*69*

210 15 8
                                    

Ero arrivata nell'ufficio del signor Cheong e, appena chiusa la porta, aveva iniziato ad andare avanti e indietro lungo tutto il perimetro della stanza.

Mi sentii nuovamente a disagio, mentre mi girava intorno e parlava del mio lavoro, a detta sua, poco professionale, affermando che avevo sbagliato tutto e che c'era un solo modo per risolvere la questione se volevo il compenso che mi spettava.
Io rimasi dapprima allibita e senza fiato per la richiesta perversa e schifosa, poi mi alzai e risposi a tono, perché nessuno poteva permettersi di trattarmi in quel modo. Cominciai a dare di matto per ciò che stava insinuando e per il disgusto che mi provocò.

- Se vuole i suoi soldi dovrà pur fare qualcosa per meritarseli, non crede, signorina?
- Ho lavorato sodo questa sera, come osa chiedermi una cosa simile? La paga mi spetta di diritto. - Continuai a fare valere le mie ragioni finché non si indurì in viso, afferrò il bicchiere pieno a metà di una sostanza che dedussi fosse alcolica e che teneva poggiato sulla scrivania, lo osservò per un secondo mentre io mantenni la mia espressione indignata, ne bevve un sorso, si voltò e lo scagliò sul muro di fianco a me facendo frantumare il vetro in mille pezzi.

Mi abbassai di scatto, portando le mani alla testa e, in preda al terrore più totale, iniziai a piangere rimanendo ferma in quella posizione senza muovere neanche un muscolo. Fu allora che sentii la porta spalancarsi e la voce di Korain che mi rincuorò all'istante. Quando percepii le sue mani sulle mie e incrociai il suo sguardo capii di essere al sicuro e mi attaccai a lui, stringendo forte i pugni alla sua maglia.

Ero in stato di shock, quando mi trascinò fuori da quel posto orribile e mi fece salire nel van nero dell'agenzia.
Rimasi a guardare fuori dal finestrino per un po'. Avevo davvero bisogno di quei soldi, avevo buttato una serata a servire ai tavoli di quello squallido locale e, in compenso, avevo ricevuto solo degli insulti gratuiti. Mi sentivo umiliata e ferita, ma grata a Rain per essere corso a salvarmi, nonostante la situazione tra noi fosse ancora in stand by.
Lo ringraziai dal profondo e, infine, capii che era giunto il momento di discutere di ciò che era successo.

Non avevo scuse per quello che avevo fatto ma, come sempre, quel ragazzo mi aveva sorpresa con le sue parole e i suoi abbracci caldi e pieni di amore. Aveva compreso ogni mio stupido comportamento e, adesso, mi abbracciava come se non fosse mai accaduto nulla.

Il suo modo di essere, così buono e premuroso, era una delle infinite ragioni per cui lo amavo follemente e, quella sera, ebbi finalmente la conferma di quanto avessi bisogno di lui nella mia vita. Non solo perché provavo un sentimento che oltrepassava ogni limite, ma anche perché lui avrebbe fatto di tutto per me, rischiando di compromettere nuovamente la sua carriera.
Lo aveva dimostrato inizialmente andando contro se stesso, i suoi sentimenti contrastanti e il gruppo pur di starmi accanto e, in quella circostanza, malgrado la stupidaggine che avevo fatto, non aveva rinunciato a noi nemmeno per un momento.

Arrivati a casa mi raccontò come ogni sera avesse provato a contattarmi e alla delusione che lo colpiva ogni qual volta la voce registrata rispondeva al mio posto; mi aveva spiegato nel minimo dettaglio ogni sensazione che lo aveva scosso durante la mia latitanza improvvisa, di come tutto il gruppo fosse preoccupato per me e mi brillarono gli occhi quando disse che aveva persino pensato di disertare e venire a cercarmi.

Io, dal canto mio, gli rivelai tutto, il dolore, la solitudine, l'apatia che mi avevano accompagnata in quei mesi, gli dissi che mi sentivo ogni giorno sempre più sconfortata, che mi mancava lui, mi mancava la vita di prima, entrare nelle sale della Music Life, ballare, tutto. Infine ammisi che la colpa era solo mia e che mi ritenevo un'idiota di prima categoria.

- Ti prego! - Esclamò dopo aver ascoltato in silenzio ogni sillaba che mi usciva di bocca. - Gli idioti possono scansarsi tutti per farti spazio. Sei la più stolta degli stolti e ti meriteresti di essere messa al rogo per avermi lasciato in quel modo orribile. - Eravamo seduti comodamente sul divano, l'uno di fronte all'altra, mentre le sue dita affusolate giocherellavano con le mie mani.
Riuscì a strapparmi più di un sorriso con le sue affermazioni. - Insomma...  Io sono Kim Korain, se i fan sapessero ciò che hai fatto, ti stanerebbero per non fartela passare liscia. - Rise della sua stessa battuta e le mie orecchie vennero colmate da quel suono soave che adoravo e che mi era mancato tantissimo.

Dopo quel momento di confidenze reciproche tacemmo e ci guardammo negli occhi per attimi che sembrarono infiniti. Mi spostò delicatamente qualche ciocca dorata che mi ricadeva sul viso, scappata dall'elastico che tratteneva la mia chioma ormai troppo corta per i suoi gusti.
- Ricresceranno. - Sussurrai.
Mi accarezzò ancora, poi mi sciolse i capelli, scompigliandoli un po'. - Che disastro. - Esclamò riferendosi alla pettinatura, mentre mi fissava con bramosia. - Non posso allontanarmi un momento che ne combini una. - La sua voce si fece sempre più bassa e roca.

Eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro sulla pelle, finché non unì le sue labbra alle mie e le nostre lingue si ritrovarono a intrecciarsi l'una all'altra, l'affanno che aumentava insieme al desiderio di avere di più, sempre di più.

In un secondo mi ritrovai a cavalcioni su di lui, il petto che tremava per l'agitazione e le mani annodate ai suoi capelli morbidi come seta. - È arrivata l'ora della punizione. - Disse tra un bacio e l'altro, sorridendo beffardo. Mi afferrò per i glutei e mi portò in camera, buttandomi sul letto e privandosi della maglietta subito dopo. Io restai inerme ad ammirare quanto i suoi addominali fossero scolpiti rispetto a qualche tempo prima.
Ero pronta per ricevere il mio castigo, se implicava fare l'amore con l'uomo della mia vita.

E fu così...

Quella notte, Korain non mi diede tregua e, io, ritrovai la serenità che avevo perso da quando se n'era andato.

Eravamo tornati a essere un solo corpo e una sola anima, un unico cuore che batteva al ritmo del nostro amore imperfetto e fuori da ogni schema ma vero e duraturo, malgrado tutto.

Alle cinque del mattino il rumore dell'acqua mi svegliò dolcemente e, ancora mezza addormentata, raggiunsi Rain infilandomi nella doccia senza preavviso. Lo abbracciai da dietro e, a quel tocco, ci rilassammo entrambi, come se quel piccolo distacco dal letto al bagno ci avesse destabilizzati. Sapevo che quel giorno sarebbe partito per il tour e mi sentivo a pezzi perché lo avevo appena ritrovato.

- Non andare... - In risposta, lui si voltò costringendomi a guardarlo negli occhi, mentre il vapore ci avvolgeva dolcemente.
- Vieni con me. - Restai di sasso per quella che sembrava una richiesta, ma che in realtà era una supplica bella e buona. - Non voglio lasciarti indietro, mai più.
- Lo sai che il capo non ce lo permetterà.
- Ha chiamato Woobin poco fa e mi ha riferito che Joonwoo e i ragazzi hanno già sistemato tutto. Il CEO ha accettato il compromesso.
- Che vuoi dire? - Ero confusa, ma mi sentivo in fibrillazione perché non osavo credere che finalmente potesse andarmi bene qualcosa.
- Beh... I miei amici sanno quanto sono stato male, soprattutto Harin hyung che, discutendone con Joon, è riuscito a trovare la giusta soluzione. Si sono ribellati e hanno detto all'amministratore di inserirti nella lista dello staff che ci seguirà durante le varie tappe.
- Dici sul serio? Avrebbero fatto questo per noi? - Ero al settimo cielo e cominciai a saltellare con impazienza, rischiando di scivolare più volte dentro l'enorme box doccia di Korain. - È incredibile, insomma, lui ci aveva vietato categoricamente di vederci. Ti ha fatto arruolare per tenerci lontani, che cosa è cambiato?
- In realtà nulla, ma gli hanno detto che avremmo fatto attenzione, che nessuno ci avrebbe beccati, lo hanno pregato in ginocchio. - Ero scioccata e felice al contempo e nella foga del momento lo abbracciai e baciai, urlando dalla gioia, poi però mi bloccai scostandomi da lui.
- Aspetta, non posso...
- Come? - Questa volta era lui a essere rimasto sorpreso. - Che vuol dire che non puoi?
- Se non trovo i soldi in fretta perderò la casa e...
- Clara, verrai pagata ovviamente. Farai davvero parte del team, stai tranquilla.
- Ne sei certo?
- Joonwoo non ha lasciato nulla al caso. - Sorrise soddisfatto, mentre l'acqua continuava a scorrere su di noi.

Neanche io volevo più separarmi da quel ragazzo, lo avrei seguito in capo al mondo e quella volta avrei colto la palla al balzo.
- Sì, mon amour, verrò con te, starò con te, sempre e per sempre!

*****

"A te,

che sciogli il mio "blue and grey"

con il tuo calore."

[Snow Flower, V, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora