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Finalmente potevo prendermi una pausa da tutti i miei pensieri, ma soprattutto da Clarisse. Era passata una settimana da quel messaggio in cui mi chiedeva se mi avesse già incontrato prima e a cui io non avevo risposto. Avevo passato sette giorni a evitare di guardare il telefono, appena finivo di allenarmi mi rintanavo in camera a scrivere e quasi dimenticavo di cenare. In realtà stavo evitando anche Harin, perché ultimamente non faceva altro che parlare di lei e dei momenti che avevano passato insieme; stava diventando asfissiante stare con lui fuori dalla sala prove, era un vero tormento per la mia anima, perciò avevo deciso di dedicarmi ai nuovi testi per le canzoni del prossimo album.

Nel pomeriggio avevamo l'aereo per l'America e io non vedevo l'ora di partire e scappare dai miei sentimenti almeno per un po'.
Quella mattina avevamo le ultime prove per i ritocchi di alcune coreografie, eravamo super concentrati e su di giri per le esibizioni che ci attendevano e io non avrei mai pensato che Rin, anche in quella occasione, avesse invitato Clarisse.
Era ovvio che voleva salutarla prima di lasciarla per un po', ma io non ressi il suo ingresso nella stanza, rimasi scioccato e infastidito. Il mio hyung le corse incontro e l'abbracciò davanti a tutti, senza nessuno scrupolo, neanche lei si aspettava una reazione simile e, come me, spalancò gli occhi per la sorpresa e divenne bordeaux. Io alzai lo sguardo al cielo in un gesto automatico, girando la testa dall'altra parte per non guardare la scena, visibilmente irritato, ma dallo specchio notai Clarisse che mi fissava. Mi maledii per essere stato così stupido da farmi beccare, ma fortunatamente tra poche ore avrei lasciato i miei problemi lontani per qualche giorno.

Finimmo le prove e i ragazzi andarono a salutarla e scambiare quattro chiacchiere con lei, mentre io uscii e corsi a lavarmi senza dire una parola.
Non mi andava di fingere e sorridere, quando invece ero infelice perché non avrei mai potuto averla, non volevo nemmeno sorbirmi Rin che la teneva per mano o le cingeva le spalle, non lo avrei sopportato, così mi dileguai. Ma poco prima di uscire dalla sala sentii la sua voce rivolgersi ai ragazzi chiedendo di me. Voleva sapere perché me ne stavo andando e Jiyoo le rispose di lasciarmi perdere, che era un periodo no e che al momento ero un asociale del cavolo.

Aveva ragione.

Quel giorno mi odiai, ma preparai la valigia con gioia e, quando arrivammo in aeroporto, fui il primo della fila a imbarcarmi. Dormii per tutto il tempo e quando arrivammo in America mi sentii un po' più libero.
Passammo i primi tre giorni da uno studio all'altro per le interviste, per poi esibirci in alcuni pezzi, ma col passare del tempo quella sensazione di libertà svanì come fumo al vento. Non riuscivo a capire come facesse Rin a essere così tranquillo e allegro mentre la sua ragazza era distante migliaia di chilometri. Perfino io stavo malissimo e mi sentivo uno schifo per quella lontananza che avevo desiderato come l'acqua, ma che adesso pesava come un macigno sulla mia testa.

Dopo quella prima settimana senza fermarmi un attimo, il settimo giorno mi buttai sul letto sfinito e annoiato, nonostante i tantissimi impegni. Decisi di prendere finalmente il cellulare e dare un'occhiata ai messaggi e alle chiamate, trovando una sorpresa inaspettata: due giorni prima lei mi aveva scritto!
Restai di sasso e riflettei bene prima di leggere o meno il contenuto, però non riuscii a resistere e aprii il messaggio.

Clarisse: Va tutto bene?

Rimasi interdetto per qualche minuto a osservare lo schermo del telefono e per un attimo pensai di sognare, ma il pizzicotto sulla guancia mi fece rinsavire.
Decisi di risponderle, nonostante non avessi compreso la domanda. Le dissi che era tutto ok e le chiesi come stava di rimando e la sua risposta fu del tutto inaspettata.

Clarisse: Perché non hai cenato con noi? Avrei voluto salutare anche te.

Quella ragazza stava mettendo a dura prova la mia buona volontà. Perché doveva dirmi certe cose? Ma, soprattutto, per quale santa ragione mi inviava sms per sapere come mi sentivo? Mi stava facendo impazzire e non ne aveva la minima idea.

Korain: Avrei voluto essere lì, ma sto scrivendo dei nuovi pezzi e volevo restare concentrato. La prossima volta non mancherò. :)

Mi sentivo male, avrei voluto continuare la conversazione all'infinito, ma non era giusto, perciò la salutai dicendole che il dovere chiamava.
Dovevo ammettere, però, che quel messaggio mi aveva tirato su il morale, perché mi illusi che lei tenesse a me, perciò andai a cena con uno stupido sorriso stampato in volto e contento come non ero da tempo.

- Rain, finalmente stai sorridendo! - Dodo mi accolse con entusiasmo.
- Ti sei ripreso dal tuo momento no? - Si aggiunse Joon. Io lo guardai senza capire, ma doveva vedersi lontano un miglio che ero felice.
- Sarà per via di una ragazza? - Domandò JD mostrando un sorriso da coniglietto. Woobin mi guardò preoccupato e io ricambiai il suo sguardo non appena il maknae mi porse quella domanda. - Allora è vero! - Esclamò ancora il più piccolo del gruppo battendo le mani e ridendo.
Mi stavano guardando tutti, anche Rin, mentre io cercavo di smentire tutto. - Non essere timido, Korain! - Esclamò Jiyoo.
- Non faccio il timido, ma siete fuori strada. - Mi sedetti accanto a Woobin e cominciai a mangiare senza aspettare nessuno. Con la coda dell'occhio, però, guardai Harin mangiare pensando che prima o poi quella storia sarebbe saltata fuori e sarebbero stati guai per tutti.

*****

Oggi sono più felice di ieri.

Ma perché? Ma perché?

Perché sto cercando qualche scusa per chiamarti?

[ Intro: What I am to you, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora