Per tutta la durata del colloquio non feci altro che pensare al messaggio ricevuto poco prima, senza riuscire a concentrarmi sulle domande che mi venivano poste dal proprietario del ristorante. - Bene signorina Moreau, penso che basti così. Le faremo sapere presto e, se non le dispiace, terrei il suo curriculum per visionarlo nel dettaglio.
Il signor Cheong era un uomo brizzolato e ben impostato, sulla sessantina, vestito di tutto punto e, all'apparenza, molto educato nei modi. Purtroppo, però, ero talmente distratta che non riuscii a inquadrarlo per bene e non avrei saputo dire, con quel solo incontro, se si trattasse di una persona di cui potersi fidare o meno. Chinai il capo, salutandolo con cortesia e rispetto e mi avviai all'uscita del locale con l'ansia alle stelle.
Per una frazione di secondo immaginai il signor Kim ad aspettarmi fuori, poggiato di spalle al muro, ma non trovai nessuno ad attendermi e una piccola fitta di disappunto mi solleticò il petto, così mi decisi a rispondere a quel messaggio per scoprire se davvero il mittente fosse lui, cosa che speravo vivamente. Ero rimasta colpita dalla gentilezza con cui mi aveva rivolto la parola quella mattina e, ancor di più ero rimasta semplicemente ammaliata dal suo sguardo, tanto da volerlo rivedere.
La risposta non tardò ad arrivare e ne lessi con piacere il contenuto.
Sconosciuto: Lei si fa attendere, signorina Moroeau, ma mi preoccupa di più qualcos'altro: ha forse altri debiti da saldare? :D
Il mio cuore sussultò un momento quando finalmente capii.
Era proprio il signor Kim!
Modificai il nome sul cellulare e risposi a mia volta, facendo presente che lui era l'unico con cui avessi qualcosa da farmi perdonare e sorrisi, pensando che faceva lo spiritoso.
Gentile e sarcastico, era il mio mix preferito.
Dovevo ammettere che, nonostante non lo conoscessi ancora, mi piaceva già il suo modo di fare e credevo vivamente che lui sentisse lo stesso per me, ma di questo ebbi conferma quando mi scrisse un ulteriore sms.Signor Kim: Lei mi piace! Se non ha altri impegni, io avrei un buco di un'ora in mattinata, che ne dice di vederci per la colazione, domani? Mi sento generoso e lei potrebbe sdebitarsi con poco... ;)
Ci pensai un momento, non potevo rifiutare dopo il guaio combinato in quella giornata, così accettai di buon grado, con un leggero batticuore e la voglia di scoprire chi si nascondeva dietro quei magnifici occhi a mandorla!
Arrivata a casa, cenai e andai dritta a letto, desideravo che la notte passasse il più in fretta possibile e, quando finalmente la sveglia suonò l'indomani, mi alzai in un lampo e mi affacciai alla finestra, notando un cielo grigio e uggioso, non proprio il massimo per un rendez-vous. Mi lavai e vestii in modo adeguato per l'occasione, indossando una felpa e un jeans non troppo vistosi, mi truccai leggermente come di consueto e lisciai i capelli spazzolandoli con cura. Recuperai il giubbotto di pelle dall'appendiabiti e mi recai sul luogo dell'appuntamento col cuore in leggera fibrillazione. Quando arrivai a destinazione mi resi conto che il posto non era per niente affollato, una caffetteria distante dal centro della città, ma non diedi importanza alla scelta stramba del signor Kim; stavo per entrare, quando qualcuno di sospetto attirò la mia attenzione.
- Signorina Moreau? - Mi bloccai un attimo, perché guardandolo non riconoscevo in lui il ragazzo con cui avevo messaggiato la sera precedente, nonostante non ne distinguessi il volto.
- Ci conosciamo? - Domandai mantenendo una distanza di sicurezza. Non mi fidavo troppo e per un momento credetti di essere caduta nella trappola di qualche maniaco, ma quando quell'uomo menzionò il Signor Kim dicendo che mi attendeva in macchina, capii di essere al sicuro, conosceva il mio e il suo nome, non mi potevo sbagliare, così lo seguii fino a un'auto nera parcheggiata lì vicino.
Lo sportello scorrevole si aprì dall'interno consentendomi di salire a bordo. - Signorina Moreau, è un vero piacere rivederla!
Il ragazzo che sedeva accanto a me, questa volta, non indossava nessuna maschera e nessun cappello che coprisse il viso, così potei ammirarlo in tutta la sua bellezza: capelli lisci e mori pettinati alla perfezione, sopracciglia del medesimo colore regolari e pulite, naso perfetto, occhi gentili e, infine, delle labbra rosee e carnose.
Come poteva esistere tanta perfezione? E perché, poi, quell'essere impeccabile stava proprio davanti a me? Non riuscivo a spiegarmelo, rimasi quasi interdetta.
- So che potrà sembrarle strano, ma preferisco prendere il caffè in un luogo appartato... - Non completò la frase, ma io avevo capito perfettamente il motivo di quella scelta, lo avevo riconosciuto subito.
- Non lo dica neanche per scherzo, comprendo appieno. - Continuavo a guardarlo e a battere le ciglia, con un po' di fiato corto, mi sentivo emozionata e su di giri, nonostante il k-pop non fosse tra i miei generi musicali preferiti.
Lui sorrise soddisfatto. - Il mio nome è Kim Harin, ma se preferisce può chiamarmi semplicemente Rin!*****
"E' amore questo?
A volte lo so,
Altre no.
Il prossimo testo
Che dovrei scrivere,
Ci sono troppe parole che mi danzano intorno,
Ma nessuna descrive come mi sento"
[Trivia: Love, BTS]
STAI LEGGENDO
Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...