𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟝

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Ti mando un vocale

Di dieci minuti

Soltanto per dirti

Quanto sono felice

-Felicità puttana (Thegiornalisti)

Il sole era da spaccare le pietre e Jimin si trovava a bere un po' di succo di aranciata, si appoggiò con le mani sul bancone del bar e sentì il campanellino, che si trovava al di sopra della porta d'ingresso, suonare segno che fosse entrato qualcuno nella caffetteria <<Buongiorno, benvenuto al nostro caffè>> disse cordialmente e, dopo essersi inchinato, rimase fermo per poi capire che lui era l'uomo strambo che incontrò l'altro giorno <<Buongiorno>> si appoggiò anche l'altro al bancone e sospese la sua testa tra le mani emettendo poi un sospiro <<Stanco?>> cercò di parlare ma l'altro, che ancora non lo aveva guardato in volto, rimase a fissare un punto fisso e Jimin dovette veramente frenare il suo istinto di appoggiare una mano sul suo viso, che alla apparenza sembrava rilassato <<Mi scusi, mi faccia un espresso>> la sua voce era così bella ed era davvero tentato di richiedergli la domanda, solo per sentirlo parlare ancora, si girò e glielo preparò e dopo glielo servì, e finalmente il cliente lo guardò <<Ma tu sei- non finì di parlare che un altro cliente entrò e Jimin maledì quella persona, quando poi si accorse che era Mark e che il suo turno di lavoro era ormai finito <<E' un piacere rivederla uomo strambo>> disse felice il biondino e l'altro non poteva crederci che era lì, di fronte a lui e che gli stava rivolgendo la parola.
Anche se erano passate due settimane, lui se lo ricordava ancora, e quella notte era così bello che lo avrebbe voluto solo per lui, finalmente il  maggiore ebbe il coraggio di chiedergli <<Potremmo parlare?>> il biondino gli sorrise cordialmente e, dopo essersi cambiato ed aver ricevuto un occhiolino da parte di Mark che aveva sentito tutto, si diresse con il moro fuori dal locale <<Vuoi chiedermi qualcosa?>> chiese sempre cordialmente e con un sorriso che a parer del moro era perfetto <<Possiamo fare alcuni passi insieme? Vorrei tanto conoscerti meglio, - il moro mise la mano dietro il collo imbarazzato - sempre che tu voglia>> Jimin rimase a guardarlo e rise leggermente <<Uomo strambo, per quanto mi piaccia questo nome, vorrei sapere il tuo nome>> chiese felice Jimin e lui annuì <<Mi chiamo Jeon Jungkook, tu biondino?>> chiese il ventiseienne e Jimin arrossì <<Uomo strambo mi chiamo Park Jimin>> 

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