Le nostre mani si divisero solo quando fummo in prossimità della porta d'ingresso di casa dei nonni di Korain. Ovviamente non avremmo detto nulla ai nostri parenti, anche perché non c'era niente di cui parlare, non ancora almeno.
Io avrei voluto gridare al mondo intero che volevo stare con quel ragazzo che tutte le volte che mi guardava con i suoi occhi profondi e sussurrava il mio nome con la sua voce bassa e confortante riusciva a scaldarmi cuore e anima.
A tavola parlammo dei vecchi tempi, di quando mio nonno lavorava per quello di Rain, di come erano diventati amici inseparabili e del periodo in cui avevo vissuto qui e giocavo sempre nella fattoria.
La madre e il padre di Korain non si ricordavano di me, ma mi accolsero a braccia aperte, mentre i suoi fratelli mi fissavano con sospetto e malizia, ghignando come due complici mentre spostavano lo sguardo da me al maggiore. Malgrado fossero due pargoletti, sembrava che avessero capito tutto e mi fecero sentire stranamente a disagio, le mie guance non avevano perso il colorito rosso per tutta la durata del pranzo.
Korain, seduto di fronte a me, mi guardava come a dire di stare tranquilla e io gli sorrisi di rimando, mentre mio nonno prendeva parola. - Allora, ragazzo, come mai al cimitero mi hai mentito? Perché hai negato di conoscere mia nipote?- Ecco, io.. - Rain era rimasto spiazzato dalla domanda e, adesso, era il suo turno di arrossire. Mi portai una mano alla bocca per coprire una risata compiaciuta, mentre lui mi fulminava con lo sguardo.
- Nonno, lascialo stare, lo metti in difficoltà! - Dopo averci riso su, mi intromisi, mentendo e dicendo al mio vecchio che molto probabilmente non ricordava nulla perché incontrava tante di quelle persone, essendo un idol, che non poteva pensare anche a me.
Dopo il dolce ci alzammo dalla tavola sazi e soddisfatti e i miei nonni decisero di riposare prima di tornare a casa, così io e Korain ne approfittammo per passare un altro po' di tempo insieme, senza nessuno intorno.
Mi portò in giro per un po' e durante tutta la passeggiata, tenne la sua mano ben salda alla mia mentre parlava dei giorni andati.Io, nonostante fossi felicissima, ero preoccupata per lui. Joonwoo gli aveva chiesto di scegliere e lui lo aveva fatto, ma molto probabilmente la sua non era stata una valutazione ponderata, bensì una decisione dettata dal cuore e io non potevo fare a meno di pensare che avrebbe avuto dei problemi con il gruppo a causa mia, perciò la domanda nacque spontanea. - Cosa pensi di dire ai ragazzi? A Rin, soprattutto?
Lui mi guardò con aria accigliata, poi fece spallucce. - La verità... Credo che sia la cosa migliore per tutti.
- Non hai paura di perderli? In fin dei conti Joon ti aveva dato due opzioni e una non comprendeva poter restare nei Be7. - Sospirai e, in tutta risposta, Korain mi abbracciò stringendo più che poteva.
- Non devi temere per me, so quello che faccio. Ti ho già detto come stanno le cose, se non erro; spiegare loro la situazione è compito mio e solo mio, tu non devi preoccuparti di niente e poi loro sono miei fratelli, risolveremo tutto. - Si scostò leggermente, mi guardò sorridendo, mostrando quel rettangolino che amavo tanto, e mi baciò dolcemente.
Chiusi gli occhi e inspirai profondamente, inalando quel profumo mistico che emanava e, anche se fu un contatto breve, mi sentii al settimo cielo. Lui era letteralmente diventato casa per me, il mio posto sicuro, ed era la cosa che mi piaceva di più; quando stavo con lui quell'emozione intensa ma semplice mi faceva desirare di poterlo avere sempre con me.Poi, la voce di Rain mi deconcentrò. - Sta piovendo!
E appena pronunciò quelle parole iniziai a sentire le goccioline che si posavano delicate su tutto il mio corpo.
Il ragazzo sciolse l'abbraccio e con la sua mano affusolata raggiunse il mio polso e mi trascinò con lui, mentre su di noi si affacciavano nubi nere e temporalesche e la pioggia batteva sempre più forte.
Rischiai più volte di scivolare, avevamo camminato per tanto tempo e la casa che prima ci aveva accolto, adesso era davvero lontana, così Korain optò per cercare un riparo dentro a un capanno abbandonato.
Eravamo fradici, ma non ci importava... Appena entrammo nella casetta scoppiammo entrambi in una sonora risata, senza nemmeno capirne il motivo.
Io mi sentivo felice, avrei voluto passare milioni di quei giorni in sua compagnia, non ne avrei mai avuto abbastanza e sentivo che lo stesso valeva per lui.Mi fece accomodare su una montagnetta di paglia e mi imitò, sedendosi leggermente più in basso, mi abbracciò adagiando la testa sulle mie gambe e io cominciai ad accarezzargli i capelli ricci e morbidi.
- Allora lo sapevi? - Chiesi infine, riferendomi al fatto che ci conoscevamo già da bambini. Lui annuì senza alzare la testa.
- Avrei voluto dirti tutto, ma con Rin di mezzo...
Ormai avevo compreso il suo punto di vista, così lasciai correre. - Spero solo che tu non abbia delle ripercussioni dovute alle tue scelte, il resto non conta.
Questa volta Korain alzò la testa e mi rispose guardandomi dritto negli occhi. - Contiamo solo noi.
Poggiò le labbra sulle mie e io chiusi gli occhi, beandomi di quel contatto come se fosse la prima volta. Risposi al bacio cingendo il suo collo, mentre le mie dita giocavano coi suoi riccioli ribelli e le sue mani esploravano, finalmente, zone del mio corpo che non avevano mai toccato prima. Provai sensazioni nuove e indescrivibili, mentre la sua bocca si spostava sul mio collo, le sue dita sbottonavano lente la mia camicetta e brividi di piacere nascevano su tutta la mia pelle.
- Clara... - Korain ansimò il mio nome con il suo tipico timbro di voce caldo e roco, tra un bacio e l'altro, la blusa ormai aperta che lasciava intravedere il reggiseno bianco di pizzo. Scese con la lingua verso il mio décolleté, mentre le sue mani accarezzavano le mie zone d'ombra facendo anelare anche me, ormai preda del piacere che mi stava procurando.
Ci misi poco, poi, a capire che volevo di più e che la stessa cosa mi stava chiedendo lui. Gli sfilai la maglia, godendo della vista del suo petto liscio e pulito, mentre lui mi toglieva i jeans e tutto il resto, buttandosi a capofitto su di me. Io lo accolsi a braccia aperte e in quello che fu un pomeriggio nero e uggioso, i nostri corpi divennero un'unica cosa, così come i nostri cuori.*****
Il parco che la luna ha
attraversato all'alba,Lo riempio ora con le mie
emozioni,Questa canzone è in viaggio verso di te.
[Scenery, V, BTS]
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfic•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...