"Immagino il tuo volto
Che mi saluta,
Allora tutte le brutte giornate
Per me non hanno senso
Se sono con te."
[Winter Bear, V, BTS]
*****
Sapevo bene cosa provavo per Korain e quanto immenso fosse quel sentimento, ma prima di quella notte che aveva visto mischiarci la pelle con tanta disperazione, non avevo mai compreso pienamente quanto grande potesse essere il suo amore per me. E malgrado tutto, la mattina seguente avevo avuto una paura folle di perderlo nuovamente, così avevo dato sfogo alla mia frustrazione piangendo tra le sue braccia e facendomi cullare dalle dolci parole che aveva in serbo per me.
Passammo l'intera mattinata a oziare, rimanendo incastrati come radici alla terra, le gambe intrecciate e stretti l'uno all'altra, ripetendo stucchevolmente quanto ci amassimo.
Studiai ogni dettaglio di quel viso che mi era mancato immensamente, imprimendo ancora più a fondo ogni sfaccettatura del volto che per me era pura perfezione.
Un neo sulla punta del naso, uno sulla guancia, uno sulla rima interna dell'occhio e uno sul labbro inferiore, poi quelli sul braccio che lui definiva "il suo elefantino" e che tutte le volte in cui li avevo sfiorati mi facevano sorridere al solo pensiero.
Analizzai ogni centimetro del suo corpo e restai meravigliata dal cambiamento che in un anno lo aveva visto protagonista.
Le braccia erano diventate possenti, le gambe più toniche di quanto non fossero in precedenza, persino le quasi invisibili fossette che spuntavano sulle sue guance quando serrava la mascella si erano evidenziate, come a enfatizzare di essere divenuto ancora più mascolino di quanto già non fosse.
- A che pensi? - Chiese rompendo il mio sogno a occhi aperti e quel dolce silenzio che aleggiava tra di noi.
- Sei cambiato tanto.
- No, sono sempre io, lo stesso ragazzo che ti ha incastrata in un vicolo buio e baciata senza permesso, lo stesso con cui hai passato un fantastico pomeriggio facendo un picnic ed esattamente lo stesso che un anno fa si è innamorato perdutamente di te. - Mi strinse più forte a sé. - E oggi ti amo ancora di più.
- Quanto sei melenso. - Korain mi regalò il suo tipico sorriso rettangolare e io lo assecondai, beandomi del suo profumo muschiato, quello che lo distingueva dal resto del mondo e l'unico che avrei riconosciuto tra tanti.
- Ti va di accompagnarmi dai ragazzi? Woobin mi ha detto che hanno organizzato una cena per me.
- Mi dispiace, ma ho promesso alla nonna che l'avrei raggiunta in serata. - Era vero, non stavo mentendo, ma usai la scusa per evitare di incappare nel gruppo che credevo mi odiasse per ciò che era successo tra me, lui e Rin.
- Almeno vieni con me in agenzia, devo incontrarli lì e tu ne potresti approfittare per tornare in pista.Lo guardai con perplessità, la proposta mi allettava perché non avrei voluto perdere nemmeno un secondo dei pochi momenti che avevamo a disposizione prima che andasse via, ma ero combattuta per via di quella smisurata ansia che beccava come un falco all'idea di incontrare i suoi amici.
- Che c'é? - Domandò notando la mia espressione confusa.
- Niente... Ecco... - Ma con lui non avevo bisogno di fiatare perché, come sempre, aveva intuito quale fosse il mio dilemma.
- Clara, credimi quando ti dico che i ragazzi non ti giudicheranno. Non l'hanno mai fatto e sono sicuro che sarebbero felici di rivederti.
- Non lo so... E se ti dovessi sbagliare?
- Li conosco come le mie tasche, non faranno nulla per metterti a disagio. Dai, vieni! - L'euforia lo aveva completamente catturato. Si alzò, saltellando felice sul letto e poi mi tirò giù, trascinandomi infine nella doccia.Perdemmo la cognizione del tempo sotto il getto d'acqua calda, mi insaponò i capelli e il corpo e lo stesso feci io con lui, mentre il mio cuore palpitava eccessivamente, felice e pregno di emozioni che, prima del suo arrivo, sconosceva.
Quando arrivammo alla casa discografica, Korain non si prese la briga di mantenere una certa distanza, piuttosto tenne salda la sua mano alla mia mentre attraversavamo i corridoi brulicanti di trainees che ci fissavano increduli.
Finalmente raggiungemmo la mensa, dove i Be7 attendevano l'arrivo del loro amico.
Il primo a salutare fu Daehyun (il maknae che tutti avevano rinominato JD) che lo abbracciò energicamente, per poi voltarsi verso di me. - Noona, come stai? Ho saputo di tuo nonno, mi dispiace tanto per la tua perdita. - Lo ringraziai, ma la trafila di saluti non era finita lì. Doyoon urlò per la felicità e stritolò il suo fratellino, seguito da Jiyoo, più moderato e silenzioso. Anche loro mi parlarono senza problemi e si scusarono per non aver potuto prendere parte al funerale.
Woobin ci venne incontro e strinse me e Rain all'unisono. Infine, ultimo ma non ultimo, il leader del gruppo, colui che temevo di più e che non aveva mai approvato la storia tra me e il suo compagno per via del suo hyung. Joonwoo si accostò al mio ragazzo mettendogli una mano sulla spalla e dichiarando la sua contentezza nel vederlo in forma e pieno di salute. Poi venne il mio turno e iniziai a vibrare come una foglia mossa dal vento.
Tentai in ogni modo di contenere l'agitazione. - Clarisse, è un piacere incontrarti di nuovo. Spero che tua nonna stia bene, sono desolato per essere mancato alla funzione.Korain fu l'unico ad accorgersi dei miei tremori e, senza farsi notare, strinse più forte la mia mano, mentre col pollice ne sfiorava il dorso cercando di tranquillizzarmi. - Sarai dei nostri stasera? - Continuò Joon.
- Hyung, avrai modo di vederla spesso quando tornerò definitivamente. - Il più grande sorrise e potei leggere la sincerità di quel gesto quando, infine, mi diede una gentile e calorosa pacca sulla spalla.Il peggio era passato, mi dissi, così ricambiai sorridendo a mia volta e salutando tutti, prima di andare a parlare con Bang Eunji del mio rientro anticipato.
Quella notte, l'ultima che avrei passato con Korain prima della sua partenza, fu indimenticabile. Aveva deciso di sorprendermi con una torta e una candela su cui soffiammo insieme, perché avevamo passato i rispettivi compleanni lontani senza nemmeno farci gli auguri. Mi aveva confessato di aver pensato di volermi stupire con un mazzo di fiori o qualunque altro regalo sdolcinato, ma che non ne aveva avuto il coraggio.
Ciò che non sapeva era che il solo dono che contava era quello di poterlo avere con me per sempre, anziché doverci separare per altri sette, lunghi mesi.
I primi due senza di lui, passarono lenti e inesorabili. Dalla sua partenza ci sentivamo tutti i giorni, poco prima che andasse a dormire esausto per le pesanti esercitazioni e, la maggior parte delle volte, finiva con entrambi addormentati al telefono per la stanchezza.
Era una situazione difficile che sopportavamo solo perché sorretti dal forte legame che ci univa.
Io non avrei mai potuto fare a meno di quel ragazzo dolce e genuino che riempiva le mie giornate di sorrisi caldi come il sole.
Avevo cercato quel tepore per anni e lo avevo trovato in lui, la persona che consideravo come la mia casa, il mio porto sicuro, colui che non mi avrebbe mai più abbandonata.Non avrei mai creduto, però, che ciò che accadde al sorgere del terzo mese di lontananza, potesse spingere me a fare l'opposto di ciò che desideravo.
Era una normalissima giornata piena di allenamenti, prove e balli, e mi trovavo in sala prove con Minjun e i suoi compagni, Chung Hee, Ha Neul e il resto del team. Stavamo ultimando dei passi per le riprese del giorno dopo e per tre settimane il coreografo non ci aveva dato tregua, insistendo sulla questione della pratica.
"Più vi eserciterete e migliore sarà la coordinazione", perciò ci avevamo dato dentro senza sosta. Ma quel pomeriggio qualcosa non funzionò.Stavo male da tutta la settimana, avevo avuto giramenti di testa improvvisi che tentavo di attutire con bevande energetiche o zuccheri di qualsivoglia tipologia, ma non mi ero mai data per vinta e avevo continuato a insistere e a danzare con Junie anche a notte fonda. Quel giorno, però, un forte dolore al basso ventre mi aveva colpita improvvisamente come uno tsunami. Annaspai e caddi sulle ginocchia senza riuscire a parlare, piangendo a dirotto per il male che stavo provando. Ha Neul si offrì di accompagnarmi in ospedale e Minjun non volle mollarmi neanche per un momento.
Quando il dottore mi visitò suppose, dapprima, che si trattasse di qualche calcolo ai reni, ma l'ecografia non rivelava nulla di tutto ciò e, poi, la voce dell'infermiera rimbombò nelle mie orecchie forte e chiara. - Signorina, mi dispiace, ma ha perso il suo bambino.
STAI LEGGENDO
Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...