Capitolo 36

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Jimin's pov

<<Farti cosa? Lasciami andare>>, affermai scostandomi. Era venuto qui, al lavoro, per darmi fastidio, per mettermi alla prova. Gli avevo chiesto di darmi tempo, di lasciarmi capire cosa fare, cosa volevo veramente. E invece è sempre qui, in grado di farmi crollare ogni piccola certezza che mi ero costruito.
<<Perché ti avvicini a lui se hai me?>>, rispose. Scorsi nei suoi occhi qualcosa che rare volte avevo visto. Paura.
<<Ma di cosa stai parlando? Smettila con queste supposizioni infondate>>, dissi scocciato. Tolsi le sue mani dal mio ventre, anche se lui le rimise al loro posto. Chiusi gli occhi sconsolato, sarebbe stata una giornata lunghissima.
<<Perché ti ha baciato la guancia? Perché ti sorride? Ti sfiora le mani?>>, chiese alterato. Lo guardai trattenendo una risata.
<<Cos'è una scenata di gelosia questa?>>, domandai divertito. Non si scompose, continuò a mantenere lo sguardo fisso su di me, con le labbra serrate.

<<Può darsi, sai com'è, non amo vederti con altri ragazzi>>, rispose a tono.
<<Non c'è nulla fra di noi, se è questo che ti stai chiedendo. Siamo amici da qualche mese ormai, non è una novità>>, spiegai. L'ultima cosa che volevo fare in quel momento era dargli spiegazioni su situazioni chiarissime, ma percepivo che ne aveva bisogno per tranquillizzarsi. Se fossi stato al suo posto non avrei accettato di assistere ad una scena del genere, quindi si può dire che un po' lo scusavo.
<<Non sono atteggiamenti da amico>>, affermò arrabbiato. Lo presi per mano, portandolo nell'unica sala non ancora utilizzata quel giorno. Lui mi seguì in silenzio, stringendo però la presa.

<<Non farti film che non esistono ok? Ti ripeto che non c'è nulla fra di noi, andiamo molto d'accordo e siamo simili in molte cose, ma sempre come amici chiaro?>>, domandai esausto. Queste continue litigate erano estenuanti. Con lui era tutto un imprevisto, un tira e molla. Oggi c'è, domani non si sa. Mi ama, mi ferisce, si ingelosisce, e poi ritorna. Questo è il circolo vizioso che abbiamo intrapreso da un bel po' di tempo a questa parte.
<<Sicuro?>> domandò ancora.
<<Si Jungkook sicurissimo>> risposi sedendomi. Lo fece anche lui, accanto a me.
<<Mi sono preoccupato, sei tanto distante da me>>, sussurrò. Si guardava le mani, spostando i vari anelli che portava nelle altre dita, senza toccare mai però, la fede. Avevo voglia di stringerlo, era così tenero.

<<Distante da te? Ma siamo sempre insieme. Abbiamo passato forse due giorni separati. Ieri ero venuto a prendere le mie cose, e non so come, sono finito fra le tue braccia di nuovo>>, affermai. Sorrisi al ricordo. Aveva il potere di distrarmi, di rendermi volubile. Con lui nessuna decisione che prendevo era mai quella definitiva. Questo perché mi portava a riflettere, a rischiare, a sentirmi vivo e protagonista della mia vita. <<Non averti a casa è difficile. È così grande quanto vuota. Non potresti tornare qualche volta?>>, chiese teneramente. Strinsi le mie mani fra le sue, le uniche che volevo. Era vero, il rapporto con Minhyuk era nettamente migliorato. Con il tempo eravamo riusciti a passare dall'odio all'amicizia, ma nulla di più. Come faccio guardare altri ragazzi se nel mio cuore ho questo stupido bambi che amo alla follia?
<<Verrò a trovarti se ci tieni>>, risposi. Alzò la testa di scatto, sorridendo.

<<Grazie, mi farebbe molto piacere>>, affermò. Appoggiò la testa sulla mia spalla, alzandomi il braccio e posandolo sul suo addome. Non l'avevo mai visto cercare così tante attenzioni da me. Sembrava davvero disperato. Lo avevo perdonato, ma non completamente. Ero tornato sui miei passi ieri sera, quando mi ritrovai da solo nel mio letto, a casa di Tae, dubbioso se chiamarlo o no. Jungkook era diventato la mia vita ormai, la mia quotidianità, il mio amore. Ed è così difficile per me, mantenere una posizione ferma, distaccata, quando in realtà vorrei solo saltargli addosso continuamente.
<<È meglio che vada ora, non posso assentarmi troppo, si chiederanno che fine ho fatto>>, dissi spostandolo leggermente. Fece un verso di lamento, tenendosi stretto a me. Gli accarezzai la testa, com'ero solito fare, lasciandomi scappare qualche bacio. Che lui apprezzò.
<<Non sostituirmi, ti prego non farlo>>, sussurrò. Gli spostai la testa dalla mia spalla, prendendo il suo viso fra le mani e accarezzandone i lineamenti.

<<Credi davvero che io possa riuscirci? Tu non hai neanche idea Jungkook di quanto io ti ami>> mormorai sorridendo. Non me n'ero reso conto neanche io finché non mi ritrovai in comune, con l'anello al dito e le sue labbra sulle mie.
<<Ripetilo di nuovo>> affermò sorridendo anche lui.
<<Cosa?>>
<<La seconda parte della frase>>, rispose con tono adulatore. Si avvicinò lentamente al mio viso, dandomi un bacio sulla fronte e scontrando i nostri nasi.

<<Che ti amo?>>, mormorai chiudendo gli occhi. Mi beai della sua vicinanza, del suo profumo, del suo tocco delicato.
<<Anch'io ti amo>>, affermò con un bacio a stampo. Questa volta fui io ad abbracciarlo. Mi sedetti sulle sue ginocchia e avvolsi le braccia attorno al suo collo. Avevo davvero bisogno di sentirlo così vicino.
<<Ora vado, così ti lascio lavorare>>, si alzò.
<<Si, grazie>>, risposi accompagnandolo alla porta.
<<Allora ci vediamo. Ciao>>, mi salutò.

Chiusi la porta, tornando al mio posto. Il locale si stava svuotando per fortuna. Il tempo di sparecchiare i tavoli, sistemare la cucina e sarei tornato a casa. Per l'uscita di stasera mi sarei fatto bello, infondo un'uscita fra amici era quello che ci voleva. Taehyung di sicuro non stava nella pelle. Lui amava qualsiasi genere di festa, da quelle tranquille, alle pazze scatenate. Tra l'altro lui era uno di questi, specialmente da ubriaco. Per un certo periodo aveva frequentato qualche confraternita, in cui si organizzavano feste praticamente ogni sera. Chissà come faceva a reggere tutto quell'alcool. Ora però è un ragazzo diverso, la conoscenza di Yoongi l'ha cambiato radicalmente. Si può dire che sia un ragazzo modello ora.

Mi tolsi il grembiule, e presi l'occorrente per pulire i tavoli. Ero davvero stanco di questo lavoro così monotono e stressante. Facevo ritmi assurdi, sei giorni su sette, per avere uno stipendio misero. Jungkook mi aveva proposto di lavorare con lui, o di utilizzare parte dei soli che mi spettavano come suo marito. Ma a me non interessava. Mi sembrava inoltre ingiusto usarli non essendo propriamente miei. Li aveva guadagnati con il suo lavoro, e per quanto fosse bello essere disoccupato e vivere da mantenuto, non si addiceva ad uno come me. Con questi pensieri finii il lavoro il più veloce possibile, in modo tale da tornare a casa in fretta e godermi un pomeriggio di pieno relax. 

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Voglio spendere due parole sulla mia storia. Desidero davvero ringraziare tutte le persone che commentano con passione, che votano, tutti coloro che mi stanno sostenendo. Ringrazio chi ha creduto in me e mi segue dalle prime storie che ho scritto. Ringrazio i nuovi lettori/lettrici che hanno dato una possibilità alla mia storia❤️
Sono felice che stia piacendo, perché ho investito tanto tempo a scriverla, a pensarla, e mi farebbe piacere se a qualcuno potesse restare impressa.
Grazie per l'attenzione, ci vediamo domani con un nuovo capitolo!

Fatemi sapere cosa ne pensate❤️


~Unpredictable~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora