Capitolo 31

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Jungkook's pov

<<Credo che dovresti calmarti e respirare più lentamente>>, mormorò mia madre.
<<Perché sei qui? Non è un buon momento>>, affermai scocciato. Il suo tempismo era invidiabile. Jimin era andato via furibondo, senza neanche lasciarmi il tempo di spiegare, di provare anche solo a dar fiato alle inutili parole che avrei trovato e che di sicuro non gli avrebbero fatto cambiare idea. Però ci avrei provato, eccome se lo avrei fatto.
<<Volevo sapere come stavi, non ci vieni mai a trovare, nessuno ha notizie di te. Sia io che i tuoi fratelli siamo preoccupati Jungkook>>, affermò. Mi sedetti accanto a lei, prendendomi la testa fra le mani con gli occhi che mi pizzicavano.
<<Mi sono sposato, con Jimin>>, sussurrai.

<<Che cosa? Quando? Perché non ci hai invitati?>>, rispose sconcertata. Nel suo sguardo potevo scorgere sorpresa e rabbia allo stesso tempo. Penso di essere solo una delusione per lei.
<<Due giorni fa. Ho organizzato tutto all'ultimo, una cerimonia semplice con solo due invitati come testimoni. Mi interessava sposarlo non tutto quello che c'è dietro>>, spiegai. Mi guardò contrariata.
<<E jimin ha accettato questa cosa? Tesoro quel ragazzo muore d'amore per te, e tu lo ripaghi con una cerimonia squallida?>>, mi sgridò.
<<Mamma per favore, ho già abbastanza sensi di colpa>>, mormorai. Stette in silenzio. La stanza si riempì dei nostri sospiri. Mi alzai di scatto, scappando in camera nostra. Guardai il letto vuoto, perfettamente rifatto, e le nostre foto sul comodino. Tutte le sue cose erano qui, sarebbe dovuto tornare a prenderle. Mi feci forza con questo pensiero. Almeno un confronto lo meritavo, e lui avrebbe dovuto ascoltarmi.

Così gli scrissi qualche messaggio che però non gli arrivò. Quella sola spunta su Whatsapp aumentò il mio livello di ansia. Aveva di sicuro spento il telefono, isolandosi da tutto, da me. Spero almeno non sia da solo e che Taehyung possa convincerlo a tornare da me.

Jimin ho bisogno di parlarti

Dammi la possibilità di spiegare

Non mi arrenderò finché non mi ascolterai

Mi dispiace per tutto

Ti amo

Buttai il telefono sul letto e andai in bagno. Mi feci una doccia veloce, sperando che l'acqua calda potesse aiutarmi a scacciare i pensieri. Ero un fascio di nervi, preoccupato dalla testa ai piedi. Mi insaponai i capelli, massaggiando la cute sotto il getto forte dell'acqua che mi colpiva dritto in faccia. Grazie ad essa le lacrime numerose che scendevano dai miei occhi si confusero con le goccioline d'acqua. Feci un risciacquo veloce, quando il telefono squillò. Mi catapultai letteralmente fuori dalla doccia, inciampando qua e là fino a raggiungere il telefono. Risposi subito.

<<Jimin!>>, esclamai.
<<Sono Taehyung>>, quel piccolo sorriso che ero riuscito a tirar fuori, si spense.
<<Ciao hyung>>, mormorai deluso.
<<Jimin è qui con me, ora è più tranquillo. Ho aspettato che si addormentasse per chiamarti, o me lo avrebbe impedito. Mi prenderò cura di lui perché è il mio migliore amico, ma sappi che ti sto odiando in questo momento. Spero tu abbia una scusa seria per averlo ridotto così, o la prossima volta che ti incontrerò non ne uscirai vivo. Sono stato chiaro?>>, mi sgridò.

<<Non ci sarà una prossima volta, ho solo bisogno che mi dia una possibilità, sono sicuro che capirà>>, affermai piangendo. Capendo il mio stato d'animo Taehyung cambiò tono di voce, si fece quasi...comprensivo?
<<Jimin ti ama, solo che adesso è ferito, crede che tu l'abbia tradito, è così?>>, chiese.
<<No! Assolutamente no! Gli ho mentito è vero, ci sono molte cose che non sa ma non l'ho tradito!>>, esclamai urlando.
<<Va bene, ti credo. Lasciagli elaborare la cosa, dagli tempo e vedrai che tornerà da te>>, propose.
<<Grazie per avermi chiamato Tae, ti voglio bene>>, sussurrai.
<<Anch'io>> riattaccò.

Era al sicuro, ma con il cuore spezzato. Avevo sempre pensato di proteggerlo da tutti, di far si che fosse al sicuro. Invece avrei dovuto proteggerlo da me, ed evitare che si ritrovasse in questa situazione. Certamente se quell'idiota di Jackson avesse tenuto la bocca chiusa, Jimin sarebbe ancora ignaro di tutto, ed io avrei potuto spiegargli tutto, senza che se ne andasse.

Mi vestii, lasciando tutto in disordine e raggiungendo la camera da letto, guardandola un'ultima volta prima di uscire. Non avrei dormito in un luogo pieno di lui, del suo profumo, stavo già male così. La villa ospitava un gran numero di camere singole e due matrimoniali. Finché Jimin non tonerà a casa, non varcherò la porta di quella stanza.

<<Tesoro che dici rimango a dormire? Così non sei solo?>>, disse mia mamma bussando.
<<Se vuoi si, domani uscirò presto per cercarlo>>, risposi. Lei si sedette sul letto accanto a me, facendomi segno di raggiungerla. Mi avvolse in un abbraccio, accarezzandomi i capelli.
<<Lui mi ama vero?>>, domandai più a me stesso che a lei.
<<Si, anche se ora vedi tutto nero, ne uscirai amore vedrai>>, mi rassicurò. Chiusi gli occhi, aspettando che il sonno mi liberasse da tutto, finché mi addormentai.

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Dormii pochissime ore, forse 5, e mi alzai. Diedi un'occhiata a mia madre che ancora dormiva, prima di prepararmi qualcosa di veloce da mangiare. Alla fine, optai per un frutto che sgranocchiai mentre mi vestii. Forse, per la prima volta nella mia vita sarei uscito di casa presto. Da quando vivevo con Jimin ogni giorno diventava un'occasione per distrarmi. Ogni mattina i suoi buongiorno duravano ore, passavamo il tempo a coccolarci, baciarci, ammirarci. Mi seguiva da tutte le parti, lasciandomi dei baci sul collo o abbracciandomi da dietro. È la persona più dolce e amorevole al mondo.

Uscii di casa respirando lentamente. Cercai di riordinare i pensieri e raggiunsi la macchina. Questa volta non avevo neanche cercato di prepararmi un discorso, tanto me lo sarei di sicuro dimenticato una volta incontrato il suo sguardo. Ancora non aveva risposto ai miei messaggi, nemmeno alle chiamate, mi stava evitando. Guidai verso casa di Tae, certo di trovarlo ancora lì. Erano circa le 9 di mattina quando arrivai, non poteva essere già al lavoro. Suonai più volte al campanello, finché Tae in versione addormentata non mi venne ad aprire.

<<Buongiorno, c'è Jimin?>>, chiesi dolcemente.
<<È andato via da qualche ora, non mi ha detto dove. Ha ricevuto una chiamata ed è scappato via>>, spiegò stropicciandosi gli occhi.
<<È successo qualcosa di grave?>>, domandai preoccupato.
<<Non ha voluto dirmi niente, non so>>, rispose. Rimasi a guardarlo perplesso finché non mi squillò il telefono. Era Yoongi.
<<Dimmi hyung>>, risposi.
<<Vieni in azienda, subito>> esclamò. 

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~Unpredictable~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora