43.

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Stasera ci siamo messi a guardare qualcosa insieme alla TV, Giovanna è già andata letto era molto felice del gesto di Simone. Siamo vicini e stretti. Sentivo il cuore andare molto veloce ed era uguale al suo. Mi stupiva questa cosa.
“ sei stanca?" Mi chiede portando i capelli dietro la mia schiena.
“ un pochino” mi bacia a stampo.
“ andiamo a letto?” annuisco. Mi alzo dal divano, Simone spegne la TV e si alza anche lui lasciando il telecomando sul mobiletto. Mi prende per i fianchi.
“ io dormo in camera tu nella tua” volevo vedere la sua reazione. Il fatto che fosse tornato mi faceva piacere non lo nego, ma come avevo detto questa mattina era sotto esame, dovevo tornare a fidarmi di lui.
“ tu... Aspetta... Pensavo che volessi almeno stare un po' con me”
“ ci siamo stati tutto il giorno insieme. Te lo detto mi devi dare tempo. ”
“ a Milano abbiamo dormito nello stesso letto. Cosa cambia adesso?”
“ non mi sento pronta forse è questa casa che mi porta a questo. ” gli dichiaro. Abbassa la testa e poi sembra accettare la mia decisione.
“ d'accordo!” mi dice. Le sue mani sono ancora attaccate ai miei fianchi, mi volto per guardarlo meglio, sento che la pressione sulla mia pelle non c'è più segno che si è staccato.
“ allora ci vediamo domani. ” mi dice guardandomi, sale un gradino delle scale,lo blocco per un braccio.
“ andiamo a dormire va” rido forte mentre lo invito a salire su.
“ ma che ti prende? Due minuti fa hai detto che avremmo dovuto andare a letto separati”
“ ho cambiato idea posso?”
“ sei matta! Mi fai impazzire”
“ è quello che voglio che impazzisci" ride lui stavolta, mi bacia poco dopo. Saliamo le scale e raggiungiamo la nostra camera. Si perché quella era nostra, mia e sua e di nessun altro. Nessuna poteva prendere quel posto.
“ bentornata nel tuo posto reale” gli sorrido.
“ mi era un po' mancata questa stanza. Dopotutto ci siamo vissuti lo stesso. ”
“ ma non è la stessa cosa. ” non avevo notato che il letto era completamente sfatto senza alcun lenzuolo lo guardo.
“ perché sta così?”
“ ho ritirato io le lenzuola ieri. Giovanna stava via e volevo che prendesse aria. Non c'è successo nulla ma non essendoci stato nei giorni precedenti perché dormivo sul divano ecco.. ho cercato di sistemare un po'. ”
“ ohhh” gli sorrido. Lo aiutò a fare il letto dove ogni tanto ci scappa un bacio sulle labbra o lui me li stampa sul collo.

La persona che avevo conosciuto un po' di tempo fa prima di sposarci era tornata. È dolce, premuroso e carino con me come lo era a casa sua.
“ quel giorno che ti ho raccontato sono scappata perché.. io avevo sentito una scossa dentro di me, un brivido dietro la schiena. È da lì che ho capito tutto. Non volevo essere un peso e nemmeno un ripiego. Eri stato dolce, ma sapevo come eri fatto mai mi sarei aspettata di doverti sposare. ” si siede sul letto mentre sposta la trapunta. Si toglie le scarpe, si volta verso di mentre sgancia i jeans.
“ mi sono sentito un essere minuscolo quella sera. Non avevo le parole e non sapevo proprio cosa dire, per questo ti ho abbracciato speravo sinceramente restassi perché non mi dispiaceva averti tra le mie braccia”
“ ti facevo pena! Puoi dirmela la verità non mi offendo”
“non mi facevi pena. Ero io che mi sentivo in difetto. Pensavo che dividevo l'aria con tipi del genere che non dovrebbero nemmeno esistere e ho pensato che magari anche potessi essere come loro. Non ho mai provato sinceramente ad arrivare a quel livello però... Trattavo le ragazze come se fosse degli oggetti”
“ non potrai mai essere al loro livello Simo" gli accarezzo una guancia.
“ spero di riuscire a dimostrarti ciò che ti meriti”
“io direi che per ora puoi iniziare a baciarmi senza smettere di farlo per il resto ci pensiamo ” ridacchia tirandomi verso di lui. Mi lascia prima una serie di baci sulla guancia poi sul collo e infine le labbra. Amavo il modo in cui mi stava toccando.

«Sei diventata la luce del mio cuore»  confessa a cuore aperto con gli occhi chiusi le labbra attaccate alle mie. In un sussurro che mi fa toccare il cielo con un dito.

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