ti chiedo scusa per l'appartamento
e la rabbia che mi fa
non ho lavato i piatti con lo svelto
e questa è la mia libertà
-Frosinone (Calcutta)
I due ragazzi si erano parlati per tutta la giornata e il maggiore aveva accompagnato il biondino a casa, con la speranza di rivedersi. Jimin il giorno dopo ebbe un buongiorno dal più grande, perché si erano scambiati i numeri di telefono, e non riuscì a smettere di ridere e sorridere come un ragazzino alla sua prima cotta, anche se era così, per non parlare poi di come urló quando gli chiese di rivedersi, era al settimo cielo.
Come ogni domenica mattina si riordinò la sua camera e la sua cabina armadio, ascoltando tutto ciò che passava per la sua playlist di YouTube, mentre lavava i vetri delle finestre si sentì chiamare da Mark e lo raggiunse in cucina <<Dimmi tutto>> si accomodarono sul divano e Mark sospirò <<Non so come dirlo ma quel Jeon non credo sia ciò che tu stia cercando, voglio dire - mise le mani come segno di difesa - Jackson lo conosce di vista e tutto ciò che lui vuole è un rapporto da una notte e via, non vorrei che tu ti illuda di un qualcosa che forse per lui non c'è. Premetto che forse potrei sbagliarmi ma pensaci meglio, in fondo vi siete persi di vista per molti mesi e solo dopo un paio di settimane fa si è deciso a farsi avanti, non ti sembra strano?>> chiese il suo amico mentre ormai nella mente di Jimin non c'era più nulla se non la paura, così lo ringraziò e si diresse in camera sua dove continuò con le faccende di casa.***
Jimin si sentiva male, il maggiore continuava a riempirlo di messaggi e Mark era uscito con Jackson da solo quindici minuti, aveva pensato di scrivergli che aveva la febbre oppure che non sarebbe andato perché il suo datore di lavoro gli aveva chiesto degli straordinari, ma era poco professionale e lui non era quel genere di persona assolutamente, solo che dopo il racconto di Mark gli era salito il malumore e non riusciva a non guardare l'armadio e a sentirsi male allo stesso tempo, insomma lui non era così.
Sentì il campanello della parta e subito corse e l'aprì <<Mark dovresti smetterla di dimen->> <<Credevo fossi stato chiaro nei messaggi, non mi piace aspettare>> Jimin sentendo quella voce sprofondò molto lontano e, quando vide una mano di Jungkook alzarsi, abbassò la testa e chiuse gli occhi ma li riaprì appena lo accarezzò, Jungkook lo prese per mano e lo portò verso il salone, collegato alla cucina e lo fece sedere a cavalcioni su di lui, incominciò ad accarezzare la sua schiena e i suoi capelli con movimenti dolci e circolari, non voleva mettere a disagio il biondino, non se lo sarebbe perdonato <<Mi dici perché non sei venuto? Avevamo progettato l'ora e il luogo>> si massaggiò il capo e Jimin, ormai rosso in volto, si dispiacque a quella scena <<Non->> il respiro gli mancava e vedendo ciò Jungkook continuò ad accarezzare ogni parte del corpo e là dove a dare dei piccoli baci, come sulle mani o sui polsi, <<Hey biondino va tutto bene, tu parla io ascolto>> Jimin finalmente annuì e sospirò per prendere aria <<Il fatto è che il mio coinquilino mi ha parlato di te dicendo che non dovevo restarci male perché il tuo approccio è sola di una notte e via, ed essendo ancora privo di quel sentimento mi è salito il nervoso, se non vorrai più parlare con me è okay>> era ancora troppo rosso per guardarlo negli occhi occhi ma sentì comunque che il maggiore non smetteva con le carezze e con i piccoli baci, dopo aver aspettato altri due minuti finalmente parlò <<Credo che la voce del tuo coinquilino sia sensata, ma l'ho fatto nel periodo buio della mia vita e quello era solo uno degli sfoghi che avevo e che mi permetteva di vederla in modo diverso, ma non preoccuparti - gli accarezza la guancia e gli sorrise - non voglio farti soffrire, non lo meriteresti>> dopo queste parole alzò lo sguardo e lo guardo finalmente negli occhi e gli sorrise sinceramente <<Io ti ringrazio>>, quando si accorse che si trovava sulle sue ginocchia, per di più a cavalcioni, si alzò di scatto anche se Jungkook essendo più robusto lo prese e lo abbracciò <<Come ho detto non voglio fare niente che tu non voglia, solo rilassati, non restare teso in questo modo>> gli prese le mani e le intrecciò con le sue poi fece appoggiare la testa di Jimin sul suo petto e gli accarezzò i capelli <<Mi dispiace per prima, non avrei dovuto giudicarti>> disse sull'orlo di piangere, si era dispiaciuto, insomma non era da lui fare cose del genere <<Non preoccuparti, riposati>> baciò il capo del biondino che dopo poco aveva già preso a russare leggermente.
Jungkook sapeva solo una cosa, era fottuto.
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𝚃𝚊𝚍𝚋
FanficPassano le notti d'inverno E le aurore boreali Forse anche i supereroi Sognano di essere normali ma Siamo sulla stessa barca In un mare di gin tonic E balliamo un lento mentre Il mondo balla la tecktonik you do not like? do not ready DISCLAIMER...