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Ad Emma hanno detto che stava bene, i valori erano un po' sballati perché era stata due giorni senza mangiare ciò che avrebbe dovuto per il resto poteva tornare a casa.
“ ehi sei pronta?” le chiedo mentre ha finito di vestirsi, mi ha chiesto pure di restare di spalle come se non le avessi mai vista nuda. Ho accettato per non rovinare niente.
“ si eccomi” mi volto ed era vestita. Mi avvicino al suo corpo la prendo per i fianchi stampandole un bacio sulla fronte.
“ adesso come arrivi a casa ti fai una doccia e ti metto la crema a questi maledetti segni”
“posso fare da sola”
“ io volevo aiutarti” mi bacia a stampo.
“ se ci sarà bisogno ti chiamerò ok?” annuisco. Pensavamo che sarebbe rimasta qui tutto il giorno perché la stavano idratando invece il dottore le ha detto: di mangiare bene stasera a cena e di prendere gli integratori alimentari per almeno una volta al giorno per una settimana poi di tornare che l'avrebbe visitata nuovamente.
“ devo passare in caserma ti disturba aspettare in macchina?” le chiedo abbracciandola.
“ no tranquillo. Aspetto con tranquillità”
“ non vuoi che ti porto prima a casa?” ero veramente preoccupato. Ciò che le era successo non era una passeggiata, l'avevano rapita, quello aveva abusato di lei e infine aveva i segni sul suo corpo. Le caviglie e i polsi erano neri.
“ Simo sto bene. Non farti paranoie. Ti aspetto non ti preoccupare.” non dico più nulla, non era molto convincente, saliamo in macchina una volta fuori dall'ospedale e passo in caserma. Respiro prima di entrare dentro. Un poliziotto mi vede chiedendomi cosa ci facessi li, gli spiego la situazione e mi porta dal commissario che aveva tutti gli oggetti che avevano Nicola e ad Antonella.
“ ragazzo che è sei venuta a fare qui? ”
“ volevo chiederle se per caso ha trovato una fede al ragazzo arrestato oggi!”
“ oh sì. Volevo chiamare sua moglie infatti,ma non ho avuto tempo. ”
“ sono stato fortunato allora” annuisce e mi sorride. Apre una di quelle bustine di plastica da reperto e mi consegna la fede di Emma.
“ grazie mie davvero” gli dico.
“ grazie a lei signor sindaco” gli faccio l'occhiolino ed esco. Trovo un sacco di gente attorno alla macchina, preoccupato mi avvicino e noto Emma immersa nei pensieri e alle urla. Chiedo di liberare la zona, ha bisogna di aria.
“ Emma ehi" la chiamo ma è come se fosse in un altro mondo.
“ non mi devi toccare. Non devi farlo. Stai lontano. Ho detto lontano”
“Emma... Sono Simone. Ehi. " Le accarezzo piano piano il braccio cercando di non essere troppo brusco con lei. Le infondo calore per farle notare che sono io e non quello che lei ora sta immaginando. Muove il viso verso di me e mi guarda, i suoi occhi sono pieni di lacrime e poi un singhiozzo.
“ mi ha fatto del male! Non riesco a dimenticare quel momento. Io... L'ho visto prima andare via con i poliziotti, lui mi fissava avevo paura che arrivasse qua. Lo hanno portato via e mi è tornata in mente quella maledetta scena. ”
“amore non ti succederà più niente ok! Siamo solo io e te. ” mi precipitò ad abbracciarla mentre è ancora dentro la macchina. Le accarezzo la guancia e si coccola su di me.
“ se torna? Come faccio? Come credi che supero questa cosa? Quando andrò al comune e mi prenderanno le crisi... Simo io... Ho tanta paura”
“amore ci sono io con te. Non ti lascio più da sola. Ogni tua mossa sarà la mia. Adesso andiamo a casa così ti fai una doccia e riposi. ”
“ resti con me?”
“ certo che resto con te non dirlo neanche per scherzo. ” mi stacco da lei. Le metto la fede nel dito e mi sorride. Ringrazio i passanti che si sono preoccupati per lei. Salgo in macchina e la porto a casa.

“Emma, bambina mia” Giovanna l'abbraccia forte e lei si lascia stringere.
“ ciao giovanna”
“ come stai? Sono stata molto in pensiero per te. Simone era molto preoccupato”
“ sono stata meglio ma supero, spero, anche questa ”
“andra tutto bene. Vedrai ci prenderemo cura di te”
“ grazie”
“ Giovanna senti Emma va a farsi la doccia, se vuoi ti do una mano in cucina per la cena la ragazza deve mangiare”
“ non ho molta fame”
“ mangerai comunque, ha detto il medico che devi mettere qualcosa nello stomaco o starai peggio. ”
“ d'accordo” sale le scale e aspetto che si allontani.
“ credo che dovremmo affrontare questo discorso da uno psicoterapeuta, sono iniziate le prime crisi e so che ce ne saranno delle altre. Il trauma non è stato così leggero. Hanno abusato di lei” sussurro quest'ultima cosa come se fosse una pugnalata pieno petto. Non avrebbe dovuto toccarla è lo ha fatto. Lo odio.
“ Simone puoi contare su di me ogni volta che vuoi. ”
“ tu devi partire”
“ con Emma così non ti lascio da solo. Sai bene che le vostre famiglie sono impegnate con i loro lavori. Come farai se ha delle crisi”
“ cercherò di calmarla. Credo sia giusto che tu vada da tuo figlio" mi sorride.
“ non sai quanta voglia io abbia di vederlo ma sono sicura che ci saranno altre occasioni. Penso che Emma abbia bisogno di me più di mio figlio che è sano come un pesce”
“ grazie Giovanna davvero!”

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