Era uno dei giorni più tristi della mia vita, ma vedere Korain seduto accanto alla nonna mi rincuorava tantissimo e quella sensazione che non provavo da tempo era tornata a farmi visita per scaldarmi il cuore al momento giusto.
Sorrisi alla scena che avevo di fronte e poi mi unii a loro due, restando a contemplare la foto del nonno fino a che moltissime persone ci salutarono con educazione andando via.Quando mi alzai, richiamai Korain per portarlo con me in camera e parlare finalmente di ciò che era accaduto in quei mesi di distanza. Gli chiesi perché era sparito, tentai di fargli comprendere che ero stata male per lui e, in un primo momento, quando si avvicinò a me, tentai di evitare quel contatto, ma con lui era impossibile resistere, soprattutto quando quella voce calda e suadente toccava determinate note.
Dio, se era sexy, mentre mi chiedeva con gelosia e desiderio se ci fosse qualcosa tra me e Minjun, se le due righe che gli avevo scritto fossero ancora valide.
Sentii lo sfarfallio scendere dritto in gola, per poi raggiungere il petto, in cui un incessante battito martellava con forza, provocandomi tremori e spasmi di piacere.
Prima della lontananza avevamo avuto moltissimi momenti intimi, ma in quell'istante era come se lo vedessi per la prima volta e l'emozione era talmente tanta da non avere né limiti né barriere. Quelle labbra, la sua lingua annodata alla mia, quella fragranza muschiata che mi inebriava di nuovo le narici e le sue mani... quelle dita lunghe e affusolate che sfioravano ogni centimetro della mia pelle con dolcezza ma anche ardore.
Mi lasciai andare completamente, mentre mi adagiava sul letto e la voglia di averlo mi pervadeva completamente.
Un tarlo, però, picchiettava piano, in attesa di un po' d'attenzione da parte mia. Mi ridestai da quella malìa quando anche lui si perse nei dettagli della stanza vuota che smascherava il mio trasferimento.
Era giunto il momento di fermarmi, consapevole che a breve sarebbe ripartito e che mi avrebbe allontanata come era accaduto in precedenza. Non potevo permettermi altre sofferenze, così mi alzai sistemando i vestiti e i capelli e mi incamminai verso la porta.
Il suo tentativo disperato di farmi voltare non servì a nulla, e neanche la fatidica domanda che mi porse. Era ovvio che io lo amavo ancora, non avevo smesso nemmeno per un secondo e non lo avrei fatto in futuro, certa che il mio amore sarebbe rimasto immutato, ma in quell'istante, e con quel chiodo fisso che mi assillava la mente, non avrei ceduto per nessun motivo al mondo.
Raggiunsi l'ingresso e vidi la nonna salutare i genitori di Korain. - Dovresti andare anche tu. - Gli suggerii.
Sapevo che si trovava alle mie spalle, ma non avevo il coraggio di voltarmi.
- Ma, Clara... Noi non abbiamo ancora risolto nulla. - Dalla sua voce trapelavano preoccupazione e ansia.
Non dissi niente, sospirai e lo lasciai lì, raggiungendo invece Minjun che, con naturalezza, incrociò le sue dita alle mie, guardandomi dritta negli occhi. - Vuoi che ti accompagni a casa? - Annuii e insieme andammo a salutare la padrona di casa. - Nonna, se vuoi resto qui.
- Tesoro, stai tranquilla. Vai a dormire e domani torna a lavoro, hai preso già troppi giorni di ferie. - La abbracciai e le promisi che l'indomani avremmo cenato insieme.Quando uscimmo di casa incrociammo Woobin che mi stritolò dimostrando tutto il suo affetto e, prima di salire in auto, percepii lo sguardo di Korain su di me che bruciava la pelle.
Non parlai per tutto il tragitto, ma quando Minjun si fermò sotto casa mia la sua domanda mi spiazzò, perché era l'unico da cui non mi sarei mai aspettata nulla del genere. - Noona*... tornerai insieme a lui? - Lo osservai torturandomi le labbra, cercando di capire la ragione per cui avesse chiesto una cosa simile. - Non farlo. - Aveva gli occhi lucidi e mi fissava in attesa di una risposta.
- Perché? Sei preoccupato per me? - Nel momento stesso in cui parlai, intuii che il motivo che lo aveva spinto a chiedermi ciò era differente, glielo leggevo in viso, dalla trepidazione che emanava con i suoi gesti, anche se impercettibili. - Junie...
- Ti prego, non ti ha degnata nemmeno di un messaggio per tutto questo tempo, ti ha lasciata soffrire da sola senza spiegazioni.
- Cosa ti tedia così tanto? Se sei mio amico dovresti volere la mia felicità, qualunque sia la mia scelta.
- Beh... Forse sono stanco di esserti solo amico... - Fece una pausa, mentre i miei dubbi crescevano, fino a diventare certezze.- Tu mi piaci. Mi piaci da sempre, dalla prima volta in cui sei entrata in sala prove, Clarisse. - Sgranai gli occhi, ma lui continuò imperterrito. - E in tutto questo tempo il mio affetto per te non ha fatto altro che crescere a dismisura. Non dirmi che per te non è lo stesso, lo so che anche tu provi qualcosa per me. Ho visto come mi osservi quando credi che io non stia guardando. Ti soffermi ad analizzare ogni dettaglio del mio viso, non negarlo! -
Mi aveva preso le mani, ancora in attesa di un mio gesto o una parola che confermasse le sue supposizioni, e io non potevo smentire.
Più volte avevo studiato le sue espressioni, le labbra e i suoi modi di fare, perché mi ricordava Korain e averlo vicino mi faceva sentire meno sola, meno infelice. Ma io ero ancora innamorata del suo sunbaenim e nel mio cuore non c'era spazio per nessun altro.
- Minjun... - Sospirai. - Io ti voglio bene e ti sono grata per essermi rimasto accanto nonostante i miei sbalzi d'umore, ma dovresti sapere come stanno davvero le cose. - Mi lasciò andare coprendosi il volto per la vergogna, aveva capito dove volevo andare a parare e io volevo e dovevo essere chiara per evitare ulteriori fraintendimenti.
Scostai le sue mani per farmi guardare. - Non nego che tu mi piaccia, sei bellissimo e hai un animo puro e gentile, però io non ho dimenticato Korain e mai lo farò. - Gli angoli della sua bocca mostravano perfettamente la tristezza che gli stavo infliggendo e mi sentii male per lui, mi dispiaceva da morire essere la causa della sua sofferenza. - Con questo, però, non voglio dire che tornerò con lui.
- Allora posso avere ancora speranza? - Mi trafisse con un sorriso sghembo, che mostrò semplicemente per nascondere il suo dolore.
- Resterai comunque mio amico?
- Non vado da nessuna parte, bambina, te lo prometto. - Mi sporsi in avanti e mi avvinghiai a lui, che mi abbracciò di rimando, gli stampai un bacio in guancia e scesi dalla macchina per entrare in casa, sperando che il nostro rapporto restasse invariato dopo quella discussione.Quando mi chiusi la porta d'ingresso alle spalle mi infilai subito sotto la doccia per scaricare tutta la tensione e rilassarmi sotto il getto d'acqua calda. Rimasi dentro per almeno mezz'ora, ma alla fine mi trovai costretta a uscire perché il campanello non smetteva di suonare. Mi coprii con una tovaglia e lasciai cadere i capelli bagnati sulle spalle per la premura di andare a vedere chi bussava con tanta insistenza.
Pensai di aver dimenticato qualcosa nell'auto di Minjun, perciò non mi presi la briga di chiedere chi fosse e aprii la porta senza troppi problemi, rimanendo di sasso alla vista di Korain che ansimava per la rabbia.
- Lui dov'è? - Ringhiò.
- Ma di che stai parlando? - Mi scostò con violenza, entrando come una furia nel mio piccolo appartamento. - Come sei arrivato qui? - Ma mi diedi risposta da sola ricordandomi di Woobin, l'unico del gruppo a conoscere l'indirizzo.
- Dove si è nascosto quel ragazzino?
- Fai sul serio? - Mi stavo arrabbiando davvero. - Korain! - Quasi urlai, ma finalmente ricevetti un po' di attenzione da parte sua.Quando puntò lo sguardo su di me lo vidi farmi praticamente una radiografia, finendo per deglutire, mentre le sue pupille si dilatavano alla vista del mio corpo avvolto in un misero asciugamano.
Per un momento restammo a fissarci in silenzio, poi si avvicinò, adagio, passo dopo passo, leccandosi le labbra com'era solito fare. Indietreggiai fino al muro, non avevo via di scampo, eppure non mi importava, volevo solo che arrivasse alla meta, così da riempire quel vuoto che lui stesso aveva provocato con la sua assenza.
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"Credo nella tua galassia,Voglio ascoltare la tua melodia."
[Magic shop, BTS]
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*Noona: usato dai ragazzi per riferirsi a una sorella maggiore, a una donna o ragazza più grande.
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...