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Hey tu,

Qual è il tuo sogno?

[No more dream, BTS]

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Arrivammo in un locale di Itaewon affollatissimo e mi sentii quasi mancare l'aria quando, per entrare, perdemmo un'ora intera e la gente stava in fila ammassata come sardine. Non avrei mai creduto che uscire per i quartieri della movida potesse essere tanto stressante, ma ormai c'ero dentro e non potevo tirarmi indietro. Quando finalmente fu il nostro turno, il ragazzo che mi aveva invitata mi afferrò il polso per non perdermi tra la folla e mi trascinò nel ristorante, senza mai lasciare la presa, finché non arrivammo al nostro tavolo e ci accomodammo per cenare.
Le ragazze non parlavano tanto, ma non ero sicura che fosse perché erano timide, in ogni caso io non ero interessata a stringere dei rapporti di amicizia, mi ero già spinta oltre con Korain e Harin e non volevo rischiare di affezionarmi a nessun altro, ero semplicemente uscita con loro perché non sapevo come sganciarmi.

- Allora, Clarisse... Cosa ti porta a Seoul? Vuoi diventare famosa? - Chiese Chung Hee, sembrando fin troppo curioso, mentre col gomito poggiato al tavolo si reggeva la testa appollaiata sul suo palmo.

- No, per niente. - Continuai a guardare il menù, per decidere quale pietanza scegliere, poi mi ricordai che la nonna mi aspettava, così la chiamai per avvisarla che non sarei tornata, poggiando infine il cellulare sul tavolo.

- Allora che ci fai alla casa discografica se non vuoi sfondare nel mondo della musica? - Lui continuava a fare domande a cui non volevo rispondere, non vedevo il motivo di scambiare queste informazioni con un tizio qualunque, perciò continuai a leggere sulla carta, quando mi cadde l'occhio su un piatto di carne che sembrava super invitante.
- Posso chiamare il cameriere? Io ho scelto. Voi? - Deviai il discorso, ma solo per poco, perché appena finimmo di parlare con il ragazzo delle ordinazioni per comunicargli le vivande scelte, Chung Hee riprese con l'interrogatorio e, per farlo tacere, decisi di rispondere a qualche quesito. - Un amico mi ha suggerito di fare il provino, ho ascoltato il suo consiglio e adesso mi trovo alla seconda fase. - Lui mi guardò sorridendo.

- Mi ricordo la tua prima esibizione, sei stata grandiosa e penso tu abbia molte probabilità di entrare a far parte della crew. - Sembrava sincero, lo ringraziai e gli sorrisi, poi arrivarono i nostri piatti e mangiammo, assaporando tutto con gusto, mentre accompagnavamo il cibo con il soju*. Era veramente buono, ma il tasso alcolico della bevanda mi diede un po' alla testa e cominciai a sciogliermi e a lasciarmi andare, esprimendo tutto ciò che mi passava per la testa. Dissi alle gemelle che la loro faccia non mi piaceva, che erano troppo silenziose e non mi convincevano, mentre anche loro, brille, mi rispondevano a tono, in quella che si rivelò una sensazione reciproca. Poi venne il turno del ragazzo e gli chiesi gentilmente di smetterla con tutte quelle domande perché tanto non avrebbe ricevuto altre informazioni, rivelai loro che non mi piaceva stringere nuove amicizie e che non avrebbero più dovuto occupare una sala già prenotata da altra gente.
Chung Hee rise di gusto, mentre osservava una me fuori di senno, con le guance rosse, che a stento si reggeva in piedi.

Quando finimmo la cena saltammo il dolce, le ragazze ci abbandonarono per tornare a casa, mentre io continuavo a dire di non potermi ritirare in queste condizioni pietose.

- Non vuoi deludere i tuoi genitori? - Chiese lui, mentre passeggiavamo senza una meta precisa e io tentavo di riprendermi assaporando l'aria gelida di gennaio.

- I miei sono morti, ma... - Feci una pausa accompagnata da un singhiozzo. - Non voglio che i miei nonni mi vedano ridotta così male. - Feci un sorriso sbilenco lasciandolo senza parole e, avvistata una panchina libera, cominciai a correre verso di essa per sedermici sopra. Mi girava la testa e volevo assolutamente tornare lucida prima di rincasare.
Quando lui mi raggiunse, si accomodò accanto a me, guardandomi con pietà, che era l'ultima cosa che volevo facesse. - Smettila di provare compassione. - Sputai velenosa. - Sono scomparsi da tanto tempo, il cuore non fa più male. - Era una bugia, ma non volevo che mi fissasse in quel modo penoso. Korain non lo avrebbe mai fatto, lui mi capiva e, infatti, quando gli raccontai la vicenda, contraccambiò raccontandomi il suo dolore per la perdita dei suoi nonni, senza mai assumere quell'espressione addolorata che, adesso, aveva Chung Hee.
Il ragazzo evitò di rispondere e dopo minuti di silenzio, il buio si impossessò di me. Avevo perso i sensi, avevamo esagerato con quella bevanda diabolica e l'alcol aveva dato i suoi frutti, facendomi addormentare di punto in bianco su quella seduta scomoda, al freddo e al gelo, mentre uno sconosciuto mi stava accanto.

Quando mi risvegliai, Chung Hee mi stava portando sulle spalle e riconobbi, a tratti, la via di casa mia. Battei le palpebre mezza addormentata e sbadigliai.

- Finalmente ti sei ripresa, bella addormentata! - Esclamò con un ghigno. Io bofonchiai qualcosa, ancora intontita e assonnata, mentre poggiavo il mento sulla sua spalla. - Siamo arrivati. - Aggiunse infine, mettendomi giù con cautela.
Lo ringraziai sinceramente e poi rientrai a casa, guardai l'orologio del cellulare per scoprire quanto tempo avevo dormito e mi accorsi che era veramente tardi. Avevo saltato la videochiamata con Korain e non lo avevo neanche avvisato.
Appena raggiunsi la mia camera, mi fiondai sul letto e provai a contattarlo, ma senza alcun risultato, così andai a struccarmi con l'intenzione di chiamarlo subito dopo. Mi guardai allo specchio e mi chiesi che cavolo avessi per la testa per trangugiare tutto quel soju, ma il suono del cellulare mi destò dai miei pensieri e mi precipitai a rispondere.
Era lui, così pigiai il tasto verde col sorriso sulle labbra. - Mon amour.

- Clara, chi diavolo era quel tizio? - Era come se il mio cervello si fosse resettato, non capivo a cosa si riferiva, ma poi mi venne in mente un particolare a cui prima non avevo dato peso.

Come faceva Chung Hee a conoscere l'indirizzo della mia abitazione?

*****

*Soju: bevanda alcolica tipica, bevuta in Corea, di origine araba.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora