ sei sempre preoccupato solamente per te stesso. Vai a fanculo” mi allontano ma lui mi ferma.
“ non ti permetto di mandarmi a quel paese, siamo a lavoro e ti devi comportare come hai sempre fatto.”
“ io mi comporto come cazzo voglio ok! Non puoi sempre dirmi come comportarmi. Svegliati. Quel ragazzo non stava facendo niente... Aveva solo fatto una domanda curiosa è fine della storia ”
“Tu sei MIA”
“ IO SONO DI ME STESSA. NON SONO TUA. NON LO SONO MAI STATA SIMONE. NON PUOI DECIDERE DI FARE DELLE SCENATE SOLO PERCHÉ UNA PERSONA MI PARLA O MI REGALA QUALCOSA. ” urlo. Ero stanca veramente tanto. Mi libero dalla sua troppa vicinanza se potessi gli avrei tirato uno schiaffo. So che non era finita qui, a casa avremmo litigato di nuovo, ma adesso ero stufa.
“Emma scusami non volevo che tu e il sindaco..." Mi dice Nicola preoccupato.
“Nico è tutto ok. Non è successo niente e non è nemmeno colpa tua. Io sono solo stanca di essere sempre e solo usata. ” dico sento gli occhi pizzicare e avrei pianto volentieri. Prendo la borsa, metto il giacchetto ed esco dalla sala riunioni senza dire alcuna parola.

« Ho bisogno di te. Dimmi che sei ancora a Roma» invio a Francesca.

«Sono in albergo sempre stessa stanza. Litigo con il proprietario di una casa, puoi venire»

«Ho litigato con Simone in comune. Arrivo»

«Simone vuole che gli spacco la faccia. Ti aspetto» non scrivo più niente. Chiamo un taxi e mi faccio portare da Francesca in albergo. Volevo sfogarmi è lei era l'unica persona con io potevo farlo.

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