𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟙𝟜

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Volevo dirti tante cose ma non so da dove
Iniziare, ti vorrei viziare

Farti scivolare addosso questo mondo infame

Mettermi tra te e cento lame

Mentre cerco il mare

Penso non avrebbe senso fare un tuffo immenso se non ci sei tu a nuotare

E tu che sai colmare

E tu che sai calmare

-La musica non c'è (Coez)

E proprio quando Jackson si stava inginocchiando, Mark andò nel panico.
Lo amava, più della sua stessa vita ma non poteva, il suo Jackson non meritava una persona come lui al suo fianco e così incominciò a piangere fortemente, rischiando di perdere il respiro per poco, facendo spaventare Jackson che, pensando fosse per l'emozione, si inginocchiò e aprì la scatoletta con mani tremanti <<Mark vuoi sposarmi?>> si abbassò e si portò le mani al viso.
In quel momento voleva Jimin al suo fianco, il suo migliore amico a cui voleva un bene dell'anima, che avrebbe affrontato il tutto in modo diverso e che non si sarebbe tirato indietro proprio in quel momento.
Ad un tratto si ricordò di quello che si dicevano da bambini, del volersi bene, di non illudere la persona che si ama di più al mondo, dell'arrivo di Jackson nel suo piccolo mondo, del fatto che lo amava già e ne andava fiero, del fatto che si univano, che si accompagnavano in ogni loro traguardo, guardandosi negli occhi e sognando il loro futuro insieme.
Si alzò i scatto e gli sorrise felice abbracciandolo <<Certo che ti sposo!>> felicissimo Jackson lo prese di peso e lo baciò, senza pensare al resto delle persone nella stanza che stavano applaudendo felici per i due giovani.
Appena Jackson lo lasciò, dolcemente, prese la sua mano e gli posizionò l'anello, che brillava come gli occhi della coppia felice.
<<Ti amo>> dichiarò Mark piangendo ancora e Jackson ridacchiò <<Come non ho mai amato nessuno>>

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