Il telefono squillò e io risposi senza alcun indugio, certa che a chiamare fosse il ragazzo con cui avevo sbattuto sotto casa di Rin.
Appena pigiai il tasto verde e poggiai il cellulare all'orecchio la sentii di nuovo, quella voce profonda e calda. - Pronto?
Non riuscivo a spiegarmi il perché, ma per un attimo il mio cuore vibrò al richiamo di quel tono suadente, dovetti riprendere fiato per parlare. - Si, eccomi.
- Mi dispiace disturbarla. Purtroppo prima, quando le sono arrivato addosso, nella fretta ho scambiato i telefoni per errore. - Sorrisi, portando una mano sulle labbra, quasi a nascondere gli angoli della bocca piegati all'insù.
Ovviamente me ne ero resa conto, ma non dissi nulla e lo lasciai continuare, mi piaceva la sua voce e avrei potuto ascoltarla per ore, nonostante non conoscessi il tizio all'altro capo del telefono. Mi propose il tanto atteso scambio e, a mia volta, lo sentii ridacchiare imbarazzato quando mi confermò di essere un po' sbadato e che cose come quella di stasera gli capitavano spesso, perché inciampava anche su se stesso.
Restammo d'accordo nel vederci l'indomani dal signor Min, perché lui aveva solo un'ora disponibile di mattina e io lavoravo, perciò non potevamo fare altrimenti.
- Allora, a domani signorina Clarisse. - Mi augurò la buonanotte, ma io ebbi l'impressione che non volesse chiudere e continuare a parlare all'infinito.
Dovevo ammettere che anche io avrei parlato ancora e volentieri, per udire quel tono incandescente e pacato al tempo stesso. Però era tardi, io non sapevo più cos'altro dire e, molto probabilmente, anche lui, così riattaccammo.
Solo dopo mi resi conto di non avergli chiesto neanche come si chiamasse.Finalmente potei andare a dormire tranquilla, avevo risolto la questione "cellulare" e la voce di quel ragazzo mi aveva persino rilassata.
Quella notte sognai Rin in tutta la sua bellezza, l'ascensore di casa sua e quel bacio ripetuto ancora e ancora, finché la mattina non arrivò e dovetti svegliarmi per recarmi a lavoro.
Ero entusiasta dell'inizio di questa nuova avventura e mi sentivo talmente euforica che arrivai in anticipo di un'ora, così ne approfittai per fare un giro del quartiere dove avrei passato il mio tempo.
Svariati negozi decoravano la via, accompagnati da qualche ristorante a buon prezzo dove sicuramente avrei pranzato nei giorni in cui avrei avuto dei turni più lunghi; la gente popolava già le strade nonostante fosse ancora molto presto e la zona sembrava ben servita e movimentata.
Fatto il giro dell'isolato, tornai al mini market e trovai il signor Min pronto ad aprire e a spiegarmi le mansioni che avrei dovuto svolgere. Dopo due ore ero pronta per lavorare anche senza la sua supervisione, o almeno così credeva lui, che andò via lasciandomi sola soletta a badare alla cassa.
Il mio nuovo capo non fece in tempo ad andare via che il primo cliente che avrei servito fece capolino in tutta la sua maestosità.
Si trattava di un uomo alto e impostato, indossava un completo nero e un paio di occhiali scuri, mocassini e cravatta abbinati. Appena entrato, si fermò per un secondo dando un'occhiata in giro, poi mi vide e si diresse verso di me con passo deciso. - Signorina Clarisse?
Aggrottai le sopracciglia per la sorpresa e arricciai il naso, mentre rispondevo con titubanza. - Sì?
- Ecco, credo che questo le appartenga e che lei abbia qualcosa da darmi in cambio. - Disse infine lo sconosciuto, porgendomi il telefono che avevo perso ieri.
- Mi perdoni - risposi imbarazzata. - Non avevo riconosciuto la sua voce. - Ma pensandoci, neanche la stazza...
Non somigliava minimamente al ragazzo con cui mi ero imbattuta ieri sera, ma soprattutto quella non era la tonalità suadente che avevo sentito durante la chiamata.
Però una cosa era certa: il tizio che avevo di fronte era in possesso del mio cellulare, quindi dovevo effettuare lo scambio con lui, che fosse o meno la persona con cui avevo parlato ieri.
Quando riebbi il mio vecchio iPhone, lui mi saluto cordialmente, andò via e io lo accompagnai fuori con lo sguardo.
E mentre i miei occhi lo seguivano, mi caddero sull'ultima vetrina del negozio che si affacciava sulla strada, notando un ragazzo che sbirciava dentro e che, beccato, si nascose.
Il mio cervello impiegò cinque minuti buoni a collegare le cose e, quando capii che era colui con cui avevo parlato, mi fiondai fuori per salutarlo e ringraziarlo; avrei tanto voluto sentirlo parlare di nuovo, però quando raggiunsi l'ingresso del negozio non trovai più nessuno.
Sospirai e rientrai delusa, ma finalmente di nuovo in possesso del mio cellulare, che controllai subito. C'era qualche messaggio di Rin che mi chiedeva se fossi tornata a casa sana e salva e una sfilza di sue chiamate, decisi così di contattarlo e rassicurarlo, spiegandogli la situazione. Rispose al primo squillo facendomi sussultare e chiedendomi con tono preoccupato se stessi bene.
Gli raccontai per filo e per segno ciò che era successo sotto casa sua e si calmò dicendomi che si trovava qui vicino e che sarebbe passato a breve, perciò lo aspettai con ansia.Quando finalmente Rin mi raggiunse, mi salutò calorosamente con un sorriso che avrebbe fatto svenire l'intero fandom e che era riuscito a distrarmi talmente tanto da non accorgermi che era venuto in compagnia di un altro membro dei Be7, anche lui bello e con un sorriso radioso che toglieva il fiato.
- Clarisse, vorrei presentarti uno dei miei fratelli minori. - Disse con fierezza e amore. - Lui è Kim Korain!*****
"Mentre i ricordi cominciano a riaffiorare
giro il viso e lì,
lì tu sorridi radiosa."
[134340, Bts]
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SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazzi, ragazze e army 💜
Finalmente sono riuscita a pubblicare..
Mi dispiace che abbiate dovuto aspettare tanto, quindi spero che vi piaccia...
Non vi mentirò e vi dico da subito che il prossimo non è ancora nemmeno iniziato, perciò non so di preciso quando pubblicherò nuovamente, ma spero che possiate avere pazienza, vi prometto che non vi deluderò 💜💜💜💜💜 I purple you 💜💜💜
💕 Kim Eh Na 💕
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...