Capitolo 42

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Jimin's pov

<<Non piangere, fai stare male anche me>>, disse Tae prendendomi l'ennesimo pacco di fazzoletti nuovi. Ne avevo già finiti tre, e non avevo intenzione di smettere. Jungkook mi aveva lasciato, mandando a monte tutto. In gran parte era stato per colpa mia, avevo tirato troppo la corda, facendolo sentire frustrato, colpevole per qualcosa di stupido. Aveva ragione, avevo esagerato, e non sapevo come rimediare.
<<L'ho visto con un altro, erano a casa nostra insieme. Sono sicuro che non sia successo nulla di che fra di loro, ma sono altrettanto sicuro che accadrà in poco tempo. Non stiamo più insieme, e di sicuro vorrà tornare alla sua libertà. Non si precluderà la conoscenza di altre persone>>, mormorai sconfitto. Solo immaginare di vederlo con un altro mi terrorizzava.
<<Jimin tu non hai fiducia in lui. Lasciatelo dire, non l'hai mai avuta. Già nei primi tempi quando ancora non stavate insieme, ha fatto di tutto per conquistarti ma tu facevi l'indifferente, spaventato da una delle tue stupide paure che ti porti dietro dall'infanzia. Non tutti quelli che entrano nella tua vita lo fanno per farti del male capisci? La fiducia reciproca è indispensabile nella coppia>>, affermò.

<<Posso abbracciarti?>>, chiesi avvicinandomi. Spalancò le braccia accogliendomi. Tae era la miglior persona al mondo, ed io non lo meritavo.
<<Voglio parlare con lui, ma senza chiarire nulla. Voglio solo chiedergli di dimenticare tutto e darmi un'altra possibilità, di ripartire da zero insieme. Pensi che mi dirà di sì?>>, domandai dubbioso.
<<Non lo so, mi sembra troppo presto. Sono passati solo due giorni, avrà bisogno di pensare anche lui a quello che vuole>>, disse sorridendomi.
<<E se si dimenticasse di me?>>, mormorai. Non potrei mai accettarlo. Perché mi ero cacciato in un guaio simile? Perché avevo perso stupidamente l'uomo che amavo più della mia vita.
<<Dimostragli che non può farlo, che il vostro amore può andare oltre tutto>>, propose. Rimasi in silenzio. Pensai bene a cosa fare. Non me la sentivo di andare a casa nostra, a causa della presenza indesiderata del suo amico saremmo finiti di sicuro a litigare di nuovo. Al lavoro però non mi sembrava il caso, non volevo creare scandali. Già di sicuro in poco tempo tutta l'azienda saprà della nostra rottura. Non mi immagino la faccia di Jackson una volta scoperto come il suo fratellastro stesse soffrendo. Ne trarrà vantaggio per incrementare la dose di dolore.

<<Io non sono d'accordo invece>>, ci interruppe Yoongi. Ormai viveva h24 con noi, mi dovrò abituare alle sue entrate d'effetto.
<<Perché?>>, chiesi curioso.
<<Devi dimostrargli di amarlo completamente, di essere disposto a stargli vicino nel lavoro, come nella vita, in casa, in tutto. Lui ti ha dato tutto ciò che aveva, e tu senza neanche provare a voltare pagina ad eliminare la visione di tuo padre proiettata su di lui, lo hai respinto. Penso che questo gli abbia fatto molto male, lui è un bravo ragazzo, non merita ciò>>, lo difese. Certamente dal suo migliore amico, cosa potevo aspettarmi?
<<Non essere così duro con lui>>, intervenne Tae.

<<Non fa niente, alla fine ha ragione. Cosa mi consigli di fare?>>, domandai deciso. Finii anche l'ultimo pacco di fazzoletti ripromettendomi di non piangere più, mi ero già sfogato abbastanza.
<<Vai in azienda e come suo marito occupati di qualcosa. Se non vuoi lasciare il tuo lavoro, non farlo, ma interessati al suo. Agli affari, al suo benessere, ai progetti in corso. Gli farebbe piacere>>, propose. Non mi sembrò una cattiva idea, anche se non sapevo da dove partire. Non mi intendevo di nessuna di queste cose, ma avrei imparato. Per lui ero disposto a fare di tutto. Così presi il telefono, guardando che ora fosse: le 10 del mattino. Ero ancora in tempo. Chiesi a Taehyung in prestito un completo da ufficio. Non sapevo minimamente cosa indossare, e alla fine scelse lui. Giacca e pantaloni grigi, insieme ad una camicia bianca. Il colore metteva in luce i miei capelli biondi, dandomi un aspetto giovanile e dolce. Nel complesso non ero niente male. Mi feci dare l'indirizzo da Yoongi, il quale mi diede altre dritte su come agire. Doveva voler molto bene al suo maknae. Quasi quanto io ne volevo a Taehyung, il nostro legame era irraggiungibile.

Così poco dopo uscii, e arrivai in azienda con circa dieci minuti di tragitto. Era incredibile pensare come quell'edificio imponente fosse in parte anche di mia proprietà, sempre se Jungkook deciderà di non cacciarmi a calci da lì. Entrai, aspettando che qualcuno mi accogliesse. Non avevo nessun tipo ti badge vedendo il livello di sicurezza di certo non avrei potuto intrufolarmi.

<<Jimin! Che bello vederti, come mai qui?>>, domandò Jackson. Alzai gli occhi al cielo sfoderando poco dopo un sorriso falso.
<<Devo vedere Jungkook, ho bisogno di parlare con lui>>, affermai. Mi fece segno di seguirlo, cosa che feci senza aprire bocca. Cercò in tutti i modi di attaccare bottone, sia in ascensore che nel corridoio, ma non avevo nulla da dire. Tantomeno a lui.
<<Jungkook non c'è, ha comunicato che per qualche settimana lavorerà da casa>>, esclamò una volta davanti al suo ufficio.
<<Cosa? Davvero? Perché mi hai fatto salire fin qui se sapevi che non c'era?>>, dissi arrabbiato. Mi sarei evitato i suoi discorsi a saperlo prima.

<<Perché volevo farti entrare in azienda. Per quanto odi mio fratello, senza lui niente va avanti qui. Ha un carisma incredibile, con capacità di convincimento invidiabili. Qui tutti lo rispettano e seguono quello che dice senza controbattere. Forse in quanto suo marito, hai loro occhi hai la stessa sua autorità>>, spiegò.
<<Non prenderò il suo posto>>, affermai sedendomi.
<<Certo che non lo farai, nessuno può. Devi solo rimanere per un po', magari sapendo che ci sei tu tornerà qui>>, disse controllando qualche notifica al pc.
<<È proprio a causa mia se lui non c'è. Mi occuperò di questa cosa e ci parlerò, ci vediamo>>, lo salutai. Mi chiamò più volte, ma non mi voltai. Kookie aveva deciso di lavorare a casa, in privato, spero tanto non in compagnia di quello lì. Questo pensiero mi distruggeva ma mi sarei fatto forza. Sarei andato a casa sua, per sapere come stava e per fargli presente che da oggi, mi sarei occupato di tutto. Lo avrei protetto da tutto. 

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~Unpredictable~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora