Capitolo 48

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Jungkook's pov

Tornai a casa stanchissimo, erano circa le 21 di sera quando varcai la porta d'ingresso. L'unica cosa che desideravo era farmi un bel bagno caldo nell'idromassaggio e dimenticarmi di tutto. Posai le chiavi e mi liberai delle scarpe. Avevo un caldo addosso incredibile. Le chiacchierate di oggi mi avevano fatto salire mille paranoie che prima non avevo, e avevo tanto bisogno di liberamene. Trovai tutto in disordine: il divano disfatto, scatole di pizza aperte e lattine vuote.

<<Cos'è questo casino?>>, domandai irritato. Yugyeom fece il suo ingresso battendo le mani.
<<Ti sei degnato di tornare finalmente, si può sapere dove sei stato? Ti ho mandato mille messaggi, neanche una risposta>>, si lamentò.
<<Pulisci tutto, non tollero questo disordine in casa mia>>, risposi superandolo. Non ero in vena di litigare, e inoltre, faccio quello che voglio della mia vita, lui non è nessuno per rimproverarmi.
<<Jungkook, ascoltami>>, affermò prendendomi il braccio. Si mise di fronte a me, accarezzandomi la spalla. Tenni lo sguardo fisso su altro.

<<Ho comprato la cena, pensavo di poterla fare insieme e non vedendoti arrivare ho mangiato tutto io. Pulirò, ma per favore, se ritardi, avvisami>>, disse con tono più dolce.
<<Perché dovrei? Noi non siamo nulla, sei ospite qui, ti ricordo>>, sputai acido.
<<Cosa è successo oggi? È stata una brutta giornata al lavoro? Perché sei così nervoso?>>, domandò dandomi un bacio sulla guancia. Perché non se ne andava invece.
<<Non sono affari tuoi>>, lo superai. Andai dritto in camera mia, sbattendo la porta alle mie spalle. Per mia disgrazia mi seguì, entrando senza bussare. Si sedette sul letto, in attesa di una mia mossa o spiegazione. Cosa che non arrivò.

<<Centra Jimin immagino no? Si è riavvicinato a te?>>, domandò infastidito.
<<No>>, risposi solo. Mi sedetti accanto a lui, ma solo perché ero stanco di stare in piedi. Ero ancora intenzionato a farmi un bagno rilassante e così presi tutto l'occorrente. Afferrai dei vestiti a caso dall'armadio e presi i miei sali preferiti. In bagno avevo fatto costruire la miglior vasca da bagno, con idromassaggio, che avessi mai avuto. Dopo i problemi avuti con Jimin avevo deciso di godermi la mia ricchezza, dedicandomi a me stesso, viziandomi anche, perché no. Yugyeom mi guardava impassibile, si limitava a seguirmi per ogni stanza.
<<Posso stare in bagno da solo? O mi devi controllare?>>, dissi ironico. Mi spogliai velocemente, rimanendo in boxer e prendendo un accappatoio da mettere accanto alla vasca.

<<No, non me ne vado. Non sono un codardo e non scappo dai problemi>> affermò. Mi sbatté contro il muro, unendo le sue labbra alle mie e strofinando le nostre intimità. La sua lingua chiese subito l'accesso alla mia, che acconsentì. Nel suo bacio c'era desiderio, lussuria, passione. Si liberò anche lui dei suoi vestiti, buttandoli in fondo alla stanza e spingendomi dentro la vasca. Non eravamo mai stati nudi uno davanti all'altro, trovai molto eccitante questa cosa, ma presi le distanze.
<<Non baciarmi più>> sentenziai, spostandolo con forza da me.
<<Chiariamo una cosa: sei uno stronzo. Non ti permettere di trattarmi mai più così, non mi gestisci come vuoi chiaro? Se hai avuto una giornata storta ne parliamo, o puoi semplicemente dirmi di voler stare un po' da solo>> affermò accovacciandosi fra le mie gambe.

<<Perché me lo dicono tutti? Sto solo cercando di fare chiarezza con i miei sentimenti, di capire cosa sia meglio per me, e non riesco. Dannazione non so cosa fare!>> sbraitai. Mi ascoltò in silenzio, accarezzandomi il petto, e sorridendomi di rado. Non so quale pazienza lo spinga a starmi accanto.
<<Jimin ti confonde, ma so come fartelo dimenticare>> annunciò, baciandomi a stampo.
<<Ho detto di non baciarmi>> ripetei.

<<Ed io ho detto di non voler sentire parlare di lui in mia presenza, ma l'hai fatto, quindi siamo pari>> mi sfidò. Sorrisi.
<<Non mi è indifferente, mi sento attratto da lui, tanto, quando gli sono vicino, quando lo sfioro, è come se non ci fossimo mai lasciati, provo esattamente le stesse cose della prima volta in cui l'ho visto>> spiegai. Appoggiai la testa su un braccio, e con l'altro giocai con l'acqua, cercando di distogliere lo sguardo dal suo infastidito. Mi aveva ferito vedere le mani di quell'idiota del collega sulle sue, ma non potevo impedirglielo. Ero nella posizione sbagliata per parlare.

<<La tua posizione è chiara. Ora ti spiego la mia: non sono disposto a perderti e se devo lottare con lui, lo farò. Non può essere ancora così importante per te, non ci credo. Vi siete amati, ma ora è finita, devi passarci sopra Kookie>> disse. Mi lasciò interdetto.
<<Cambiamo argomento, sono stufo>> esclamai cercando una spugna. Mi guardai attorno, senza trovarla. Trovai invece le sue labbra, ad un passo dalle mie.
<<Vieni qui, ti insapono>> mormorò baciandomi la fronte. Lo trovai un gesto estremamente dolce. Così prese una spugna, ci versò sopra un po' di bagnoschiuma e me la passò sul corpo. Lo guardai attentamente, rimanendo sorpreso e incantato dai sorrisi teneri che mi rivolgeva. Sembrava avesse assunto ai miei occhi un'altra visione, più dolce, più sincera.
<<Io....>> mormorai.

<<Non sei pronto per un rapporto Jungkook, lo so, ancora non mi vedi come il ragazzo per te. Aspetterò>>, affermò massaggiandomi la schiena. Gli presi le mani, intrecciando le nostre dita. Mi sentivo in colpa e in dovere. In colpa per averlo trattato come una ruota di scorta, come l'ultima spiaggia. In dovere, perché avrei dovuto renderlo felice, ma il mio cuore apparteneva ancora al biondo dalle labbra carnose.
<<Perché sei così buono con me, non capisco. Puoi avere tutti i ragazzi che vuoi. Dico sul serio, hai tutto ciò che un uomo vorrebbe, sei stupendo, audace, in gamba, avrei mille complimenti da farti>>, affermai. Mi sorrise timido. Le sue guance divennero improvvisamente rosate, come se fosse in imbarazzo, cosa che non avevo mai visto nel suo viso.
<<Nessun uomo è te>>, affermò deciso.

<<Sono tutti meglio di me>>, risposi triste. A volte mi consideravo un vero e proprio fallimento. Avevo rovinato il mio matrimonio, deluso i miei amici, persino mio padre che non mi considerava mai. Però lui era qui, con me.
<<Dici così perché sei ferito. Hai solo bisogno di essere amato, ed io sono disposto a farlo>>, affermò. Mi prese il volto fra le mani, lasciandomi un bacio a stampo.

<<Ti amo Jungkook>> disse. 

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~Unpredictable~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora