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Avevo mandato via Clarisse con uno stato d'animo pietoso, mi ero innervosito perché avevo paura che il discorso sulla leva militare andasse oltre e io non ero pronto a parlarne. Avrei fatto di tutto per evitare di partire, anche se voleva dire fare lo scansafatiche e lavorare meno degli altri per essere escluso dalla scelta finale del CEO.

Mi rigirai tra le lenzuola e l'occhio mi cadde sul pacchetto accanto al letto, il regalo che avevo preparato per la mia ragazza, ma che non avevo ancora consegnato perché troppo impegnato a fare lo stupido e a rovinare l'atmosfera.
Guardai l'ora sul display del cellulare e decisi di alzarmi per andare a trovare Clara e farmi perdonare per il mio comportamento immaturo, mi lavai e vestii e scesi a fare colazione.

Quando arrivai davanti al mini market, avevo il cuore a mille come se la incontrassi per la prima volta, e quando salì in auto e inondò l'abitacolo del suo dolce profumo, mi sentii subito sollevato e felice... ero di nuovo a casa.
Quella ragazza aveva un tale effetto su di me che ancora risultava un mistero, e riusciva a intrigarmi in un milione di modi differenti, cosa mai accaduta prima con nessuna.

Appena aprì il regalo che avevo scelto con cura solo per lei, la sua espressione fu impagabile e capii di aver fatto centro con una semplice foto che per me racchiudeva ciò che di più profondo desideravo.
Clara stava diventando pian piano il mio mondo e avrei rinunciato a ogni cosa solo per renderle la vita migliore; non volevo lasciarla per un anno o più, malgrado servire il mio paese fosse un onore unico e impareggiabile.

No, non ero pronto ad abbandonarla.

Quella sera avevamo un appuntamento che avevo organizzato nei minimi particolari, ma i miei impegni lavorativi non mi avrebbero permesso di starle accanto, così glielo comunicai a malincuore. E, anche se inizialmente sembrava delusa, alla fine per lei non fu un gran problema; capiva sempre la situazione e con pazienza avrebbe atteso di incontrarmi più avanti.
La salutai assaporando le sue labbra morbide e inalai ancora un po' di quella fragranza che la distingueva dal resto dell'universo: odorava di amore puro, quello che le avrei strappato a ogni costo e avrei tenuto stretto a me per sempre.

Arrivato a lavoro, iniziammo con la registrazione di alcuni video coreografici per un canale di streaming e per l'intera mattinata ballammo senza sosta, poi venne il turno delle canzoni e ci recammo nello studio per incidere i vari pezzi. Il problema si presentò quando dovetti entrare in stanza con Rin, visto che avevamo un brano in cui collaboravamo solo noi due.

- Ya! Ragazzino, cerca di concentrarti. Che stai combinando? - La voce ovattava di Rin arrivò alle mie orecchie fin troppo bene e, nonostante le cuffie, l'acidità dell'ultima frase mi colpì come un pallone in pieno viso, facendomi deglutire mentre chiedevo scusa.
I rapporti non si erano ricuciti per ovvi motivi e lavorare insieme si stava rivelando faticoso da morire. In ogni caso il dado era ormai tratto, Harin si meritava la verità prima di partire per la leva.

Continuammo a registrare per tre ore buone, finché il mio stomaco brontolò e decisi di fermarmi per andare a mettere qualcosa sotto i denti.

Cercai Woobin e lo invitai a mangiare con me, ma alla fine si unirono tutti i membri del gruppo e fu inevitabile non parlare del servizio militare e di chi, presumibilmente, avrebbe fatto compagnia al nostro hyung.
Joonwoo aveva una teoria e Jiyoo era d'accordo con lui, Doyoon sembrava confuso quanto JD, mentre Woobin aveva gli occhi fuori dalle orbite e fissava il piatto in silenzio.
- Mi dispiace. - Gli disse Rin.
- Binbin... - Sussurrai io, rimanendo poi a bocca aperta, mentre Joonwoo continuava a spiegare la sua ipotesi.
- Se le mie sensazioni non sbagliano, insieme allo hyung più grande, cioè Harin, andrà il maknae più grande, Woobin. È tutta questione d'età, il capo non si baserà sul materiale.
- Come fai a esserne sicuro? - Domandò Dodo ancora incerto, al contrario di me che, udite quelle parole, mi sentivo più combattuto di prima. Se da un lato ero felice di non dover partire e abbandonare Clarisse, dall'altro ero disperato perché il mio migliore amico mi avrebbe lasciato per diciotto lunghissimi mesi.
Joon rispose a Doyoon, spiegandogli che sarebbe stato più equo per tutti; era così sicuro della sua affermazione che continuava ad annuire stringendo le labbra, mentre faceva sporgere il mento, segno che era totalmente concentrato e assorto nei suoi pensieri.
Woobin, invece, non spiccicò parola e lasciò il piatto completamente pieno, fino a che decise di alzarsi e andare in sala prove per ripassare la coreografia del suo singolo.
Lo mandai avanti e poi, scusandomi con il resto del gruppo, lo raggiunsi e lo osservai in silenzio da un angolino, mentre buttava fuori tutta la sua frustrazione ballando come se fosse la sua ultima volta. Era un tutt'uno con la musica e i suoi movimenti sinuosi lo rendevano bellissimo, nonostante trasparisse tutta la tristezza del momento, accompagnata infine da lacrime amare a cui non seppi resistere. Lo abbracciai e, insieme, piangemmo perché avevamo realizzato che a breve saremmo rimasti l'uno senza l'altro.

Finimmo la giornata senza un briciolo di allegria, io per primo mi ero demoralizzato quando, dopo l'allenamento Woobin lasciò la casa discografica da solo dicendomi di voler restare nella solitudine più totale, ma dopo l'annuncio quasi certo del nostro leader ero arrivato alla conclusione di dover dire a Clara come stavano le cose.
Quella sera andai a dormire nel mio appartamento, non mi andava di stare in compagnia dei ragazzi nel dormitorio, e prima di spegnere le luci composi il numero della mia ragazza per la consueta videochiamata serale, però rimasi sconcertato quando a rispondere fu uno sconosciuto che portava Clarisse sulle spalle, mezza addormentata.
- Oh, Kim Korain? K dei Be7? - Chiese sorpreso il ragazzo all'altro capo del  telefono.
- Chi sei tu? - Ero infastidito, per non dire geloso, e stavo aspettando una risposta che non arrivò.
- Oddio, non dirmi che state insieme?! - Rise, mentre io storcevo il naso per la rabbia. Stavo perdendo la pazienza, ma non potevo fare trapelare la notizia, perciò attaccai la telefonata e respirai profondamente, mentre decidevo cosa fare. Ero già saltato giù dal letto e stavo recuperando il cappotto, quando il telefono squillò e corsi a rispondere.

- Scusami, sono ancora io... - Lo sconosciuto mi aveva richiamato perché non sapeva dove abitava Clara e mi chiese indicazioni; mi assicurò che non era un malintenzionato, che anche lui partecipava alle selezioni della Music Life e che si erano ritrovati a uscire dopo le prove.
Decisi di fidarmi e gli rivelai l'indirizzo per far sì che lei tornasse a casa sana e salva. Lo avvisai anche che lo avrei trovato e ucciso semmai le fosse successo qualcosa e lui capì tutto, ma non importava. In quel momento la cosa che più mi premeva era la sicurezza di Clarisse e, appena chiusi la telefonata, cominciai ad andare avanti e indietro per il corridoio, mentre attendevo il momento opportuno per contattarla e darle una bella strigliata.

*****

Tu sai tutto,

Tu sei il mio migliore amico.

La mattina arriverà ancora,

Perché nessuna oscurità,

Nessuna stagione può durare per sempre.

[Spring Day, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora