Quando i miei occhi incontrarono quelli di Rin, il timore che potesse litigare con Korain, che tutti potessero additarlo come traditore, mi colpì in pieno. Ebbi così tanta paura che potesse succedere qualcosa di terribile che i miei piedi si mossero da soli nella direzione del ragazzo che, appena aveva capito che qualcosa bolliva in pentola tra me e Rain, stava uscendo fuori con aria triste e sconsolata.
Non pensai minimamente a quelle che potevano essere le conseguenze del mio gesto nei confronti di colui con cui avevo condiviso il pomeriggio migliore di sempre e, in quel momento, nemmeno mi importava; ciò che contava davvero era salvaguardare il loro rapporto e sistemare le cose prima che fosse troppo tardi.
Fuori si gelava, io indossavo solo il pigiama della signora Kim e avevo i capelli bagnati, ma non ci badai e raggiunsi Rin chiamandolo per farlo voltare. - Aspetta, posso spiegare!- Credo che sia più chiaro di quel che pensi, Clarisse. In fin dei conti mi avevi detto di essere innamorata di lui. - Si girò verso di me, mentre le sue spalle possenti si alzavano e abbassavano velocemente accompagnate dal respiro corto, segno che la sua ansia era alle stelle, nonostante il suo tono di voce era calmo e pacato. - Quello che non sapevo era che lui ricambiava i tuoi sentimenti. - Guardava a terra, era amareggiato e teneva i pugni serrati avvolti nei guanti beige.
- Non arrivare a conclusioni affrettate, lui non sa che io lo amo. - Mentii, malgrado era vero che non gli avessi ancora detto che provavo qualcosa di così forte. - Non c'è niente tra me e Korain e mai ci sarà! Lui è tuo amico e io non sono nessuno per intromettermi tra voi due, perciò rilassati e non essere arrabbiato con lui. - Alle mie parole lo vidi rilassarsi visibilmente, perciò continuai a spiegargli che le nostre famiglie si conoscevano e che mi trovavo lì solo per un caso fortuito.
- Siete in confidenza, vi ho visti! - Esclamò Rin infine, ma io continuai imperterrita con la mia bugia.
- Ci conosciamo da quando eravamo bambini, potresti concedercelo.
- Perché non avete detto prima di essere amici d'infanzia? Perché me lo avete nascosto?
Le sue domande erano lecite, ma dovevo trovare un modo per placarlo. Gli raccontai che avevamo sempre avuto la sensazione di esserci già incontrati, ma solo quando insieme alle nostre famiglie ci eravamo incrociati al cimitero, avevamo avuto la conferma che fosse vero. Tentai in ogni modo possibile di convincerlo che tra me e Korain non ci fosse nulla di cui preoccuparsi, malgrado fosse una grossa balla.Non volevo che Rain perdesse tutto a causa mia, sapevo perfettamente cosa volesse dire non avere legami affettivi, nessuno su cui contare, perdere la propria famiglia, anche se in quel caso sarebbe stato diverso. A ogni modo non potevo permettere che accadesse una cosa simile, perciò quando tirai Harin dentro casa, soprattutto perché stavo per morire assiderata, pregai con tutte le mie forze che la verità non fosse uscita a galla e che Korain mi avrebbe perdonato per aver detto una menzogna tanto grande al suo compagno.
Quando arrivammo in soggiorno, il suo sguardo si posò su di noi e capii perfettamente in che stato d'animo si trovasse Rain: era furioso e lasciò la stanza senza fiatare.- Vado ad asciugare i capelli. - Annunciai a tutti per non insospettirli, tralasciando il fatto che il phon era ancora tra le mani della signora Kim.
Feci le scale due gradini per volta e raggiunsi il ragazzo che si era serrato dentro e non voleva aprire per nessuna ragione al mondo. Quando però si convinse e mi fece entrare mi fiondai su di lui, abbracciandolo e decantando finalmente i miei sentimenti nei suoi confronti.
Quelle furono le parole più sentite che pronunciai in tutta la mia vita, le cinque lettere più difficili da fare uscire dalle mie labbra, ma che mi aiutarono a sentirmi più leggera che mai.Non so per quanto tempo restammo in quella posizione, ma quando finalmente ci staccammo e Korain andò a recuperare l'asciugacapelli, volle avere delle risposte. Come Harin, anche lui aveva delle domande e io non potei fare altro che rispondere, sperando che non si arrabbiasse troppo.
- Sei impazzita? - Tentava di mantenere la voce bassa, ma era chiaro come il sole che avrebbe voluto urlarmi in faccia che ero stata una stupida. - E adesso come ci comporteremo? Ti avevo detto che volevo dire loro la verità... - Era seduto sul bordo della vasca e si reggeva con le mani, in un gesto quasi disperato lo vidi sospirare e buttare la testa all'indietro.
- Hai ragione. - Risposi. - Ma non puoi rovinare quello che hai costruito in questi anni solo per me, non te lo posso permettere! Io che non ho mai avuto nessuno su cui fare affidamento, posso assicurarti che non è per niente bello.
- Tu non sei sola, hai i tuoi nonni... - Fece una piccola pausa, guardandomi con occhi lucidi. - E adesso ci sono anche io.
Avevo finito di asciugare i capelli e mi stavo pettinando, lo osservai dallo specchio e poi mi voltai, inginocchiandomi davanti a lui. - È vero, ora ho i miei nonni accanto, ma da quando i miei sono morti mi sono sentita sola tutti i santi giorni; prima di venire a Seoul vivevo nell'oscurità più totale, giorno dopo giorno... So che non è un paragone giusto da fare, ma quello che voglio farti intendere è che non puoi buttare all'aria un rapporto tanto speciale solo per una ragazza. Ti prometto che più avanti troveremo un modo per dire loro come stanno le cose, ma per adesso puoi fare questo sforzo per me?
- Ma... - Non lo feci continuare, poggiai l'indice sulle sue labbra per zittirlo, poi mi avvicinai e lo baciai dolcemente. Infine aggiunsi - ho aspettato così tanto per trovare la mia strada, il mio posto nel mondo... tu sei la persona che mancava nella mia vita per renderla migliore... ora che ti ho trovato non voglio che mi sfugga tutto di mano, perciò faremo le cose con calma, e con altrettanta pazienza aspetteremo il momento opportuno per dire la verità ai tuoi compagni.
Non ci fu nessuna risposta.
Korain era contrariato per la strada che avevo deciso di intraprendere, ma mi capiva come pochi e acconsentì ad aspettare prima di confessarlo al gruppo e, soprattutto, a Rin.
Così ci salutammo e lasciai che passasse il Natale e il compleanno con i ragazzi e la sua famiglia, rimanendo in contatto giornalmente e aspettando di incontrarci di nuovo, con la consapevolezza che, per il momento, il legame che ci univa non ne avrebbe spezzati altri.
*****
Voglio dirti che questo è il problema dell'oscurità,
Che esiste in ogni cosa,
Non devi aver paura.
Non importa quale notte mi inghiottirà,
Io non mi arrendo.
Combatterò per te,
Risplenderemo.
[Louder than bombs, BTS]
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfic•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...