Avevo pensato tutta la settimana a un pezzo da portare per la prima selezione alla Music Life e nel frattempo ero tornata indietro con gli anni, ripensando al corso di danza classica che seguivo da bambina. Ricordai l'emozione di imparare nuovi passi, la dolce sensazione delle scarpette rosa ai piedi, gli scaldamuscoli abbinati e l'ansia dei saggi finali dove l'intera platea guardava estasiata le varie coreografie. Però un senso di vuoto accompagnava i miei pensieri, perché in quei momenti la mia mamma era ancora con me, mi incitava e spronava a dare sempre il meglio e mi diceva che non dovevo mai arrendermi, dovevo credere in me stessa e tutto sarebbe andato bene.
Erano stati gli anni più felici della mia vita e tornare con la mente lì mi faceva male.
Era proprio in certi casi che il mio bisogno impellente di provare emozioni perdute si faceva avanti e la voglia di incontrare Korain divampava facendomi dimenticare completamente il mio attuale ragazzo. Quando mi succedeva, dovevo respirare profondamente per cacciare via l'agitazione che mi assaliva. Sarei stata perfettamente in grado di rovinare tutto ciò che di buono c'era tra me e Harin, per amore di sentire determinate sensazioni ancora una volta, ma dovevo darmi un contegno perché proprio lui non se lo meritava. A questo punto non mi restava che concentrarmi solo sul provino, sentivo che almeno il primo step sarebbe andato bene, in fondo mi toccava un po' di felicità.
Scelsi un pezzo contemporaneo e, quando non lavoravo per il signor Min, mi chiudevo in camera per creare una coreografia decente per poi perfezionarla, provando fino a notte fonda e perdendo ore di sonno preziose. Avevo poco tempo, ma come mi aveva insegnato mamma, se lo volevo e ci credevo con tutte le mie forze, ce l'avrei sicuramente fatta.Dopo tre settimane ero sicura di me e pronta per affrontare quell'esame che mi avrebbe portata più vicina al mio obiettivo principale: avere un buon lavoro e prendere una casa tutta mia, lontana da quei legami affettivi che mi spaventavano.
Erano le undici di sera e domani, a quest'ora, avrei sicuramente avuto l'esito del mio provino.
Anche in quel momento la prima persona a venirmi in mente per parlare delle mie ansie e paure era una sola, Kim Korain.
In quei giorni avevo chiacchierato tanto con Rin, ma qualche volta avevo sentito pure lui, perché ne avevo la necessità e, nonostante ci fosse il suo amico di mezzo, stranamente anche Korain era contento di scambiare due parole con me. D'altronde mi aveva detto che sarebbe stato felice di essermi amico e, attualmente, era l'unico che si era dimostrato tale, l'unico su cui sentivo di poter contare per qualsiasi cosa avessi avuto bisogno. Non mi capacitavo del perché con Rin non fosse lo stesso, ma pensai che il rapporto era del tutto diverso e che era normale non parlargli di determinate cose che con Korain mi veniva naturale fare.Era bizzarro, quando era qui mi aveva evitata come la peste bubbonica, ma adesso che ci dividevano chilometri riusciva a parlarmi con tranquillità e spontaneità.
Dovevo ammettere che mi mancava.
Malgrado mi avesse solo regalato un piccolo sorriso e poi trattata come una reietta, adesso che avevamo instaurato un rapporto decente avrei voluto averlo accanto, avrei finalmente voluto conoscere i dettagli delle sue espressioni, il profumo che emanava la sua pelle, volevo toccare le sue mani e sfiorare con le dita il suo viso, seguirne i contorni e studiare le sue movenze. Volevo conoscere tutto di lui, scoprire perché il suo sguardo mi era così familiare e perché l'attrazione che provavo era così forte.
Mi domandavo perché con Rin non potesse essere così, mi piaceva, ma non provavo questa curiosità, restava tutto in superficie...
Avevo realizzato che non volevo proseguire quella storia, lo avevo capito mentre lui non c'era. Mi mancavano le sue attenzioni, sì, ma non lui e mi dispiaceva da morire perché in due mesi mi ero affezionata e provavo un bene profondo per quel ragazzo. Però avevo anche compreso che non si sarebbe mai trasformato in qualcosa di più, nonostante i suoi tanti pregi.I miei sentimenti erano stati in contrasto per tutto il tempo in cui i ragazzi erano stati in America, ma la lontananza mi aveva aiutata a dissipare ogni dubbio.
Se provavo tutte quelle sensazioni con Korain, voleva dire solo che Rin non aveva fatto breccia nel mio cuore.
Avevo paura di confessarlo al diretto interessato, non volevo farlo stare male, eppure aspettare sarebbe stato peggio. Volevo solo che tornasse presto per parlargli di persona e mettere in chiaro tutto.Quella sera andai a dormire con il cuore in trepidazione per l'esame di ballo, ma anche per il rientro dei ragazzi.
La mattina seguente ero in fibrillazione e percorsi la strada che mi avrebbe portato alla casa discografica con il cuore in gola.
Arrivata lì mi cambiai e cominciai a riscaldare i muscoli intorpiditi dal freddo, guardandomi intorno nervosa. Era da troppo tempo che non eseguivo dei passi davanti a un pubblico, anche se in quel caso sarebbe stata la giuria, e la paura si stava impossessando di me pian piano; cercai di distrarmi pensando ad altro, ma non riuscii nell'intento, anzi stavo per mettermi a piangere per l'ansia.Poi il telefono vibrò dentro il borsone.
Lo recuperai con un po' di fatica e trovai una chiamata senza risposta di Rin. Lo richiamai e mi accorsi che si trattava di una videochiamata e quando rispose non era solo. Altri sei paia di occhi spuntarono nello schermo, oltre ai suoi, e fui felice di vederli tutti, soprattutto fui estasiata di rivedere Korain e, appena cominciarono a urlare e augurarmi buona fortuna, un sorriso spuntò sul mio volto scacciando via tutte le incertezze.
Quel giorno ce l'avrei fatta, avrei conquistato il mio posto al prossimo provino e, infine, avrei sicuramente lavorato per la Music Life.
Salutai i ragazzi quando arrivò il mio turno e feci il mio ingresso nella fossa dei leoni.*****
Affidandomi al cielo,
Affidandomi a una cicatrice,
Se c'è il sole
Voglio poter sognare.
Affidandomi al cielo,
Affidandomi a una cicatrice,
Se c'è la luna
Non voglio svegliarmi.
[Daydream, J-HOPE, BTS.]
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...