Jungkook's pov
<<Ho detto passamelo cazzo!>>, sbraitai. Jackson rise, dicendomi di aspettare un secondo. Avevo l'ansia alle stelle, stavo sudando freddo. È questo quello che succede a chi mente, ed io sapevo che sarebbe finita male. Ogni secondo che passavo lontano da Jimin era un potenziale pericolo. Oggi gli avrei detto la verità, nel caso in cui non la sappia già.
<<Jungkook?>>, mi sentì chiamare.
<<Jimin dove hai trovato il numero?>>, dissi con un tono scocciato.
<<In un'agenda nel tuo studio. Stavo sistemando la casa e una volta trovato quel numero ho pensato di farti una sorpresa. Non mi avevi detto di avere un segretario>>, affermò sospirando.
<<Non è come credi, qualsiasi cosa ti abbia detto c'è una spiegazione>>, affermai sull'orlo di piangere.
<<Ti farò una sola domanda, vedi di rispondere sinceramente o non ti disturbare a tornare a casa stasera>>, ammonì.<<Dimmi>>, risposi. Ero già pronto al peggio, a rimanere di nuovo solo, perdendo l'unica cosa bella che mi era capitata. Finché la sua domanda mi sorprese.
<<Mi hai tradito con lui prima che ci sposassimo? Per questo parlava di te in modo così....intimo? Sembrava ti conoscesse bene, sapeva anche chi ero io>>, spiegò. Buttai fuori tutta l'aria che avevo trattenuto in un secondo, rimanendo in silenzio. Yoongi mi guardò preoccupato.
<<Ok, ho capito>>, mormorò.
<<No aspetta! Non è come credi tu, non c'è stato nulla fra di noi, lui è Jackson il mio fratellastro>>, spiegai. Quel ragazzo aveva la dote di mettermi sempre nei guai. Non poteva farsi gli affari suoi? No, ovviamente doveva complicarmi la vita, altrimenti la sua giornata sarebbe stata ancora più inutile di quanto non lo fosse solitamente.<<Perché non mi hai mai parlato di lui? Non mi stai mentendo vero?>>, mi accusò.
<<Jimin davvero, è il mio fratellastro, credimi>>, risposi con voce spezzata.
<<Ok ok, mi spiegherai tutto a casa e non tornare tardi>>, affermò prima di riattaccare. Posai il telefono e nascosi il viso fra le mani. Dovevo rilasciare l'ansia accumulata, penso di non aver mai provato così tanta paura in un momento.<<Cos'è successo?>>, chiese Yoongi dandomi una pacca sulla spalla.
<<Quell'idiota di Jackson ha fatto insospettire Jimin, e adesso andrò ad ammazzarlo>>, risposi alzandomi.
<<Ma sei impazzito? Se proprio devi ucciderlo fallo fuori di qui!>>, rispose. Si mise davanti alla porta, allargando le braccia intimandomi a sedermi. Non ci vedevo più dalla rabbia.
<<Come si permette! Adesso Jimin penserà di tutto e di più su di me!>>, affermai sconsolato.
<<Allora va da lui e chiarisci le cose no? Sempre meglio che stare qui a logorarti>>, propose. Aveva ragione. Lo ringraziai con lo sguardo e presi la giacca.Jackson mi guardò sorridente, avrei tanto voluto spaccargli la faccia.
<<Questa volta non la vincerai, non ti permetterò di portarmelo via>>, lo minacciai. Enfatizzai il discorso puntandogli il dito contro, che lui prontamente abbassò, accompagnando il gesto con una risata.
<<Non è tuo marito che voglio, ma certamente potrà essermi utile in un futuro, scommetto che è molto bello. Carina anche la sua voce, sembra dolce...chissà com'è a lett->> pronunciò.
<<Jungkook no!>>, affermò Yoongi spingendomi a terra. Tolsi le mani dal colletto della sua camicia e ripresi rapidamente il controllo.
<<Non finisce qua>, risposi. Lo spinsi di nuovo a terra, lasciandolo lì, con il viso a contatto con il pavimento. Scesi velocemente le scale, e mi lasciai l'azienda alle spalle. Cercai ininterrottamente la mia auto, ma dal nervoso che provavo in quel momento mi ero dimenticato del posto in cui l'avevo parcheggiata. Per fortuna dopo quasi tre giri a vuoto la trovai, salendoci sopra subito. Sfrecciai ad alta velocità fino a casa, sperando con tutto il cuore che Jimin fosse lì ad aspettarmi. Cosa che per fortuna si realizzò. Lo trovai seduto sul divano a braccia conserte mentre guardava una serie tv. Avvertendo il rumore prodotto dalle chiavi si voltò, squadrandomi da capo a piedi.<<Spiega>>, mormorò.
<<Jackson è il mio fratellastro. Mio padre subito dopo essersi lasciato con mia madre ha intrapreso una relazione a nostra insaputa con un'altra donna, e Jackson ne è il risultato>>, spiegai. Non sembrò convinto.
<<So che c'è altro, lo percepisco. Ti conviene dirmelo perché non sopporterò altre bugie>>, continuò. Mi tramavano le mani, e la mente cominciava ad essere annebbiata. Cercai più volte il conforto nei suoi occhi, quel conforto che avevo sempre trovato e che questa volta, non mi avrebbe di sicuro concesso.
<<Non te l'ho detto prima perché non pensavo fosse rilevante, ma non c'è altro>>, avvilito.<<Non ti credo>>, aggiunse. Si alzò di scatto, spegnendo la tv e lanciando il telecomando accanto a me.
<<È così davvero>>, mormorai seguendolo.
<<Dunque, ti chiamo al lavoro, mi risponde il tuo fratellastro, gli chiedo di passarmi te e reagisci male, innervosendoti. Ho sentito benissimo il panico nella tua voce stamattina, è stato già tanto il fatto che sia riuscito a dirmi una frase di senso compiuto. Si può sapere cosa ti spaventa così tanto? Cosa mi nascondi?>>, chiese.
<<Jimin ti giuro che avrei voluto dirtelo tanto tempo fa, ma non sapevo come. All'inizio credevo che non fosse rilevante fartelo sapere perché volevo che mi conoscessi per quello che sono davvero e così ho fatto. Ho pensato che nel momento in cui tra di noi fosse diventata una cosa seria allora ti avrei raccontato tutto. Poi ci sono stati dei momenti con incomprensioni, litigate, tanto che ho pensato non fossimo compatibili. Finché però non mi sono innamorato di te e questo ha rivoluzionato tutto. Ho avuto paura di perderti, e l'ho tuttora, e questo pensiero costante mi distrugge l'anima davvero>>, iniziai. Jimin mi guardò ferito, allontanandosi sempre di più da me.<<Il fatto è che io sono...>>, suonò il campanello. Cercai di ignorarlo, finché il suono non divenne più forte accompagnato da mani che bussavano. Così andai ad aprire trovandomi mia madre.
<<Jungkook non si apre più la porta alla propria madre?>>, affermò sgridandomi. Entrò senza che nessuno le avesse dato il permesso e si tolse la giacca.
<<Jimin, caro tutto bene?>>, gli chiese avvicinandosi.
<<Non voglio ascoltare più niente, me ne vado>>, affermò superandomi.
<<No aspetta! Ascoltami ti prego! Jimin!>>, lo rincorsi. Fu troppo veloce e mi lasciò. Sbattendo la porta d'ingresso. Così mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, rincuorato fra le braccia di mia madre che mi accarezzava la schiena.<<Avete litigato? Cosa è successo?>>, chiese preoccupata.
<<L'ho perso mamma. L'unica cosa di cui avevo paura si è avverata e adesso non si torna più indietro>>, risposi piangendo più forte.---------------------------------------
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~Unpredictable~ Jikook
FanfictionJimin e Jungkook sono due poli opposti che si richiamano continuamente. Il primo pauroso, gentile, sincero, riservato. Il secondo passionale, schietto, bugiardo, deciso in tutto quello che fa. Sarà una pizzeria a farli incontrare, e dal primo sguard...