Capitolo 50

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Jungkook's pov

<<Jimin dove vai? Non abbiamo finito di parlare!>>, urlai seguendolo. Mi stavo già pentendo della mia scelta, era così testardo da non ascoltare. Guardai in tutte le stanze, trovando la nostra con la porta aperta e lui a terra. Mi precipitai per aiutarlo, ma mi tirò uno schiaffo dritto in volto.
<<Credevo che toglierti la fede fosse la cosa che mi avrebbe ferito di più, ma vederlo nel nostro letto non ha prezzo. Non posso sopportarlo>>, disse piangendo. Non capii di cosa stesse parlando finché non ritrovai Yugyeom che sorrideva. Gli avevo espressamente vietato di entrare in quella stanza, perché conteneva tutti i nostri ricordi, e lui lo aveva fatto per dispetto, distruggendo ancora di più Jimin.
<<Ascoltami, non sapevo fosse qui, gli avevo proibito di entrare>>, cercai di calmarlo. Non mi ascoltò. I suoi occhi erano pieni di rabbia e disgusto. Alternava lo sguardo da me a lui, schifato.

<<Vattene a fanculo Jungkook, questa volta seriamente>>, esclamò andandosene. Provai a fermarlo, ma una mano mi attirò a sé.
<<Non ti azzardare a seguirlo, ti ha dato il ben servito, ora lascialo andare via>>, affermò sorridendo. Sentii la porta d'ingresso chiudersi violentemente, segno che se ne fosse andato. Avvertii tutta la rabbia repressa in questi giorni emergere, portandomi a inveire contro di lui.
<<Come cazzo ti sei permesso di venire qui eh? Due cose ti avevo chiesto: non toccare la sua roba, e di non dormire nel nostro letto. Come minimo dovrei cacciarti adesso>>, affermai sconsolato. Jimin non si accorse di un dettaglio, Yugyeom indossava la mia maglietta, e fu un bene. I suoi occhietti pieni di lacrime gli impedivano di vedere in modo nitido, e questo mi salvò.

<<Scusami? Cerca di calmarti, la stai facendo più grossa di quello che è>>, sentenziò spingendomi.
<<Non capisci quanto sia importante questa stanza per noi? L'abbiamo scelta insieme, ci abbiamo vissuto per la maggior parte del tempo! Posso solo immaginare quanto si stia sentendo ferito>>, ammisi. Volevo picchiarmi da solo. Avrei dovuto chiuderla a chiave, essere più ferreo. Non potevo dimenticare il suo viso stupito, il dolore che provavo non mi faceva quasi respirare.
<<Ti rendi conto che quello ferito sono io? Mi sono sdraiato lì qualche minuto fa perché avevo capito che fosse qui. Ho sentito parte della vostra conversazione e non posso credere che tu sia ancora così preso da lui. Sono bastate due paroline per addolcirti!>>, sentenziò.

<<Non sei nella condizione di rimproverami nulla>>, ribattei. Non era la prima volta che escogitava piani per farlo arrabbiare ed allontanarlo da me. Quando Jimin gli era vicino si trasformava, diventava paranoico, malvagio.
<<Si invece! Ti ho detto che ti amo ricordi? Sai come mi sento quando vedo che nonostante i miei sforzi tu torni sempre da lui? Sai come ci sente ad avere paura di perdere costantemente l'uomo che ami? Eh, lo sai?>> urlò.

<<Certo che lo so, convivo da questa paura da quando conosco Jimin>>, dissi senza pensare. Mi accorsi poco dopo di ciò che avevo detto, pentendomene subito. Ora erano due i ragazzi feriti dalle mie parole affilate.
<<Non volevo dire così, non so perché l'abbia fatto, mi è venuto spontaneo>>, mi scusai. Non volevo ferirlo, ma la sua presenza nella mia vita non era neanche lontanamente paragonabile a quella di Jimin.
<<Ha parlato il cuore, e quanto ti stia odiando in questo momento, vorrei tanto che quelle parole fossero state per me. Sono stanco del noi Jungkook, sempre tu e lui. La vostra stanza, il vostro letto, il vostro matrimonio. Sono stanco>>, disse sedendosi a terra. Lo accolsi fra le mie braccia, accarezzandogli la testa.

<<Non so cosa mi stia succedendo, lui mi confonde, mi riporta a prima che scoppiasse tutto questo casino, a quando lo amavo come se non ci fosse nulla di più importante nella vita per me>>, risposi. Ormai non avevo più paura di niente, e consapevole di poter perdere anche lui, dissi tutto quello che pensavo.
<<Ci sono degli amori che non finiscono mai, e forse il vostro sentimento rimarrà per sempre. Non siete fatti però per stare insieme, perché per voi non esiste il compromesso. Devi schiarirti le idee perché così non puoi continuare con nessuno dei due>>, mormorò.

<<Mi stai dicendo che devo tornare con lui?>>, domandai turbato.
<<No, ti sto dicendo di seguire il cuore>>, affermò. Rimasi sorpreso dalle sue parole. Penso fosse consapevole di non essere la mia scelta, nonostante ciò, mi lasciò andare.
<<Mi dispiace se ti sei sentito usato, io ci tengo davvero a te>> dissi lasciandogli un bacio sulla guancia.
<<Lo so, come so che tornerai da me, subito dopo aver chiarito con lui. Non ti aspettare che gli chieda scusa, in amore tutto è concesso>>, affermò ricambiando il bacio, ma a stampo. Il mio fu un bacio, di scuse, unito a quello dei saluti. Lo guardai un'ultima volta, e scesi di sotto. Feci una chiamata veloce, e mi vestii. Dovevo assolutamente trovare Jimin. Gli scrissi qualche messaggio, ma da bravo illuso non avevo considerato che sicuramente non avrebbe risposto a me. Così scrissi a Taehyung.

Hyung, sai dov'è Jimin?

No, è successo qualcosa?

È andato via da casa mia arrabbiato e ho bisogno di trovarlo

Penso sia a casa sua, non ha altro posto dove andare

Grazie hyung.

Visualizzò senza aggiungere altro. Così mi precipitai in macchina, incurante dei sensi di colpa che provavo e della paura che mi attanagliava per una nostra possibile litigata. Infondo eravamo abituati a questo no? Guidai in fretta e furia, pensando a come sarei riuscito a farmi perdonare, così mi venne un'idea. Feci un salto in diversi negozi, tra cui uno di fiori, comprando dei gigli. Ormai, uno dei nostri simboli. Caricai quasi tutto in macchina, fermandomi per un secondo. Mi guardai attorno, respirando profondamente. Casa sua era di fronte a me, pochi passi ci dividevano. Pochi che sembravano infiniti, considerando l'orgoglio che ci aveva sempre separati, e che questa volta, avevo deciso io di superare. Mi ha cercato in ogni modo, era disposto a vivere con me tollerando la presenza di Yugyeom. Non meritava neanche un granello di quello che stava passando. Suonai il campanello più volte, sperando che mi venisse ad aprire. Non avevo le chiavi, ma avrei forzato la porta se fosse stato necessario. Non accadde per fortuna.

<<Tieniti le scuse per qualcun altro,  ho già sentito abbastanza>>, affermò. Aveva smesso di piangere, ma i suoi occhi erano ancora gonfi, proprio come il suo labbro inferiore, che di sicuro aveva torturato per calmarsi.

<<Perdonami amore mio>> dissi, inginocchiandomi davanti a lui. 

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Il prossimo capitolo - - ->😍💣
Fatemi sapere cosa ne pensate❤️


~Unpredictable~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora