Non capisci ciò che hai fino a quando non lo perdi
Non capisci di volare fino a quando poi non cadi
Sono sul tetto del mondo
Sembrate così piccoli visti da qua in alto sopra la città
Avrei potuto fare di meglio
Ma sono sempre stato più grande rispetto alla mia età
-Supereroe (Mr. rain)
Jungkook quella mattina dovette svegliarsi più presto del solito poiché venne assorto dalla suoneria del suo fottuto telefono.
Lo prese e appena lesse il nome inciso sullo schermo, tremò.
Che cazzo voleva sua madre alle 3:15 di mattina? Neanche il più mattutino di tutti i tempi si sarebbe svegliato a quell'orario per chiamare il figlio, che tra l'altro non sentiva da più di un anno. L'ultima volta, non si lasciarono molto bene, ma decise di metterci una pietra sopra.〈Pronto? Parlo con mio figlio Jeonn Jungkookk〉
Disse allungando le ultime due parole facendo innervosire il figlio
〈Mamma sono le tre e venti del mattino, sono appena tornato da una lunga nottata e tu mi chiami solo per sapere se questo è il mio numero?〉
Arrabiato più che mai si alzò dal divano dove nemmeno due minuti prima si era appoggiato per dormire in modo sereno
〈Mi dispiace tesoro, ma volevo chierti cosa stavi facendo. Sai è passato un anno da quando non ti sei fatto vivo〉
Punzecchiò il primogenito facendo in modo che non potesse contrabattere
〈Se tu non mi avessi rinfacciato cose non vere, saremo ancora in buoni rapporti〉
Ma non fu così, e senza dire niente la madre sospirò
〈Come se poi tu, non sapessi che mi ubriaco sempre, ed anche adesso lo sono! Altrimenti non ti avrei chiamato〉
E questo Jungkook lo sapeva bene, forse anche troppo. Non si stupì quando sua madre gli rinfacciò ancora una volta le solite parole
〈Ma posso dire che mi sei mancato tanto Jungkokie. Basta litigare, è il momento di rinascere insieme. Che ne dici?〉
Chiese sperando che davvero suo figlio potesse perdonarla.
〈I genitori fanno tanti errori, specialmente quando hanno paura di poter sbagliare su ogni cosa - ridacchiò all'interno della chiamata, provocando un piccolo sorriso da parte del moro - eppure ti ho voluto bene da sempre. Non ho mai pensato che tu fossi un peso, ma che io e tuo padre non avessimo colto in pieno il tuo sogno. Pensavo che tu mi odiassi, e forse, lo fai davvero. Perché non ti ho mai dato l'amore che davvero provo per te. Ricordati che genitori non si nasce e che i figli si vogliono, e tu purtroppo non lo sei stato.〉
Da quel momento in poi Jungkook mise il viva voce, registrando la chiamata, volendo risentire per sempre quelle parole che tanto aveva voluto sentire fin da piccolo
〈Non fraintendermi, io e tuo padre non erevamo nemmeno sposati, sono rimasta incinta a diciotto anni e non sapevo dove poter andare, poiché i tuoi nonni, come ben sai, non mi hanno più voluto con me figlia dopo l'accaduto. Era tutto strano, il mondo mi girava intorno e non sapevo da che parte stare, ero super convinta di tenerti stretta nelle mia braccia, ma come potevi sopravivere? Ho davvero pensato di abortire per non farti vivere senza un tetto su cui alloggiare e del cibo caldo a tavola. Ma poi, con l'aiuto di tuo padre che mi è stato sempre accanto, abbiamo trovato una soluzione. I suoi genitori, i nonni paterni che purtroppo non hai mai conosciuto, non ci hanno fatto mancare niente, e come d'incanto tutto ciò che desideravamo lo abbiamo avuto. Non posso mai dimenticare quando hai dato il primo calcetto, erano passati più di tre mesi da quando ero rimasta incinta, mi trovavo nel soggiorno della nostra prima casa e stavo riposando per poter subito passare al nogazio, dove in quel periodo lavoravo, e ad un tratto ti ho sentito scalciare, e ho subito pensato che tu ti fossi fatto male - si asciugò le lacrime che stavano cadendo copiose sulle sue guance - avevo paura che tu non ti sentissi a tuo agio dentro la mia pancia, forse troppo piccola per un ometto grande come te.〉
Quest'ultima affermazione fece ridacchiare Jungkook che ne frattempo stava anch'esso piangendo
〈Tu sei il nostro piccolo orgoglio Jungkook, insieme a tuo fratello, formate la parte migliore di noi, avete lavorato sodo per avverare i vostri sogni e per aiutarci in casa quando i soldi non c'erano. Non potrò mai ringraziarti per tutto quello che hai fatto, sto cercando di mettere da parte tutti i risparmi che tu hai versato per il mutuo, oppure le bollette, quando noi non potevamo〉
Appena sentì questo Jungkook si asciugò le lacrime e rispose a tono
〈Mamma non farlo, non te lo permetterò. Io ho abbastanza soldi per me e per-〉
Si fermò a metà frase non sapendo come continuare
〈Hai conosciuto qualcuno?〉
Chiese curiosa moderando la sua allegria per sapere chi, il suo ometto, stava frequentado
〈Si mamma, ho conosciuto qualcuno di davvero importante〉
Al ricordo del volto di Jimin sorrise e sospirò alla solita curiosità della madre. Solita pettegola.
〈Insomma raccontami tutto di lei!〉
Si pietrificò al'istante, ricordando a se stesso che lui non aveva mai detto alla sua famiglia chi era davvero, sospirò e subito gli rispose, dicendo tutta la verità
〈In relatà è un lui〉
Ed era pronto a tutto, a lei che rinnegava ciò che gli aveva detto prima, che gli rinfacciasse il paggeio di se, che potesse staccargli il telefono in faccia
〈Lui o lei è sempre la stessa cosa tesoro. L'importane è che tu me lo faccia conoscere. Ma adesso raccontami tutto di lui〉
Sospirò di sollievo sentendo le parole dolci della madre, facendo togliere un grande masso dal suo cuore
〈Si chiama Jimin, e ha ventun'anni. E' un ragazzo simpatico, dolce e molto timido, il classico timpo che piace a te, ma allo stesso tempo è una persona molto forte e che non si abbatte ad ogni avversità che vi va contro, anzi, la supera sempre a testa alta. È di una bellezza unica, sia interiore che esteriore, ed il nostro incontro non è stato il solito cliché. Ci siamo cercati a vicenda e come un nuvolne a ciel sereno siamo catapultati l'uno nella vita dell'altro. Sono passati più di nove mesi da quando ci siamo conosciuti e tre mesi fa gli ho proposto di venire a vivere da me〉
Disse omettendo la parte più importante della loro situazione, quella che lo rendeva ancora più fiero del suo grande, piccolo uomo.
〈Che cosa dolce〉
Disse la madre dall'altra parte della città facendo sorridere suo figlio
〈Domani allora verrete da noi per il week end e non accetto no come risposta. Adesso ti faccio riposare! Ciao tesoro e salutami Jimin〉
Prima che lui potesse aggiungere qualcos'altro la madre attaccò facendolo sospirare.
Finalmente poteva togliersi un gran peso dal cuore
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𝚃𝚊𝚍𝚋
FanficPassano le notti d'inverno E le aurore boreali Forse anche i supereroi Sognano di essere normali ma Siamo sulla stessa barca In un mare di gin tonic E balliamo un lento mentre Il mondo balla la tecktonik you do not like? do not ready DISCLAIMER...