Capitolo 14

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Una settimana dopo

Jungkook's pov

Passò una settimana dall'ultima volta in cui sentii e vidi Jimin. Mi scrisse qualche volta chiedendo di vederci, ma ero così impegnato con la nuova campagna pubblicitaria da continuare a rimandare. Cercai di giustificarmi in altri modi, dicendo che ero troppo stanco o che dovevo occuparmi di alcune commissioni, ma sapevo che non mi stava credendo. Era diventato freddo, quasi di ghiaccio, e non potevo biasimarlo. Non potevo però neanche raccontargli la verità o si sarebbe allontanato da me. Così optai per l'indifferenza. La settimana sarebbe passata presto, e sarei tornato da lui.

Così andò nella prima metà, la sua mancanza era ancora contenibile, ma il non poterlo sentire mi stava dando alla testa. Non mi rispondeva più, faceva l'offeso, e questo mi stava dando sui nervi. Insomma, di fronte ad un problema che fa? Si chiude in se stesso e non mi parla. Proprio da adulti. Potrebbe venire anche lui a trovarmi, o propormi di uscire, non devo sempre essere io. Ero già stato fin troppo paziente per i miei standard, ma i suoi tempi iniziavano ad andarmi stretti. Per qualsiasi cosa dovevo aspettare che si decidesse, che prendesse una posizione, ed ero fottutamente stanco. Così alla fine arrivammo a sabato sera. Dopo il venerdì estenuante che passai, finito di lavorare tornai dritto a casa, senza cenare né salutare nessuno. Feci una breve chiamata con Yoongi hyung e andai a letto. Il giorno seguente, la mattina presto decisi di fare una sorpresa a Jimin, anche perché sapevo che se non fosse stato per me lui non sarebbe mai tornato. Così presi la macchina e arrivai al locale. Lui non c'era. Un cameriere nuovo mi disse che il suo turno era quello serale e che sarei dovuto tornare dopo. Questo finché non lo vidi abbracciato ad un altro alle spalle del locale. Sembrava triste, e quel tizio lo teneva stretto a sé, accarezzandogli la schiena e guardandolo dolcemente. Rimasi lì a fissarli per un po', sperando che si accorgesse della mia presenza, ma sembrava immerso nella loro bolla. Continuavano a parlare imperterriti, sembrava non si vedessero da anni, e lui continuava a cercare il contatto fisico. Prima la mano, la carezza sul braccio, il bacio sulla guancia. Che diavolo mi stava nascondendo? Inoltre quel tizio mi sembrava fosse l'altro cameriere, Minhyuk , che avevo conosciuto quando mi aveva palesemente mentito sul fatto che Jimin non fosse lì. Forse c'era del tenero fra di loro e continuava a tenermi lontano per questo. Forse stavo solo perdendo tempo. Così me ne andai arrabbiato più che mai, pronto a ritornare alla mia vecchia vita, fatta di divertimento, serate con gli amici, alcol e discoteca. Avevo resistito due settimane lontano da loro, solo perché volevo dedicargli le mie attenzioni e capire se potesse funzionare. A questo punto mi rendo conto che era tempo perso.

Tornai a casa, e chiesi ai miei soliti amici, Namjoon, Jin e Yoongi hyung se volessero venire. I quali mi risposero "ben tornato amico!". Poverini, li avevo messi da parte. Arrivata la sera, curai molto il mio abbigliamento. Misi dei jeans neri attillati e una camicia bianca slacciata nei primi bottoni. Volevo divertirmi e l'avrei fatto. Quando arrivai davanti alla discoteca potevo sentire il rumore frastornante che mi avrebbe accompagnato nelle prossime 3-4 ore finché non mi sarei stancato. Mi mancava la musica a tutto volume, le luci, il fumo, i cocktail. Finalmente potevo essere di nuovo io.

<<Pensavamo fossi andato in un altro paese!>>, scherzarono una volta arrivati.
<<Sono stato impegnato con un ragazzo che a quanto pare non sa manco lui cosa vuole, ed io mi sono stancato di aspettarlo>>, mormorai bevendo il cocktail. Potevo già sentire l'alcool fare effetto e la mente alleggerirsi. Oh si, sarebbe stata una grande serata.
<<Tu che hai aspettato un ragazzo? Oh andiamo, quando mai è successa una cosa simile?>>, disse Namjoon. Me lo chiesi anch'io in queste due settimane. Ma con Jimin il tempo passava velocemente. Non mi pesava stare con lui, sempre quando non si metteva a fare il moralista, pessimista e pauroso. Lì diventava un bimbo bisognoso della bussola per andare avanti.

<<Ho sbagliato infatti. Devo trovare qualcuno che mi voglia per come sono, e che non sia spaventato dal mio modo di essere. Quindi ragazzi, divertiamoci!>>, esclamai dimenandomi. Raggiungemmo tutti la pista da ballo, lasciandoci trasportare dalla musica, dal ritmo, dalla libertà che provavo in quel momento.
Pian piano la pista si riempì sempre di più portando ad esserci sempre meno spazio fra ogni persona. Mi ritrovai davanti un ragazzo, che mi guardava con sguardo ammiccante, ed era molto bello. Aveva i capelli grigi, gli occhi castano scuro profondi e un bellissimo profilo. Si mise a ballare di fronte a me, sempre più vicino, finché i nostri bacini non si sfiorarono. In quel momento dimenticai tutto e tutti c'eravamo solo noi e l'eccitazione che provavo nel sentirlo così vicino a me. Il suo corpo era stupendo, e quei jeans blu attillati non facevano altro che mostrare ancora di più quanto fosse bello il suo culo.

<<È da un po' che ti guardo, sei qui da solo?>>, domandò portando le braccia dietro le mie spalle.
<<Si e tu?>>, chiesi assecondando i suoi movimenti.
<<Assolutamente si>>, affermò avvicinandosi al mio collo. Leccò e succhiò la zona subito al di sotto del lobo. Mi sentivo così appagato finalmente da non riuscire a distogliermi. Sapevo che era sbagliato, ma era così bello da non poterci rinunciare. Finito lì continuò con altre zone del collo, scendendo fino alla clavicola, e arrivando quasi a livello delle labbra. Mi guardò intensamente, fece per unirle, ma quando mancò qualche millimetro, si spostò di colpo, mettendosi dietro di me. Mise le braccia a livello del mio bacino, unendo ancora di più i nostri corpi e appoggiando la testa sulla mia spalla. Potevo sentire la sua erezione spingere a livello delle mie natiche e non riuscivo a pensare lucidamente.
<<Torno subito...>>, affermò allontanandosi. Mi guardai attorno, senza trovarlo. Dannazione, adesso mi ritrovavo con un bel problema da risolvere da solo. Per fortuna nessuno dei miei amici aveva assistito alla scena o mi avrebbero preso in giro per sempre. Poco dopo, quando finì totalmente il mio ormai terzo cocktail, il ragazzo tornò prendendomi per mano e trascinandomi fino ai bagni.

<<Ho controllato, siamo soli bocconcino>>, affermò avventandosi sulle mie labbra. Ricambiai il suo assalto passionale, dando l'accesso alla sua lingua e trovandomi le sue mani dappertutto, fino alla cintura dei miei pantaloni. Passò a baciare il mio collo, a slacciarmi parte della camicia, fino a ritrovarsi piegato davanti alla mia erezione.
<<Vedo che ti sono piaciuto>>, affermò abbassandomi la zip arrivando fino a scoprire i boxer. Quando sentì le sue labbra iniziare a succhiare la mia pelle ormai in fiamme, mi resi conto di quello che stava accadendo. E che non era assolutamente nei miei piani. Prese in mano la mia erezione, iniziando a darle sollievo, ma quando la prese in bocca sentì una morsa di dolore nel petto. Presi le distanze, ricomponendomi e cercando di capire cosa diavolo mi fosse passato per la testa. Il ragazzo si alzò guardandomi confuso ma continuando a baciarmi il collo. Cercai più volte di distrarmi e di concedermi a quell'assalto e a quella notte di passione che desideravo, ma l'immagine di labbra carnose, piene, rosate non abbandonava la mia mente. Le sue mani non erano piccole e paffutelle, il suo profumo non mi mandava in estasi, lui non era Jimin.

Mi allontanai definitivamente, scusandomi con il ragazzo e andandomene velocemente da quel bagno. Dio, cosa diavolo avevo fatto? Jimin non me lo perdonerà mai. Mi sentivo malissimo, e la testa diventava sempre più pesante. Forse non ero così ubriaco. Presi coraggio e uscì, raggiungendo la pista da ballo e vergognandomi sempre di più quando incrociavo gli occhi del ragazzo che fino a poco prima stavo baciando. Dannazione, sono un fottuto disastro. I miei amici si erano completamente volatizzati, se non per Yoongi che mi aveva lasciato quattro chiamate perse. Così uscì dalla discoteca chiedendogli di raggiungermi ed aiutarmi. Gli mandai un audio in completa disperazione. Lo vedi arrivare poco dopo con il viso teso.

<<Che cazzo è successo ora?>>, domandò. E fu così, che non ci fu più scampo alla cazzata che avevo fatto. 

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Fatemi sapere cosa ne pensate❤️


~Unpredictable~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora