8

472 33 15
                                    

L'auto arrivò puntuale come un orologio svizzero e mi portò in un quartiere che sembrava infinitamente distante dalla periferia in cui abitavano i nonni, sotto moltissimi punti di vista. Non era una zona centrale e scesa dalla macchina mi trovai circondata da palazzi che, pur vedendo solo esternamente, sembravano lussuosissimi e ben curati, ma la cosa che mi colpì maggiormente fu l'assenza di ristoranti e negozi di qualsivoglia genere.

Mi domandavo cosa avesse in mente Rin e l'unica cosa a cui pensai e che ritenevo un fatto certo era il dover cucinare per lui. Per fortuna il mio essere sempre stata indipendente era un vantaggio in quella situazione, visto e considerato che per anni ero stata io a occuparmi di faccende riguardanti spesa e cibo, anche per lo zio di cui finalmente ero riuscita a liberarmi.

L'autista mi accompagnò fino all'ascensore, indicandomi l'ultimo piano come destinazione e ne approfittai per osservare il mio riflesso nello specchio ancora una volta, controllando che tutto fosse al posto giusto, malgrado non avessi motivo di farmi bella per lui; dovevo ricordare che non cercavo legami di alcun genere e che la cena serviva solo a sdebitarmi per il guaio che avevo combinato.

Raggiunta la meta, la porta si aprì rivelando un attico fastoso e spazioso dai colori tenui, spezzati da qualche ornamento più intenso posto per ravvivare l'ambiente circondato da vetrate che davano su un panorama mozzafiato. Feci un passo avanti chiedendo permesso e, come per magia, Rin fece capolino da quella che poi scoprii essere la cucina, più modesta rispetto alla stanza in cui avevo fatto il mio ingresso, ma pur sempre bellissima. Anche lui non era da meno, anzi mi aveva lasciata a bocca aperta, era una visione eterea con quella carnagione perfetta e quelle labbra sporgenti e pompose, nonostante fosse vestito in modo semplice e sobrio. Fui improvvisamente felice per il messaggio che mi aveva inviato in mattinata, in cui mi avvisava di vestirmi in modo casual, mi sarei sentita terribilmente a disagio se il mio outfit fosse stato fuori luogo.

Quando Rin incrociò il mio sguardo schiuse le labbra, alzandone gli angoli rivelando un sorriso smagliante, che mi contagiò facendomi sorridere a mia volta; mi aiutò a togliere il cappotto e mi fece accomodare sul divano per servirmi una bibita. - Non dovrei essere io a servire te? - Domandai con semplicità, bevendo un sorso di tè alla pesca.
- Oh, non preoccuparti, volevo solo metterti a tuo agio prima di portarti in cucina! - Si voltò dandomi le spalle per andare a posare il vassoio con cui aveva portato i bicchieri e non potei fare altro che ammirare la maestosità della sua schiena e le sue lunghe braccia, perfette per il suo fisico e sexy da farmi rabbrividire.

Non so perché mi facevo percuotere da quelle sensazioni, ma dovevo smetterla, così mi alzai di scatto, respirando profondamente, e gli comunicai che ero pronta per ripagare il mio debito. Dovevo scappare da quella casa, dalle emozioni che mi suscitava quel ragazzo e dovevo farlo nel minore tempo possibile!
Accettare quell'invito a occhi chiusi non era stata una gran bella idea se volevo rispettare i miei propositi di sempre, se volevo limitare i miei legami affettivi non dovevo cacciarmi in situazioni come quella in cui mi ritrovavo al momento: eravamo entrambi intenti a cucinare, non avevamo molta confidenza, ma la circostanza ci spingeva a stare vicini e a condividere sguardi e sorrisi, mentre sentivo l'attrazione per quel ragazzo crescere a ogni singolo minuto trascorso in sua compagnia.
Preparammo di tutto, mi aiutò con i tteokbokki* e vederlo lì, a trafficare con pentole e mestoli, lo rendeva ancora più affascinante ai miei occhi, in un certo senso mi rispecchiavo in lui che, così indipendente, sapeva come prendersi cura di se stesso e di chi gli stava intorno.
Finito in cucina, portammo tutto a tavola, accomodandoci l'uno accanto all'altra, condividendo aneddoti divertenti senza mai lasciare spazio ai silenzi imbarazzanti che, invece, ci avevano accompagnato in cucina.
- E' molto bello parlare con te, Clarisse. - Disse Rin a fine serata, quando i piatti erano ormai vuoti e io ero in procinto di lasciare casa sua. - Mi hai fatto trascorrere una serata piacevole, senza farmi sentire il peso di essere un idol, cosa che non capita spesso. La gente tende a fermarsi alle apparenze. - Sorrise ancora, mentre io mi mordevo il labbro inferiore senza sapere davvero cosa rispondere, ero molto sorpresa di sentirlo parlare in quel modo.
- Be', anche io ho trascorso una bellissima serata... Però si è fatto un po' tardi e adesso dovrei proprio andare... - Mi sforzai di sembrare credibile, nonostante il tempo fosse passato anche più velocemente di quanto sperassi. Mi disse che la macchina stava arrivando e che, se volevo, potevo attenderne l'arrivo con lui, ma declinai l'offerta e salii sull'ascensore che mi avrebbe riportata alla realtà.
Però, prima ancora che le porte potessero chiudersi, la sua mano bloccò il meccanismo facendole riaprire totalmente.
Rin aveva il fiato corto e lo sguardo perso e io con lui, malgrado tentassi di nasconderlo. Ci guardammo un momento e, infine, con un po' di imbarazzo e le guance leggermente colorate, mi porse la fatidica domanda, quella che speravo di non udire.
- Potrò rivederti?

*****

"Nella notte di luna piena

Ti dispiace se apro gli occhi

E ti tengo vicino a me?"

[Moon, BTS]

*****

*Tteokbokki: piatto tipico coreano, gnocchi di riso saltati in padella.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora