Una settimana dopo
Quella sera sono tornata dalla psicologa più leggera, mi aveva spiegato che quando si prendono botte del genere il cervello tende a rimuovere delle nozioni che possono essere acquisite di nuovo con il tempo e di conseguenza tornare come prima.
Quando sono tornata a casa, l'ho trovato che rideva e scherzava con Francesca e Jacopo, Sara mia cognata era andata a lavoro ad un bar nonostante il benestante dei genitori lei non voleva fare niente di quello che il padre magari le aveva imposto. Si trova bene lì.
“Emma" la voce di Simone mi riporta alla realtà, mi volto appoggiando il telecomando - i nostri amici erano usciti per fare la spesa,- in mano teneva la nostra foto il giorno del matrimonio. “ non mi mentivi quando dicevi che eravamo sposati!” avevo smesso di dirgli che ero sua moglie perché non volevo assolutamente che si trovasse a confondersi o rendere la cosa più complicata.
“ ci siamo sposati solo al comune”
“ perché sono un po' cosi” si indica
“ arrabbiato intendi?” annuisce.
“ non volevi sposarmi”
“ e perché mai ? ”
“ le nostre famiglie si conoscono da un po' di anni, e quando ci siamo visti per la prima volta tu eri un farfallone non volevi relazioni ed io avevo superato qualcosa di brutto. Avevo trovato in te un porto sicuro nei giorni successivi, ti avevo raccontato anche determinate cose che mi sono successe”
“ dici il tentato stupro a Malta?” i miei occhi si aprono in velocità, ricordava questa cosa, era veramente strano.
“ si. Questo te lo ricordi”
“ mentre parlavi avevo delle immagini un po' così di noi nel giardino di casa dei miei. Avrei voluto abbracciarti quel giorno" sorrido adesso perché era ciò che mi diceva da un po'.
“ lo so. ”
“ perché allora non volevo ?”
“ ci hanno obbligato a sposarci. ” mi guarda “ hanno organizzato un matrimonio combinato. Io, ero innamorata di te.. tu invece dicevi di non esserlo”
“ quindi ci siamo sposati contro la mia volontà” annuisco.
“ tuo padre ti voleva togliere il posto da sindaco se non lo avresti fatto. Così hai accettato. Per due anni mi hai tenuto lontano.. non mi guardavi in faccia la matti, hai sempre voluto fare come volevi tu. Io ero solo la tua segretaria e.. ogni tanto andavamo a letto insieme. Ma tu ti facevi anche altre ragazze. ” mi guarda attentamente come stesse cercando di ricordare.
“ mi sono comportato da coglione”
“ già” dico. Non ero convinta lui avesse ricordato tutti i passaggi.
“ sei stata male vero?”
“ tanto. ” si siede accanto a me e mi accarezza una guancia. Una settimana che non si avvicinava e a me questo contatto mi mancava un sacco.
“ mi dispiace”
“ è passato”
“ cosa è successo dopo due anni?”
“ credo sia troppo presto per affrontare il periodo più difficile della mia vita.”
“ ho fatto qualcosa di grave?”
“ sono successe delle cose che hanno portato ad accorgerti che mi amavi. Fino all'incidente eravamo felici”
“ sono gravi queste cose?” annuisco. “ ehi non piangere, sono qui con te” mi sembrava di tornare agli inizi quando dovevo capire se era sincero con me. Mi abbraccia, mi lascio cullare dalle sue braccia grosse e calde. Vorrei dirgli anche che aspettiamo un bambino ma già era un passo che avesse capito che non gli mentirei mai.
“ Francesca quindi è la tua migliore amica?” annuisco sorridendo. “ Jacopo mi ucciderà allora che l'ho scambiata per la mia ragazza" rido. Jacopo voleva bene a Simone molto di più degli altri due, non se l'era presa perché non aveva nemmeno baciata e poi sapeva che non era in sé.
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Luce e cenere 💡📌
FanficSimone è il sindaco di Roma, sua moglie Emma è anche la sua segretaria. I due si sono sposati per volere delle due famiglie che si conoscono ormai da tempo. (Otto anni per l'esattezza) Simone ha 26 anni è nonostante sia sposato, vive la sua vita co...