𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟜𝟙

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Sbocciano i fiori sbocciano

E danno tutto quel che hanno in libertà

Donano non si interessano

Di ricompense e tutto quello che verrà

Mormora la gente mormora

Falla tacere praticando l'allegria

Giocano a dadi gli uomini

Resta sul tavolo un avanzo di magia

-Le Tasche Piene Di Sassi (Jovanotti)

Era come un flashback per Jungkook, ricordava quel giorno come se fosse ieri e non riusciva a non pensare se tutto quello che stava vivendo non avesse mai avuto un nesso logico. Era ritornato in quel locale con i suoi amici Namjoon e Jin, anche se l'odio, come all'ora, era sempre palpabile nell'aria, e cercava di vivere in modo tranquillo la serata, anche se non ci riusciva.
Aveva risposto a Jimin, gli aveva detto che lo amava e che non l'avrebbe mai lasciato, ma non sapeva se credersi o meno. Non fraintendetelo, era pazzamente innamorato del minore che sarebbe perfino andato sulla Luna per lui, ma non voleva fargli del male.
Di certo non era dell'idea che un figlio a vent'anni ti rovini la vita, ma non hai la stessa consapevolezza. È vero loro erano stati più che colpevoli a non usare precauzioni eppure lo volevano così tanto. Jimin aveva le lacrime a gli occhi per quanto felice fosse e Jungkook lo avrebbe amato anche se avesse avuto un kilo di troppo, ma non era troppo presto? Aveva ventisei anni e il biondino ventuno da poco compiuti, ad essere sincero sembrava una barzelletta e non sapeva ancora come dirlo ai suoi amici più cari <<Jungkook ci sei?>> chiese apprensivo Jin e il menzionato annuì <<Scusatemi ero sovrappensiero>> disse massaggiandosi la fronte <<Avrebbe senso mentire?>> chiese Namjoon con calma <<Cosa?>> <<Chiedo se non sarebbe più giusto dirci le cose come stanno, sei voluto venire qui per cosa? Sappiamo che in questo posto ti sei incontrato per la prima volta con Jimin, è successo qualcosa con lui? Avanti dicci quello che ti preoccupa!>> quasi non urlò per farsi sentire e il moro si sentì uno stupido per aver solo pesato che i suoi amici non capissero subito cosa stesse succedendo.
Se solo ci fosse stato Taehyung, lui si che saprebbe cosa fare in situazioni come queste eppure non era lì presente, la sua fottuta anima gemella era a farsi fottere da un tipo che nemmeno amava e lui, per Jungkook, era considerato un vigliacco.
Cercò di prendere un gran respiro e si posizionò meglio sulla sedia e guardò l'orologio che si trovava sul suo polso e sbuffò <<Devo andare>> disse alzandosi e senza nemmeno guardarli negli occhi scappò da quel locale frastornante e si diresse verso casa.
Erano solo le 2:40 di notte e le stelle era scomparse del tutto dal celo, sicuramente il giorno dopo ci sarebbe stato un forte vento, appena ritornato a casa mise nella serratura la chiave , aprì la porta e sospirò pesantemente, voleva piangere e sbattere la testa contro il muro ma una voce lo richiamò definitivamente, si avvicinò a lui e lo abbracciò <<Ben tornato a casa Jungkookie>>

𝚃𝚊𝚍𝚋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora