*Epilogo*

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Ricordavo ancora la sera in cui Korain mi aveva chiesto di partire con lui. Quello fu il giorno in cui capii che la separazione tra noi non faceva altro che distruggerci. Eravamo fatti per stare insieme, eravamo nati sotto la stessa stella e da quando ci eravamo incontrati avevamo compreso entrambi, malgrado tutte le complicazioni che la vita ci aveva riservato, che non potevamo fare l'uno a meno dell'altra. Tutto ciò che avevamo passato, le disavventure, le difficoltà e la lontananza, tutte le tempeste che ci avevano colpito, non erano riuscite ad affondarci, anzi ci avevano resi più forti di ogni cosa e, adesso, avevamo finalmente trovato il modo di andare avanti insieme, senza doverci più dire addio.

Quella notte fu indimenticabile per noi, perché riavvolgemmo il nastro e ripartimmo da zero, eliminando ogni traccia di dolore e sofferenza, senza cancellare l'esperienza che avevamo maturato col tempo.

Durante il tour potei conoscere un lato di Rain che avevo visto solo in video, la dualità del suo carattere, l'essere dolce e protettivo contro la mascolinità e la sensualità che sfoggiava sul palcoscenico, circondato da migliaia di fan impazziti per il magico gruppo dei Be7. In scena era una belva feroce, pronta a divorare l'anima degli ammiratori, ma dietro le quinte ritornava il ragazzo di campagna che amavo alla follia, mentre si preparava e scherzava con i suoi compagni o, semplicemente, quando trovava quei momenti per osservarmi mentre io lo guardavo a mia volta come ipnotizzata.

Avevo adorato fin da subito stare lì ad aspettarlo, con la trepidazione di vederlo ogni volta rientrare stanco e sudato per aver dato ogni fibra di energia agli spettatori. Avevo amato anche poter stare con lui alla fine di ogni concerto, dividere il letto ogni sera, girare ogni settimana per una città diversa e per ogni stadio in cui si esibiva con i ragazzi.

Dovevamo moltissimo a Bang Eunji per averci permesso di stare insieme, nonostante i pericoli che incombevano dietro ogni angolo, per averci dato il consenso di restare uniti. Sapevo bene che la strada era ancora lunga e tortuosa, che Korain aveva davanti una lunga carriera a cui dedicarsi e che la nostra storia sarebbe stata sempre sotto gli occhi del CEO e dei manager che ci tenevano sotto controllo onde evitare dei gossip. Eppure ero felice e tutto ciò che avevamo mi bastava, perché io non avevo mai posseduto nulla, ma sapevo di poter contare su di lui e che ormai sarei stata la sua prima scelta per sempre.

Non avrei mai pensato di poter diventare così egoista, perché non avevo mai preteso nulla, ma quel legame era la cosa più bella che avevo e avrei combattuto con le unghia e con i denti per non farmelo più portare via.

A quell'evento ne seguirono tanti altri e, in ognuno, ero sempre stata lì, al suo fianco.
Non temevo più il giudizio dei fratelli di Korain, che ormai mi reputavano un membro della famiglia, grazie anche a Rin che aveva messo un punto ai suoi sentimenti per me, trovandosi una ragazza dolcissima.
In più, io avevo riallacciato i rapporti con Ha Neul, Chung Hee e Minjun, che ormai erano miei amici fidati.

Korain mi presentò anche a Seo Joon, colui che avevo scoperto essere il ragazzo che lo aveva aiutato a trovarmi la primissima volta. Quando lo incontrai mi accolse come se mi conoscesse da sempre e mi abbracciò calorosamente, affermando di volermi già bene. Io ero in imbarazzo, le guance paonazze, non ero abituata a tutto quell'affetto e Rain lo sgridò per l'irruenza con cui mi aveva investito.

La nonna, invece, era stata felicissima di vedermi spuntare un giorno, mano nella mano con il figlio dei suoi cari amici di vecchia data. Mi confessò che al nonno sarebbe preso un colpo, ma sapeva anche che lo avrebbe adorato.

In sostanza, ogni pezzo era tornato al suo posto, ogni tessera incastrata a dovere, mentre noi vivevamo felici e contenti come nelle favole.

Trascorsero quattro anni senza che nessun problema venisse a percuotere la stabilità che avevamo trovato.

Era un giorno come un altro ed eravamo andati tutti a cena in un nuovo locale che era ormai diventato il ristorante prediletto dal gruppo, da quando il Ratatouille aveva misteriosamente chiuso i battenti.
Stavamo mangiando in allegria per festeggiare il rientro dal servizio militare di Woobin, Joonwoo e Jiyoo, quando qualcosa andò storto.

Chiacchieravamo animatamente, ridendo per le storie di Joon in cui raccontava che aveva distrutto ogni cosa dentro al dormitorio, compreso un mirino che stava montando durante un'esercitazione, quando Sun Hi, la ragazza di Harin, aveva avuto un improvviso capogiro e aveva rimesso dopo qualche conato di vomito.
Mi offrii di accompagnarla in ospedale per un controllo, per non fare incappare Rin in qualche paparazzo e, dopo la visita, aveva scoperto di essere in dolce attesa.

La notizia mi fece restare di sasso e subito la mia mente vagò fino alla notte in cui, anche io, avevo scoperto di essere incinta e, contemporaneamente, avevo saputo di aver perso il bambino.

Con Korain, in quegli anni, avevamo evitato di parlare di quell'episodio, perché io non avevo più avuto il coraggio di discuterne e lui, malgrado sapessi quanto amava i bambini, non aveva più accennato al discorso. Non voleva riaprire la ferita, lo capivo bene, e io non volevo più farmi male. Ripartire da zero per me significava anche dimenticare quella brutta storia.
Eppure, in quel momento, l'unica cosa che mi riempiva la testa era che potevo esserci io al posto di Sun.

Durante il viaggio di ritorno dall'ospedale, lei mi chiese di mantenere il segreto e acconsentii senza fiatare, nonostante mi sembrava di rivivere un déjà-vu.

Arrivata a casa di Rain, che adesso era anche la mia, visto che un anno prima lui mi aveva proposto con entusiasmo di convivere, lo trovai ad aspettarmi sul divano, in ansia per le condizioni della fidanzata di Rin.
- Allora? - Chiese appena mi vide entrare.
Sapevo che avrei dovuto mantenere il silenzio, ma di lui ero sicura di potermi fidare e che non avrebbe spifferato nulla. Era il mio unico confidente, il solo con cui mi aprivo del tutto e non potevo nascondergli ciò che avevo scoperto, soprattutto perché la questione mi turbava parecchio e lui si sarebbe accorto che qualcosa non quadrava.

- Devi promettermi che non lo dirai ad anima viva.
- Clara, stai parlando con me. Sai benissimo che porterò il segreto nella tomba. È così grave? - Il suo tono era ancora più preoccupato di qualche attimo prima.
Lo osservai mordendomi il labbro e sospirando, prima di proferire parola. Poi mi accomodai accanto a lui. - È incinta. - Lui mi fissò di rimando perché la notizia lo aveva tramortito.
Si bloccò e sbarrò gli occhi, senza sapere che dire o cosa fare. - Mon amour... È tutto ok, sto bene. Oramai è acqua passata.
- Non per me... - Sussurrò. - Cioè, sono felicissimo per Harin e Sun Hi, non fraintendermi, ma... - Una palla di pelo interruppe il discorso di Korain, io sorrisi e accolsi Namoo tra le braccia.
Amavo quel batuffolo, coccolone di un cane, e accarezzarlo mi infondeva una quiete pazzesca, era il mio anti stress personale.

- Riproviamoci! - Esclamò infine lui, sorprendendomi.
Aggrottai la fronte. - Come, prego?
- Facciamo un bambino, Clara. Io sono pronto. Il contratto è in scadenza e sai benissimo che vorrei dedicarmi alla carriera da attore.
- Korain, non essere impulsivo solo perché hai saputo di Sun. Non si procrea senza ponderare.
- No, tu non capisci. Anche se non ne abbiamo mai più parlato, io... - Si avvicinò quanto bastava per stritolarmi il volto con le sue mani perfette. - Io voglio essere il padre dei tuoi figli, voglio darti la famiglia che ti è mancata per tutto questo tempo, perché ti amo e sono pronto per questo, per noi. - Mi baciò, premendo con prepotenza le sue labbra sulle mie, facendo scappare Namoo, che adesso trottava offeso per il soggiorno.
Quando si staccò da me, attese che rispondessi e io lo guardai dritto negli occhi.

Poi feci vagare lo sguardo altrove, fissai ogni angolo della casa: la cucina perfettamente in ordine, le nostre foto in giro per il mondo posizionate sulla parete attrezzata, compresa quella che mi aveva scattato e regalato per il primo Natale, l'ingresso in cui erano appesi due mazzi di chiavi e, infine, il corridoio lievemente illuminato che portava alla camera da letto.

E quando sentii la tensione delle sue mani allentare la presa sulle mie, segno che si stava arrendendo, ritornai su di lui e gli regalai una mezza luna dolce e carica di amore.
- Si, forse siamo pronti.

*****

"Ho sentito una voce crescere più forte,

Una ventata di gioia.

In quel momento ho sentito

Che avevo realizzato il mio sogno"

[A Brand New Day, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora