Jimin's pov
Rientrammo a casa verso sera, mano nella mano. Mi riempì di regali tutto il tempo: mi comprò il gelato, mi portò a fare shopping, e cena fuori. È stata una delle giornate più romantiche che abbia mai trascorso con lui.
<<Jimin tutto bene?>>, mi chiamò. Ero preso fra i miei pensieri, che riconducevano tutti inevitabilmente a lui. Mancava sempre meno al suo compleanno, ed ero elettrizzato. Sarebbe stato il suo primo compleanno con me, sarei stato il primo a fargli gli auguri, e probabilmente l'unico visto che nessuno dei suoi amici si era ancora proposto per trascorrere la giornata con lui.
<<Si>>, risposi. Mi accoccolai sul suo petto, controllando il telefono. Restavano venti minuti. Mi condusse fino al divano, facendomi segno di sedermi sulle sue ginocchia. Presi una coperta prima di farlo, non potevo guardare la tv senza.
<<Ti è piaciuta la giornata?>>, domandò baciandomi il collo.
<<A volte mi chiedo se tu sia stato un vampiro in un'altra vita>>, dissi senza pensare.<<Cosa?>>, mi guardò stranito.
<<Sei attratto dal mio collo, è la prima parte del mio corpo che baci>>, spiegai sorridendogli.
<<Mi piace il tuo profumo hyung, e non solo quello>>, ribaltò le posizioni, trovandosi sopra di me. Nonostante ci fosse solo la luce della televisione ad illuminare la stanza potevo scorgere benissimo i suoi occhi perdersi nei miei. Ci avevo navigato tante volte, trovando sempre sicurezza, amore, dedizione.
<<Kookie...>>, lo richiamai allontanandolo. Una volta mi disse pure che ero il suo dessert, ma possibile?Calò il silenzio. Si sistemò meglio, appoggiando la testa sul mio ventre, concentrandosi sul programma che stavano trasmettendo. Sembrava si fosse quasi dimenticato del suo compleanno, o non lo considerasse così importante. Nei giorni precedenti non tirai fuori l'argomento apposta, cercai di essere il più discreto possibile. Specialmente per il regalo. Fu un'impresa quasi impossibile considerando che mi seguiva da qualsiasi parte, ed ero finito anche a lavorare part time in azienda.
Quella sera mi sentii particolarmente connesso a lui, come se fossimo legati ad un filo invisibile, quello dell'amore. Gli accarezzai la testa lentamente, sentendo il suo respiro farsi più lento.
<<Non ti addormentare, è ancora presto>>, gli sussurrai baciandogli l'orecchio. Sospirò qualcosa che non decifrai. Poverino, aveva sonno. Si lamentò ancora per un po' finché non mi squillò il telefono, con la sveglia che avevo attivato allo scoccare della mezzanotte.
<<Spegni quel coso, ma quanto è alta la suoneria?>>, sbraitò alzandosi. Fece per farlo lui ma lo fermai saltandogli addosso e baciandolo su tutto il viso.
<<Tanti auguri amore!>>, affermai. Tastò con la mano il muro, cercando il tasto per la luce, che premette poco dopo. Continuò a tenermi in braccio, intrecciando le braccia sotto il mio sedere.<<Grazie piccolo>>, mormorò mettendomi giù. Ci guardammo intensamente, finché non portò le labbra sulle mie lasciandomi stupito per la velocità con cui finimmo di nuovo sul divano, lui sopra di me ad alzarmi la maglietta, ed io completamente inerme e accaldato. Baciò ogni angolo della mia pelle in fiamme, partendo dalle clavicole.
<<Jungkook devo darti il mio regalo>>, mugolai fra un bacio e l'altro.
<<Dopo>>, mormorò accarezzandomi l'addome.
<<Ci tengo tanto>>, risposi. Mi lasciò un bacio a stampo prima di raggiungere la posizione e seduta guardandomi sorridente. Gli feci segno di aspettare e andai in camera nostra. L'avevo nascosto in uno dei cassetti del comò qualcosa che di sicuro gli avrebbe cambiato la vita. Sentii la sua voce chiamarmi più volte, minacciandomi che mi avrebbe raggiunto se non fossi arrivato entro tre secondi. Ma fui più veloce di lui. Lo trovai appoggiato al muro con le braccia conserte, e gli occhi lucidi, ancora un po' stanchi.<<Ecco>>, mormorai.
<<Una lettera?>>, affermò leggendo l'intestazione della busta. Avevo il cuore che batteva a mille e non ero sicuro di aver fatto la mossa giusta. Ormai non potevo cambiare le cose, ma dal suo sguardo sembrava....deluso?
<<Si...aprila>>, lo incoraggiai. Si sedette a terra, aprendo accuratamente la busta e tirando fuori il foglio su cui avevo scritto per giorni, cambiando di volta in volta le parole, cercando quelle che rappresentassero di più ciò che provavo.
<<No aspetta non ci credo. Tu...l'hai fatto sul serio?>>, domandò. Lesse le prime righe, iniziando a tremare. Mi avvicinai a lui accorgendomi poco dopo che aveva il volto pieno di lacrime.<<Vuoi che la legga io?>>, chiesi asciugandogli le guance con il palmo della mano. Annuì.
<<Figlio mio, come sai non sono solito ad esprimere ciò che penso attraverso parole scritte, ma la verità è che non ne sono in grado. Prima di augurarti un felice compleanno, vorrei innanzitutto esprimere cosa sei tu per me. Il primo settembre 1997 fu il giorno più bello della mia vita, quando mi ritrovai in sala parto a stringere la mano a tua madre mente ti metteva alla luce, quando ti ho finalmente preso in braccio dopo quei nove mesi passati ad immaginare come saresti stato, a ciò che avremmo costruito insieme. Oggi sono 23 anni, anni splendidi che purtroppo hai trascorso lontano da me. Non potrò mai finire di chiederti scusa per ciò che ho fatto, per la sofferenza che ho creato a te e ai tuoi fratelli. Eri solo un piccolo bimbo quando io e tua madre ci separammo, ma già tante responsabilità. Eri il fratello maggiore, il nuovo uomo di casa, fardelli che un bambino non dovrebbe mai e poi mai portare sulle spalle. Ma tu l'hai fatto, nel migliore dei modi. Non starò qui a rievocare quei momenti orribili perché so che non servirebbe a nulla. Voglio invece dirti quanto sono fiero di te, dell'uomo che sei, del marito che sei. Sai, quando ti ho rivisto in azienda, dopo anni, ho capito che eri lì per me più che per il lavoro, ma ero troppo spaventato dalle conseguenze, dal passato che tornava a ripresentarsi per accettarlo. Così presi la via più semplice, allontanandoti. Sappi che non è stato facile per me, non ho mai smesso di volerti bene.
L'altro giorno una tua frase mi colpì dritta al cuore, quando mi dicesti guardandomi negli occhi "papà io non so cosa pensi di me", bene, sono qui a dirtelo. Sei un ragazzo divertente, dolce, genuino, pieno di talento. In questi anni ti ho tenuto sotto controllo, mi sono interessato alla tua vita, alle tue passioni, agli studi che stavi intraprendendo. Ho sempre saputo che fossi un ragazzo d'oro e che prima o poi avresti preso il mio posto, e ne sono davvero felice. Mi sto già emozionando a scrivere ciò, ma è l'unico mezzo che ho per arrivare da te. Non riesco a guardarti negli occhi, a vedere che uomo sei diventato senza di me. Mi ferisce molto. Ho saputo anche che hai fatto pace con Jackson e ne sono molto felice. Alcuni miei comportamenti possono averti fatto sentire in difetto, sbagliato rispetto a lui. Sappi che non è assolutamente così. Concludo dicendoti che se vorrai, io ci sono. Sono disposto a recuperare ogni attimo perso, a ricostruire il nostro rapporto se me ne darai l'opportunità. Ti voglio bene Kookie.
Tuo papà>>.Jungkook scoppiò in un pianto disperato, nascondendo il viso fra le mani e portandosi le ginocchia al petto.
<<Amore non fare così>>, lo consolai abbracciandolo.
<<Sono felice, davvero tanto. Lui si è ricordato di me capisci? Sa che esisto finalmente. Sa che sono suo figlio non solo per il lavoro, o per far arrabbiare mia madre. Mi vuole come persona Jimin, capisci?>>, affermò sorridendo.
<<Certo che lo sa, lo ha sempre saputo Jungkook, solo che a volte è difficile ammettere i propri errori e avere il coraggio di andare avanti>>, spiegai accarezzandogli la testa.<Tutto questo grazie a te, non puoi capire quanto ti amo>>, affermò baciandomi. Questa volta fui io ad approfondire il tutto, volevo sentirlo il più possibile, prendermi tutto il dolore che aveva provato in questi anni trasformandolo in amore, lasciandolo finalmente libero.
<<Devi ancora leggere la mia di lettera>>, dissi a pochi millimetri dalle sue labbra.
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Come sarà la lettera che Jimin ha scritto al suo Kookie? 😍
A domani con l'ultimo capitolo ❤️
Fatemi sapere cosa ne pensate ❤️
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~Unpredictable~ Jikook
FanfictionJimin e Jungkook sono due poli opposti che si richiamano continuamente. Il primo pauroso, gentile, sincero, riservato. Il secondo passionale, schietto, bugiardo, deciso in tutto quello che fa. Sarà una pizzeria a farli incontrare, e dal primo sguard...