Ero appena salita sul palco e avevo immaginato Korain urlarmi di mettercela tutta, ma sapevo che i ragazzi erano ancora in America, avevo ricevuto una videochiamata poco prima, perciò mi concentrai sulla mia esibizione.
Avevo tre minuti per dare il meglio di me e riuscire a passare la prima fase, salutai i giudici con un inchino e la musica iniziò.
Avevo scelto "Let her go" di Passenger inizialmente per la melodia, poi mi ero sentita parte di quel brano, nonostante avesse un significato molto distante dal mio essere. Mi ero rivista nella frase che parlava di vuoto nel cuore, che era perfetta per me che mi sentivo ogni giorno così, con una lacuna enorme nel petto che non poteva essere riempita da nulla perché mancava una cosa fondamentale, l'amore dei miei genitori scomparsi troppo presto dalla mia vita.
Pensai che ballandola sarei riuscita a esternare tutte le emozioni che servivano e ne ebbi la certezza quando un addetto venne dietro le quinte per comunicarmi l'esito che i giudici avevano sentenziato a occhi chiusi, ero passata a pieni voti.
Mi sentii lusingata e, soprattutto, ero grata a Harin che mi aveva spinto verso quella direzione e, nonostante in quelle settimane avessi capito che la nostra storia non era ciò che cercavo, avevo voglia di rivederlo per dargli la bella notizia.
Mi cambiai nello spogliatoio e pensai di chiamarlo, ma appena uscii fuori me lo ritrovai davanti e ne fui sorpresa. Gli andai incontro e per un attimo mi sentii imbarazzata, non sapevo se abbracciarlo o meno, poi mi dissi che non c'era nulla di male nel farlo e che nessun occhio indiscreto ci avrebbe visti.Lui però non ricambiò, restò immobile mentre le mie braccia lo circondavano e io gli dicevo quanto era immensa la mia riconoscenza nei suoi confronti.
Alla fine mi scostò costringendomi a guardarlo in faccia.
- Che succede? - Chiesi confusa.
Lui mi guardò di rimando con amarezza e poi rispose con tutta la freddezza di cui era capace. - Sono felice per te, Clarisse, ma devo dirti la verità, mentre ero via non ho sentito minimamente la tua mancanza... Credo che dovremmo smettere di frequentarci.Restai di sasso.
Era vero che anche io avrei voluto parlargli e mettere un punto alla nostra storia, ma sentirglielo dire così, su due piedi, era stato come ricevere un pugno in pieno viso. Non riuscivo a comprendere la sua scelta perché fino a poco tempo prima sembrava tutto normale e durante il mese in cui lui era stato via ci eravamo tenuti in contatto tutte le volte che aveva avuto un attimo libero.
Cosa era cambiato da un momento all'altro? Forse non voleva farmi pesare la sua assenza ancora di più, scaricandomi per telefono, prima di rientrare in Corea?Mi sentivo così smarrita che abbassai lo sguardo senza riuscire a replicare, presi il borsone che avevo lanciato a terra per abbracciarlo e me ne andai, muta come un pesce.
Non piansi, perché fondamentalmente era ciò che volevo anche io, ma ci rimasi malissimo e come sempre pensai che qualsiasi cosa toccassi andava distrutta.
Appena rientrata a casa mi lavai e vestii, dovevo andare a lavoro per coprire il turno fino alle undici di sera e sapevo già che sarebbe stato un pomeriggio duro, nonostante la riuscita del provino. Dovevo somatizzare il tutto e concentrarmi nuovamente sui miei obiettivi primari, così respirai a fondo e cancellai per un po' quella sensazione di vuoto che aleggiava intorno a me.
Poi Korain mi scrisse.
Voleva incontrarmi e, onestamente, dopo che Rin mi aveva lasciata, avevo bisogno di una bella chiacchierata con la sola persona con cui riuscivo a stare bene, bene davvero.
Arrivai al parco a mezzanotte ed entrai, incamminandomi verso la zona dei giochi.
Lo beccai subito, seduto sull'altalena in attesa, col cellulare tra le mani.
Quando anche lui mi vide arrivare si alzò e io, in un impeto di emozioni contrastanti, gli corsi incontro e appena lo raggiunsi lo abbracciai, desiderosa di conoscere finalmente da vicino il suo profumo e sentire le sue braccia cingermi come non avevano mai fatto prima.
Non so perché, ma quando lo sentii rivolgermi la parola scoppiai in un pianto senza tempo, singhiozzai bagnando il suo giubbotto e non mi azzardai a guardarlo, fino a che, preoccupato, fu lui a lasciare la presa e a scostarmi per vedermi in viso.
In quel momento, l'unica cosa che potei fare fu mentire, mentire spudoratamente.
Gli dissi che piangevo per Harin, perché mi aveva mollata, ma la verità era un'altra...
Appena i nostri corpi furono tanto vicini da toccarsi, fui investita da quella sensazione che cercavo da tempo, quell'aria di casa che avevo provato solo guardandolo negli occhi e che, adesso, si era moltiplicata all'infinito; perdermi in quelle iridi color cioccolato mi fece vacillare come al ristorante, così mi convinsi che quella sera non avevo incrociato Harin, ma lui, che mi aveva fatto perdere il controllo di me stessa con un solo sguardo. Ero in balìa dei miei sentimenti, avevo capito cosa volevo, lo avevo avuto davanti per tutto quel tempo e me ne ero resa conto solo in quell'istante.
Ma non potevo confessarglielo, lui cercava solo amicizia e sicuramente, se gli avessi fatto presente ciò che sentivo, mi avrebbe rifiutata senza battere ciglio.
Decisi, dunque, di tornare a casa e riflettere sul da farsi, non mi feci neanche accompagnare, perché per lui era già stato rischioso restare al parco con me, malgrado fosse stata una sua idea.Quando rincasai, il mio stato d'animo inquieto restò tale e quale a quando ero tra le braccia di Korain. Ripensai a ciò che provai e che quel ragazzo riusciva a regalarmi senza neanche saperlo. Purtroppo ero certa che non avrebbe mai funzionato, soprattutto perché ero stata la ragazza del suo amico.
Non avrei mai avuto chance e mi maledii per non aver incontrato prima lui, piuttosto che Rin...Per un attimo desiderai che il ragazzo che avevo baciato nel vicolo, al mio arrivo a Seoul, fosse proprio Kim Korain.
*****
Sono cresciuto come un fiore
incapace di sbocciare,
in un sogno che non potrà mai realizzarsi.
[Fake Love, BTS]
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...